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venerdì 24 aprile 2020

IL nostro 25 aprile



Oggi, 25 aprile 2020, festa nazionale della Liberazione dal nazifascismo, rivolgiamo un pensiero riconoscente a chi soffrì e spesso diede anche la vita per far dell’Italia un posto migliore. Ricordiamolo sempre perché fu pagato un prezzo altissimo  che unì ragazzi con le stellette inquadrati nelle forze alleate risalenti dal sud a quelli che animarono la lotta partigiana nel nord ancora occupato, alla popolazione che pur non combattendo armi in pugno (ma avendolo fatto in molti casi, è bene ricordarlo, Napoli per esempio liberandosi da sola dopo 4 giornate di lotta)  nascose ebrei, aiutò soldati alleati a nascondersi e rientrare nelle loro linee, supportò i partigiani, spesso pagando caro questo impegno. Viviamo tempi in cui c’è chi vorrebbe che quel sacrificio venisse obliato, e purtroppo l’ignoranza inculcata scientemente da alcuni decenni sta favorendo l’aumentare di questi fenomeni, ma il vero antidoto all’ignoranza è tramandare la conoscenza dei fatti, ed in questo siamo sempre stati in prima linea.
Noi del LI abbiamo quest’anno un motivo in più per commemorare questa data poiché è il decimo anniversario in cui, fedeli al motto “onorare e ricordare”, portammo a compimento, da un lato, un grande impegno che da tempo ci eravamo prefissi e da un altro ne iniziammo uno ancora maggiore.
I luoghi della battaglia, quelli che videro gli allievi del LI Battaglione AUC scontrarsi con i veterani della Goering, erano stati dimenticati. Per sessant’anni non vi era stato interesse alcuno a metterli in risalto, a cercare tracce. Solo grazie alla caparbietà di un reduce, Ugo Furlani di Gorizia, si era creato un archivio privato di testimonianze e riscontri con foto, cartine e schizzi d’epoca che avrebbe messo a frutto, nelle sue intenzioni, per scrivere un libro su quei fatti e far sorgere un monumento sul luogo dello scontro.  Non riuscì a veder realizzato nessuno di questi due propositi, scomparve nel 2008, ma per sua fortuna ( e nostra..) aveva avuto contatti stretti con alcuni di noi negli anni precedenti, condividendo molte delle sue conoscenze e dei suoi documenti. Prendemmo così in carico i suoi sogni e l’impegno a lavorare affinché venissero realizzati. Nel 2009 l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fece qualcosa di assolutamente straordinario, decidendo di celebrare il 25 aprile al Sacrario di Montelungo, annullando una contrapposizione storica fra Resistenza partigiana e Guerra di Liberazione e chiedendo oltretutto scusa, durante la cerimonia, per la colpa che avevano avuto le massime istituzioni nei decenni precedenti nel non aver ricordato degnamente l’apporto delle Forze Armate Regolari nella guerra al nazifascismo.  Un evento storico, che è rimasto indelebile per chi lo visse accanto a dei Reduci e vedere la loro commozione. Nelle riflessioni che scaturirono immediatamente dopo, fu quasi naturale dare impulso alla realizzazione, finalmente, di quel monumento sognato da Ugo Furlani e prefissarsi come data di inaugurazione il seguente 25 aprile, che d’ora in avanti si sarebbe impreziosito di un ulteriore significato.
Il luogo, totalmente abbandonato e pieno di alti rovi e sterpaglie, era sconosciuto anche alla popolazione locale come sito della battaglia. Organizzamo in fretta un concorso di forze diverse, il monumento seguì il disegno di Furlani, l’Associazione fece una raccolta fondi straordinaria al suo interno per finanziare l’impresa, il Comune di Mignano, la locale Sezione Bersaglieri e persone volenterose si adoperarono  prodigandosi per la realizzazione. Il risultato fu all’altezza delle aspettative ed inaugurato il 25 aprile 2010 alla presenza degli ultimi Reduci,  ancora oggi il pensiero di quanto siano stati felici quel giorno mitiga tante amarezze dovute sopportare in seguito.
Negli anni seguenti è continuato il recupero di quei luoghi, creando il “Parco storico della battaglia” sempre a nostre spese con segnaletica e cartelli esplicativi, individuando il sito del primo cimitero, anch’esso dimenticato, ma fermando dal 2014 ogni sviluppo futuro poiché i tempi e le persone son quelli che sono e noi, pochi e lontani, dobbiamo seguire un percorso indicato dai Padri fatto di coerenza e regole morali che molti usano solo per sciacquarsi la bocca.
Continuiamo il cammino, che dura da 71 anni, anche se pochi come lo erano Loro in quell’autunno del 43.
Paolo Farinosi - Presidente





25 APRILE 2020 - FESTA DELLA LIBERAZIONE



Buon 25 Aprile 2020

In ricordo di tutti quei ragazzi che hanno combattuto nelle fila dei Gruppi di Combattimento Italiani; il rinato esercito Italiano. 

Oggi siete sparsi in sacrari e cimiteri militari, spesso poco visitati, a volte chiusi per la revisione della spesa pubblica, cosa che voi non vi siete posti quando in gioco c'era una patria smarrita.
Ed non vi siete risparmiati, morendo a migliaia.

A voi il nostro rispetto, il nostro ricordo, la nostra memoria.
Per Onorare e Ricordare
gli applauditi di ieri, i dimenticati di oggi.


Ass. LI btg Bersaglieri AUC "Montelungo 1943"




CREMONA


MANTOVA


PICENO


FRIULI


FOLGORE


LEGNANO


"A soli 19 anni nel 1944 mi sono arruolato nel Gruppo di Combattimento Cremona, assieme a tanti giovani come me che volevano dare le loro braccia e i loro cuori per sollevare l’Italia dal tremendo stato di frustrazione in cui versava. Il nostro Gruppo di Combattimento, lo ricordo, era nato dai resti decimati della Divisione Cremona che dopo aver combattuto in Corsica per liberarla dai tedeschi era stata disarmata dai francesi e relegata ad Altavilla Irpina, pressoché in disarmo. Armati e vestiti con uniforme inglese, ma per la prima volta nel nuovo esercito italiano con il tricolore sul braccio e l’emblema della spiga, venimmo trasferiti a Teano e poi in Abruzzo e infine al fronte dove ben presto affrontammo durissimi scontri, tra paludi ed argini presidiati dall’esercito di Hitler. Dopo un terribile inverno di occupazione nazifascista, sfondammo per primi le linee nemiche ad Alfonsine. Ricordo bene quei giorni tremendi e nello stesso tempo pieni di entusiasmo mentre manovrando il mio cercamine liberavo il percorso per la colonna dei miei compagni. Venne poi il superamento del fiume Santerno, con un’azione che mi valse una decorazione al valor militare, la liberazione di Codigoro e Ariano Polesine e di tante altre località fino all’arrivo a Venezia e all’entusiastica accoglienza della popolazione felice di essere liberata dagli italiani. Tanti miei commilitoni diedero la vita per la nostra nazione; ricordo volti e nomi di parecchi di loro. Uno tra tutti, il valoroso capitano Giorgi, che morì colpito da una scheggia di granata durante l’offensiva finale e fu decorato con due medaglie d’oro e con la Victoria Cross, la massima onorificenza militare inglese. Avrebbero potuto smobilitare e aspettare gli eventi a casa o in qualche nascondiglio, ma non lo fecero. Molti riposano nel sacrario di Camerlona, presso Ravenna. Oggi, a tanti anni di distanza, mi piacerebbe proprio sapere che nella memoria storica della nostra nazione c’è un posto d’onore anche per loro."

Lamberto De Santis
classe 1925



BRANO TRATTO DA AVVENIRE.IT - MARCO TARQUINIO 23 APRILE 2016