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martedì 10 dicembre 2013

Discorso del Presidente dell'Associazione LI° Btg. Bersaglieri "Montelungo 1943"


Mignano ML, 8 dicembre 2013

Signore, Signori, Autorità

Se siamo qui, a distanza di 70 anni, a ricordare il valore dei combattenti  della battaglia di montelungo  che furono poi  protagonisti nella guerra di Liberazione, vuol dire che quei giovani  sono  entrati a pieno titolo nella storia della nostra Nazione.
 
Non voglio qui dilungarmi sulla ricostruzione dei fatti bellici, già più volte ricordati che, sebbene importanti per comprendere il valore di quei combattenti, primi fra i primi qui impegnati in prima linea, non risulta sufficiente per comprendere appieno l’altissimo  valore morale e storico che ci è stato lasciato in eredità.
 
Ricordo solo che quei giovani hanno speso i loro vent’anni per ideali che chiamavano lealtà, impegno, onore, senso del dovere e della giustizia e che oggi chiamiamo Italia.
 
Alcuni giorni fa durante un  colloquio telefonico, un Reduce mi raccomandò di ricordare a tutti voi che l’essenza del loro agire è rappresentata da quella frase che rimane scolpita su una pietra sul Montelungo……a ricercare la Patria smarrita…..
 
Si perché l’Italia e gli Italiani in quei giorni, dopo tre anni di guerra estenuante, condotta su ogni fronte con mezzi impari, guerra sbagliata sia sul piano tattico che su quello militare, avevano smarrito la loro identita, la loro dignità, il loro onore!!
 
Le severe imposizioni di una resa incondizionata ci avevano infatti  costretti a subire l’  occupazione  militare della totalità del  territorio nazionale; ciò che restava delle Istituzioni, rifugiato nelle Puglie, stentava a riprendere i comandi militari già dissolti come neve al sole e l’economia già flebile, non si giovava di certo  dal baratto e dal mercato nero!!
 
Eppure, pur in queste condizioni di assoluto degrado materiale e morale si seppe prontamente reagire e ritrovare la giusta via della Liberazione.
 
Quel 8 dicembre 1943 dovrebbe essere ricordato come il dies natalis del secondo risorgimento; da lì partì la riscossa di una nazione che sebbene sconfitta ed umiliata volle e seppe dimostrare alla platea mondiale,  la via del riscatto!!
 
La storia ci dice che la scelta fu vincente; gli anni dell’immediato  dopoguerra trovarono una Nazione economicamente depressa ma moralmente ricca di principi e di valori; gli stessi  che furono poi abilmente trascritti nella Carta Costituzionale, mirabile esempio di equità sociale e di unione nazionale.
 
Ma proprio a partire da quegli anni non si seppe  o non si volle riconoscere ai combattenti  il diritto al più elementare dei sentimenti: la riconoscenza storica. E quando dico combattenti penso a tutti coloro che chiamati su ogni fronte al senso del dovere e della Patria seppero in ogni condizione resistere ai disagi della guerra, della prigionia  o dell’esilio.
 
Citando  questi mi viene logico chiedermi  a quanti di quei valori oggi, dopo settant’anni, abbiamo saputo  conservato come indelebile  patrimonio nazionale.
 
Le notizie che ci arrivano ogni giorno dalla politica, dall’economia, dalla situazione dello stato sociale indicano lo stato di salute della nostra democrazia  e non ci consentono di guardare con serenità all’immediato futuro.
Si sente oggi forse come ieri, la necessità di una nuova presa di coscienza dei valori fondanti la nostra società.
 
Oggi forse come ieri è giunto il momento di recuperare la nostra dignità di persone e di popolo davanti al soccombere del senso civico, del dovere collettivo e del senso di appartenenza alla Patria, sempre più minate dall’ interesse personale o di parte e dal dilagante vuoto culturale quotidianamente profuso da  ormai potenti e incontrollabili sistemi di informazione.
 
Eppure ho motivo di pensare che forse una via da indicare rimane.
 
L’esperienza maturata in questi ultimi quattro giorni accogliendo e parlando dei valori nazionali nati dalla guerra di Liberazione ad oltre 900 studenti dai dieci ai 18 anni,  ci conforta e ci dice che è nostro dovere guardare avanti gettando il cuore come le bombe a mano dei nostri genitori sul Montelungo.
Abbiamo ritrovato in questi giovani curiosità ed interesse per la storia, senso civico, sensibilità sociale e capacità di apprendere. Tutti sentimenti che ci fanno ragionevolmente pensare che il senso della Patria sia ancora vivo e che valga ancora la pena di spendere energie per coltivarlo.
Ed è anche per questo, che oggi, a 70 anni di distanza, noi figli dei bersaglieri del LI°, eredi di quel mirabile esempio di fedeltà, sacrificio, senso della Patria e dello Stato siamo qui, dove la loro epopea ebbe inizio, affinché la  lungimirante dignità del loro agire sia consegnata alla Storia della Nazione come esempio di riscatto per le future generazioni.
Claudio Vigna
Presidente dell’Associazione
LI°Btg Bersaglieri AUC Montelungo 1943

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