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giovedì 30 aprile 2015

Riportiamo i due appuntamenti che l'Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione (ANCFARGL) ha in programma per il mese di Maggio.
 
Il LI° ringrazia per l'invito e sarà presente alla manifestazione
 
 
 
 


martedì 28 aprile 2015

Lettera aperta a Roberto Saviano

Caro Saviano, abbiamo apprezzato la tua testimonianza da Cassino in occasione del 25 Aprile ed il tuo ricordo di tutti i soldati che si sono battuti nella campagna d'Italia per la liberazione del nostro paese.
Abbiamo apprezzato le tue parole per i fratelli Polacchi e per tutte le altre nazioni che vi hanno partecipato.
Purtroppo, come spesso accade, non abbiamo sentito citare i soldati Italiani e questo ci ha ferito, come ci ferisce ogni anno, per il 25 Aprile, la maggior parte delle menti pensanti e libere di questo paese che ignora gli oltre 5000 soldati del Regio Esercito che dopo l'8 Settembre mantennero il giuramento fatto alla bandiera e difesero la patria dall'invasore Tedesco al fianco degli Alleati.
Erano ragazzi di diciotto e vent'anni che non fuggirono sulle montagne non gettarono le divise e tornarono a casa, rimasero uniti con una sola cosa in mente, la Patria. 
Erano giovani, male armati e con equipaggiamenti e viveri scarsi, e decisero di mettersi al servizio degli Alleati, all'inizio diffidenti, e di conquistare il loro rispetto, con il sacrificio di tante vite, per l'onore d'Italia.

Bari
Monte Lungo
Cassino
Chieti
Lanciano
L'Aquila
Filottrano
S.Maria Nuova
Iesi
Orsogna
Poggio Scanno
Bologna
Bergamo

Videro entrare per primi i soldati Italiani come liberatori ed alla fine furono 500.000 i soldati impegnati nei combattimenti di cui spesso si ignora da 70 anni il loro sacrificio.

Noi siamo Bersaglieri, abbiamo tra le nostre fila reduci e caduti di quella guerra di liberazione e proseguiamo nella missione di Onorarli e Ricordarli tutti, nessuno escluso.

Conoscendo e apprezzando la tua libertà di pensiero e d'azione tendiamo una mano a Te se vorrai conoscere la storia di questi 500.000 dimenticati.

Un saluto Bersaglieresco.

Ass. LI° Btg. Bersaglieri "Montelungo 1943"






lunedì 20 aprile 2015

Iris, in prima e seconda serata si celebra la Festa della Liberazione


Dal 19 al 24 aprile un ciclo di 12 film dedicati alla Resistenza con gli interventi, tra gli altri, di Fausto Bertinotti e Gianpaolo Pansa

Maratona di sei giorni, dal 19 al 24 aprile, in prima e seconda serata su Iris, con il ciclo "Storie di Libertà", 12 film dedicati alla Festa della Liberazione. Le pellicole, introdotte, tra gli altri, da Fausto Bertinotti, Gianpaolo Pansa e Letizia Moratti raccontano i giorni, il fenomeno e i fermenti legati alla Resistenza.

Dodici sfumature di patriottismo lungo una settimana di riflessioni non solo cinematografiche, supportate da interventi ad hoc con i quali Iris celebra la Festa della Liberazione.

 Si parte domenica 19 aprile, con “Il delitto Matteotti” (1973) di Florestano Vancini. Franco Nero interpreta il segretario del Partito Socialista Giacomo Matteotti che contesta la validità delle elezioni politiche svoolte nell’aprile del 1924 dove il Partito Nazionale Fascista aveva ottenuto la maggioranza dei voti. Vittorio De Sica veste i panni del magistrato Mauro del Giudice, incaricato delle indagini sulla scomparsa di Matteotti…

In seconda serata, lo stesso giorno, è la volta di “Film d’amore e di anarchia” (1973) di Lina Wertmuller. Il contadino lombardo Antonio (Giancarlo Giannini) si reca a Roma per uccidere Mussolini dopo che gli hanno ucciso un amico anarchico ma si innamora della prostituta Salomè (Mariangela Melato)

Lunedì 20 aprile, in prima serata, è in programma “Il mandolino del Capitano Corelli” (2001) di John Madden. La cinepresa si sposta in Grecia, dove nel corso della Seconda Guerra Mondiale la parte sud del Paese viene affidata all’Italia. Nicolas Cage è nei panni del capitano Corelli, salvato grazie all’intervento dei partigiani greci. Penelope Cruz è Pelagia, la donna dalla quale si stabilisce Corelli in cerca prima di una casa e poi di un futuro. In seconda serata, segue “El Alamein-La linea del fuoco” (2002) di Enzo Monteleone, dove il soldato Serra (Paolo Briguglia) è inviato sul fronte del Nordafrica nel 1942. Giunto con grande spirito patriottico, si accorge che la realtà in trincea è ben diversa da quella raccontata in Patria. Nella pellicola compaiono altresì Pierfrancesco Favino, Silvio Orlando e Emilio Solfrizzi.

Martedì 21 aprile la prima serata si apre con “Il partigiano Johnny” (2000) di Guido Chiesa, tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio. Johnny (Stefano Dionisi) è un disertore che si aggrega ad un gruppo di partigiani dopo la morte di un amico. Claudio Amendola, Chiara Muti, Fabio De Luigi, Flavio Insinna e Giuseppe Cederna nel resto del cast.

Mercoledì 22 aprile è la volta, in prima serata, de “Il federale” (1961) di Luciano Salce. Nel 1944 il miliziano Primo Arcovazzi (Ugo Tognazzi) viene incaricato di condurre a Roma un professore antifascista (Georges Wilson). Un incidente lungo la strada, obbliga i due a proseguire a piedi, lungo un’Italia in fermento, tra bombardamenti, furti e sopravvivenza. In seconda serata va in scena “Achtung! Banditi!” (1951), opera prima di Carlo Lizzani. Andrea Checchi interpreta un ingegnere meccanico che si sacrifica pur di non cedere ai nazifascisti. Nel cast, Gina Lollobrigida. Il film venne realizzato grazie ad una sottoscrizione di "azioni" da 500 lire.

Giovedì 23 aprile la prima serata è caratterizzata da “Il generale Della Rovere” (1959) di Roberto Rossellini dietro soggetto di Indro Montanelli. Emanuele Bardone (Vittorio De Sica), è un truffatore, amante del gioco e delle donne. Con la complicità di un sottufficiale tedesco, estorce denaro ai familiari dei detenuti politici, millantando conoscenze influenti presso le autorità nazifasciste e promettendo, in cambio dei soldi, l'interessamento delle autorità per una favorevole soluzione dei loro casi. Con tale attività illecita si procura il denaro per il gioco d'azzardo, che lo divora. Tinto Brass compare da aiuto-regista.E’ il primo film italiano della storia nel quale viene usato lo zoom. In seconda serata si prosegue con “Salvo D’Acquisto” (1974) di Romolo Guerrieri. Massimo Ranieri interpreta il sottufficiale dei carabinieri che si consegnò ai tedeschi in modo da salvare 22 ostaggi civili dalla fucilazione.

Venerdì 24 aprile “I piccoli maestri” (1997) di Daniele Lucchetti apre la prima serata. Nell'autunno del 1943 alcuni amici, studenti universitari vicentini, decidono a loro modo di opporsi all'invasione nazista dell'Italia e partono per l'altopiano di Asiago con la voglia di unirsi ad altri gruppi di partigiani. Stefano Accorsi, Giorgio Pasotti e Stefania Montorsi nel cast. La rassegna si chiude in seconda serata con “Dieci italiani per un tedesco” (1962) di Filippo Walter Ratti. A seguito di un attentato compiuto in via Rasella a Roma nel 1944 ai danni di un reparto tedesco, dodici soldati dell'esercito di occupazione trovano la morte. Il comando tedesco ordina una feroce rappresaglia. Gino Cervi spicca nel cast.

Testi tratti da: TGCOM24.MEDIASET.IT

http://www.tgcom24.mediaset.it/televisione/iris-in-prima-e-seconda-serata-si-celebra-la-festa-della-liberazione_2106799-201502a.shtml
 

 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

domenica 19 aprile 2015



La grande manifestazione storico-rievocativa, che unisce ogni anno persone provenienti da tutto il mondo, si svolgerà tra Bologna e Parma in occasione del 70° della Liberazione di Bologna.
Vi aggiorneremo ogni giorno, con foto e descrizioni, sul percorso di questa fantastica colonna di veicoli storici che intende ricordare ogni anno, il 25 Aprile, la liberazione dell'Italia e la conseguente fine della Seconda Guerra Mondiale nel nostro paese.
L'ass. LI° Btg. Bersaglieri "Montelungo 1943" seguirà la colonna da un veicolo dell'ass. First Armored Division "Old Ironsides" Italia.



sabato 18 aprile 2015

A ricercar la patria smarrita...

Riportiamo il bellissimo racconto di Maurizio Balestrino sulla giornata in ricordo del Battaglione Bafile.


Siamo al fronte in linea. Mi trovo in una massiccia casa di pietra, che ha l’aspetto di una vecchia dimora patriarcale abbandonata, della quale solo i sassi, gli enormi sassi delle pareti possono raccontare le vicende. Si trova, volgendo lo sguardo verso Nord, in fondo a una conca pacifica ed abbastanza larga che le nostre carte chiamano l’Ancina”. 

Sono le parole del diario di Luigi Laviosa, Guardiamarina che combatté sul fronte di Cassino col Reggimento San Marco (Battaglione “Bafile”), datate 25 aprile 1944. Oggi 12 aprile 2015 ci siamo ritrovati, per iniziativa dell’Associazione LI° Bersaglieri Montelungo e dell’Associazione “Old Ironside”, nello stesso identico posto per ricordare i volontari della Regia Marina che combatterono nella Guerra di Liberazione.
La mattina è soleggiata, l’aria è tiepida, la brezza piacevole. La Valle dell’Ancina fra Vallerotonda e il fiume Rapido è ampia, distesa davanti a noi, silenziosa di un silenzio profondo. Unico rumore il vento, che porta alle nostre orecchie il respiro e l’anima dei giovani soldati che 71 anni fa si affrontarono combattendo precisamente in questo luogo.
Lentamente si alza nell’aria il suono solenne di una cornamusa scozzese, segnala l’inizio della cerimonia. La cornamusa si avvicina col suo impeccabile suonatore, Mauro Nenci della City of Rome Pipe Band. La segue il plotone d’onore del Reggimento San Marco in alta uniforme, appositamente venuto da Roma per rendere omaggio ai Leoni di settantuno anni fa. E’ presente a rendere gli onori di casa il vicesindaco di Vallerotonda Sig. Todisco con fascia tricolore. Assiste una piccola folla di amici e di appassionati, fra cui l’organizzatore della manifestazione Luigi Settimi e Angelo Andreoli che  ha portato la bandiera italiana sotto cui la lapide attende di essere scoperta. Marco Presti in funzione di cerimoniere introduce e detta i tempi.  
Il sottoscritto ha avuto l’onore di essere invitato ad aprire la cerimonia rievocando in breve le vicende che portarono il Reggimento San Marco della Regia Marina sul fronte di Cassino, e i principali fatti che si svolsero nella Valle dove ci troviamo.
Parlando nel vento che continua a soffiare lieve, i reduci ormai scomparsi suggeriscono alle mie orecchie le parole da dire, parole cui io tento di dar voce meglio che posso. Esce così il racconto dell’attacco tedesco arrivato improvviso dal settore alla mia destra, respinto dal San Marco dopo un intenso scontro a fuoco. Appare il marinaio ucciso da un colpo di artiglieria sull’orlo di un pozzo, nella pianura che si vede due-trecento metri avanti a noi. Il reduce Sig. Vittorio Bonamore mi ricorda di non dimenticare il suo amico fraterno, l’Aspirante Guardiamarina Cesare Augusto Albanesi, ucciso il giorno del suo compleanno in uno scontro a fuoco sulla postazione che difendeva, il cui corpo esanime fu trasportato nel casolare che si intravede all’estremità opposta della valle, dove aveva sede il comando della sua compagnia. Si accenna alle postazioni dei marinai sulle alture circostanti, si ricorda il continuo pericolo dell’artiglieria tedesca che costantemente minacciava gli uomini e i mezzi meccanici che si avventuravano allo scoperto nella valle.
Gradito e atteso ospite, nel corso di questa rievocazione arriva il reduce della Xa MAS Sig. Marcello Lama, accompagnato dal figlio. All’arrivo di questo fante di marina che allora combatté dall’altra parte (RSI) mio padre (l’ex sottotenente del Genio Navale Armando Balestrino, anche lui reduce del San Marco a Cassino) e il Sig. Vittorio Bonamore mi chiedono di ripetere quello che in vita mi dissero sulla difficoltà di certe scelte nel 1943. Ricordo allora come mio padre si disse, in fondo, quasi sollevato dal fatto che, imbarcato sulla Corazzata Giulio Cesare il giorno dopo l’armistizio, al momento dell’ammutinamento di alcuni ufficiali egli fosse, del tutto casualmente, unico responsabile della sala macchine. Tale posto di così alta responsabilità gli evitò di doversi schierare contro dei compagni che, pur non condividendone le idee, riteneva portatori di istanze d’onore e di coraggio. Ricordo anche come il Sig. Bonamore mi raccontò che, pur convinto delle sue scelte in favore del Regno del Sud, egli capisse come gli stessi suoi ideali patriottici avessero potuto portare altri suoi coetanei, al Nord, a fare la scelta di campo opposta. Rispetto e reciproca stima fra chi metteva in gioco la sua vita facendo scelte pur opposte ma sempre motivate da ideali alti e nobili.
Infine, il Guardiamarina Luigi Laviosa (che tre mesi dopo cadrà a Belvedere Ostrense guadagnandosi una medaglia d’oro al valor militare) prende la parola, ripetendoci per bocca mia quello che nell’aprile 1944 affidò al suo diario mentre era in questo stesso posto

“…Ricevo dalle varie postazioni e dai vari posti di osservazione, dove si trovano i miei compagni, le notizie sul fuoco dei nostri mortai, dei mortai e dei cannoni nemici, dei vari rumori che si possono udire in prima linea in una notte qualunque. … Questa mattina c’è molta nebbia, non c’è luna, si attende un attacco all’ala sinistra giù nella valle, dove è ora la nostra terza compagnia e gli Arditi. Ci sono pattuglie nemiche non lontane. Il mio capitano è fuori per andare alle postazioni e so che non è arrivato a destinazione. Tra poco telefoneranno il perché. Di fronte a me che sta telefonando al suo Intelligence Officer c’è il maggiore Douglas. Con lui vivo da una decina di giorni, notte e dì, e funziono da ufficiale di collegamento tra il Comando Canadese e il nostro di Compagnia, grazie alla mia mediocre conoscenza dell’inglese. … Poco fa sono uscito di pattuglia con quattro uomini ed ho percorso circa tre Km di boscaglia lungo il fiume Rapido che è nella zona neutra, senza incontrare nessuna pattuglia nemica; c’era un buio pesto ed un po’ di nebbia. Siamo stati in giro 8 ore, dalle ultime luci all’alba. … Qui sono molto esposto al fuoco nemico e credo che lo sarò di più fra pochi giorni quando andremo ad occupare delle posizioni più avanzate. … Ho ventidue anni compiuti. Talora mi sento bambino, talora uomo. Talvolta mi sembra che tutto sia finito e piango sulla natura umana; talvolta, come in questo momento, la fiducia mi sostiene”.

Quando Laviosa finisce di parlare ci apprestiamo a leggere uno per uno i nomi dei ventuno caduti del San Marco a Cassino. Prontamente il comandante del plotone d’onore schiera gli uomini sull’attenti. Nel silenzio generale i ventuno nomi vengono letti: Aspirante Guardiamarina Cesare Augusto Albanesi. Cannoniere Giovanni Antonioli. Marò Michele Bazzo. Cannoniere Domenico Bidone. Elettricista Angelo Burioni. Cannoniere Enrico Cammelo. Cannoniere Antonio Chiari. Capo silurista Mauro Ciaramelli. Ardito Domenico Cortese. Cannoniere Guglielmo Frigerio. Cannoniere Giovanni Giacchini. Marò Menghini (nome di battesimo non noto). Secondo Capo Vito Mezzina. Felice Padovan (grado non noto). Cannoniere Valentino Perissinotti. Fuochista Luigi Petito. Sottocapo Ludovico Sarno. Raimondo Sbaffoni (grado non noto). Sottocapo Mario Spazini. Cannoniere Lombardino Tancredi. Cannoniere Andrea Zuriotti. Ad ogni nome, gli astanti rispondono “presente” e il vento tiepido soffia approvando.
Si scopre la lapide in memoria del Reggimento San Marco. Accompagnati dal suono lento della cornamusa, Paolo Farinosi e Alessandro Lama in rappresentanza delle Associazioni organizzatrici depongono ai suoi piedi una corona d’alloro.
Il Reduce della Xa MAS pronuncia poche ma chiare parole:

 “Onore ai Fanti di Marina del Reggimento San Marco caduti in questo luogo per l’Italia… Onore ai miei compagni della Xa anch’essi Fanti di Marina caduti su un altro fronte… Onore ai Marò Girone e Latorre siamo fieri e vicini nella loro dignità… Onore al Reggimento San Marco… Onore alla nostra Italia… “

Il vento dell’Ancina soffia più forte, approvando.
Lenta e maestosa la cornamusa segna la fine della cerimonia, che ha ricordato ai vivi il sacrificio di chi volontariamente combatté in prima linea per la libertà della Patria.
Nel pomeriggio, la presentazione di una relazione sul Reggimento San Marco nella sala convegni dell’Hotel Rocca di Cassino costituisce l’occasione per l’accensione di contatti e di collaborazioni che, non ne dubito, porteranno a ulteriore progresso nella riscoperta di quegli avvenimenti di un tempo troppo a lungo dimenticato.
Grazie alle Associazioni LI° Bersaglieri Montelungo e Ass. First Armored Division “Old Ironside” Italia per questa giornata indimenticabile.


Maurizio Balestrino


Nel diario di viaggio di questo Blog, la pagina di Domenica 12 Aprile, inizia con la frase che la nostra associazione, in collaborazione con le altre che incontriamo di volta in volta nel nostro cammino, ha coniato per raccontare la storia dei soldati dimenticati, quelli che non si arresero quando tutto crollò intorno ma si rimboccarono le maniche e vollero partecipare, insieme con i nuovi alleati,
"A ricercar la patria smarrita"
Le foto, i testi, i racconti, i colori e le immagini di quel giorno sono ancora fisse nella nostra mente, e tutti siamo in attesa di rivederle, di rileggerle per riviverle.
Per questo, dopo aver salutato e ringraziato la Marina Militare ed il 3° Reggimento San Marco per la disponibilità avuta nei nostri confronti, iniziamo a raccontarvi questi giorni.
Di alcuni luoghi non forniremo indicazioni geografiche perché sono ancora oggetto di studio e ricerca dell'associazione e degli amici di Vallerotonda che rispettiamo nel loro lavoro meticoloso di raccolta delle informazioni.
Buona visione



La valle dove venne schierato il Battaglione Bafile, del Reggimento San Marco


Gli amici di Vallerotonda e nuovi soci con i quali percorreremo insieme il cammino 


La targa in onore dei Caduti del Battaglione Bafile


I preparativi per la messa in opera, nel silenzio incantato della valle...




I ritrovamenti nella casa dove dormirono i Fanti di Marina del Bafile





In giro fra vecchie case, che un tempo ospitarono i ragazzi del Bafile.


Aprire una vecchia porta, salire le scale ed emozionarsi..... nella penombra di una stanza vuota.






Avevano in media vent'anni e stavano cercando una patria smarrita...




































Un ringraziamento speciale a Maurizio Balestrino, Alberto Turinetti di Priero e Valentino Rossetti, il seme che hanno piantato nel ricordo del Battaglione Bafile ha dato i suoi frutti.

Per ulteriori informazioni sulla loro ricerca, consultare il sito www.dalvolturnoacassino.it