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mercoledì 27 maggio 2015

Atina 3 Giugno, incontro con Aldo Cazzullo


L'Ass. LI° Btg. Bersaglieri "Montelungo 1943", in collaborazione con il comune di Atina
invita tutti i suoi soci ed amici all'incontro con lo scrittore Aldo Cazzullo per la presentazione del suo ultimo libro "Possa il mio sangue servire".

La Resistenza a lungo è stata considerata solo una “cosa di sinistra”: fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i “ragazzi di Salò”. Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. Le storie delle suore di Firenze, Giuste tra le Nazioni per aver salvato centinaia di ebrei; dei sacerdoti come don Ferrante Bagiardi, che sceglie di morire con i suoi parrocchiani dicendo “vi accompagno io davanti al Signore”; degli alpini della Val Chisone che rifiutano di arrendersi ai nazisti perché “le nostre montagne sono nostre”; dei tre carabinieri di Fiesole che si fanno uccidere per salvare gli ostaggi; dei 600 mila internati in Germania che come Giovanni Guareschi restano nei lager a patire la fame e le botte, pur di non andare a Salò a combattere altri italiani. La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, autonomi come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati. La Resistenza ha avuto le sue pagine nere, che vanno raccontate, come fa anche questo libro, da Porzûs a Codevigo; così come racconta le atrocità spesso dimenticate dei nazisti e dei fascisti: Boves e Marzabotto, le torture della X Mas e della banda Koch. La storia è scandita dalle voci dal lager e dalle lettere dei condannati a morte, che spesso chiedono la riconciliazione nazionale e si dicono certi che dal loro sacrificio nascerà un’Italia migliore. A 70 anni dalla liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos’è stata davvero la Resistenza, e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri.

Aldo Cazzullo

Tratto da www.Rizzoli.eu



venerdì 22 maggio 2015

24 Maggio 1915 - 24 Maggio 2015


24 maggio 1915, L’Italia entra in Guerra,
nella prima grande Guerra.
Sono già iniziate in tutta Italia le manifestazioni in ricordo dell’ingresso dell’Italia nel conflitto il 24 Maggio 2015 e presumibilmente proseguiranno fino al 2018.
Lo scorso anno il nostro Blog si è interessato con alcuni Post a questo tema e personalmente in questo anno e mezzo ho riscoperto questo conflitto cercando di leggere tutti i libri più interessanti che venivano pubblicati e cercando quelli più rari,  vecchie edizioni che furono censurate nella loro prima uscita e poi di nuovo censurate durante il secondo conflitto mondiale.
Di fronte a queste migliaia di pagine, a tutti questi racconti, mi sono sentito come un bambino che guarda per la prima volta il mare e vede in lontananza i marinai sulle barche.
Quei marinai sono coloro che hanno già iniziato il viaggio della conoscenza di questo grande conflitto e ne conoscono le rotte ed i venti.
Ma se in questa fase del percorso di conoscenza mi sento sulla riva, c’è un aspetto che mi fa sentire vicino a loro, un aspetto che ho scoperto leggendo da anni libri sulla Seconda Guerra Mondiale,  una sensazione diversa, che matura nel corso del tempo, che scorre come le parole nei racconti dei reduci, come le immagini in bianco e nero che accompagnano ogni conflitto e gli altri segni del loro passaggio.
Una sensazione che provi ogni volta che conosci gente nuova, camminando sulla riva del mare della conoscenza.
Gente che condivide il tuo stesso desiderio e che non si trova lì per caso; con questa gente inizi a condividere tutto, un racconto, un emozione, un idea, un progetto, la voglia di onorare e ricordare e la voglia di affrontare insieme con gli altri il mare.
Con questa gente ci si creano associazioni, equipaggi di navi, dove ognuno contribuisce per la propria esperienza.
E quando sei finalmente in mare aperto, sulla barca e sai cosa fare, ti accorgi che il messaggio che ti hanno trasmesso, nei libri e nei racconti, coloro che sono tornati dalla guerra e coloro che non sono tornati e riposano sotto bianche croci, è lo stesso che senti dentro di te.
Il messaggio dice che siamo un esercito di gente comune che combatte, richiamata dalla vita personale, per diventare quello che ci accorgiamo di essere, mentre osserviamo gli altri parlare insieme di storia, al tramonto mentre la barca lenta procede al soffio del vento:  che dall'essere solo “io” prediamo coscienza e diventiamo “Noi”.
E’ questo sentirsi “Noi” che ha sempre vinto sulla guerra, che ha tenuto vivi i morti ed unito i reduci.
Le guerre nascono quando alcuni uomini sono convinti sulla superiorità del proprio “io”,  un super uomo che deve attrarre verso di se fama e ricchezza senza curarsi degli altri.
Pensare al 24 Maggio è pensare che il mito del super “io” ha resistito a due guerre mondiali, che non è stato ancora battuto, che siamo circondati da uomini che vedono solo il proprio "io" e tutto il resto non conta.
Politici da quattro soldi; industriali che sognano la rivoluzione industriale del '700 per vincere la competizione; la dignità barattata e svenduta per proprio rendiconto; la corruzione a tutti i livelli per possedere sempre di più, per essere sempre più "io"; dominatore del mondo e degli uomini, creatore dei bisogni e dei sogni per il solo consumo. 
A questo punto della mia vita, con la poca esperienza fatta nello studio di questa grande Guerra e con la conoscenza acquisita del secondo conflitto mondiale, sto perdendo sempre di più il mio “io” per ricercare il “noi”.
Sono felice, perché mi accorgo di condividere e non sottrarre, perché non siamo “io” in cerca di potere e gloria ma “noi” che cercano di tramandare agli altri, che verranno dopo, il messaggio che altri “noi”, fatti di operai, contadini, insegnanti, studenti, medici, falegnami, fabbri, ci hanno lasciato dal profondo di una trincea piena di fango.
E’ questo il grande insegnamento che questo conflitto mi sta lasciando, mentre la barca rientra lentamente nel porto e chiudo l’ultimo libro acquistato sulla Grande Guerra.
blogger
 
 
 
 
 

lunedì 18 maggio 2015

“ L’organizzazione della logistica dei viveri dell’Esercito Italiano nella Grande Guerra ”



Ringraziamo l'Esercito Italiano per la gentile concessione ed informiamo tutti i nostri visitatori e amici che è ancora possibile visitare la bellissima mostra presso il Complesso dei Dioscuri al Quirinale  (Via Piacenza, 1 Roma)



Il Rancio del Soldato – Alimentazione al fronte e a casa 
L’organizzazione della logistica dei viveri dell’Esercito Italiano nella Grande Guerra ”

​​​​​​​​​​Roma, nel quadro delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, presso il Complesso dei Dioscuri al Quirinale (Via Piacenza, 1), il Corpo di Commissariato dell'Esercito in collaborazione con l'Accademia Italiana della Cucina ha allestito la mostra "Il Rancio del Soldato – ​Alimentazione al fronte e a casa" che resterà aperta al pubblico dal 13 al 15 maggio e dal 18 al 19 maggio, dalle ore 09.00 alle ore 18.00.