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martedì 4 ottobre 2016

La guerra per Max Deauville


"Non bisogna cercare in queste pagine ciò che potrebbe contribuire alla gloria di un uomo.
Sono gli stati d'animo per cui siamo passati, i paesaggi in cui abbiamo vissuto.
Quelli che sono vissuti per anni nel fango comprenderanno.
Se certe pagine riuscissero a far risorgere in loro i più tristi giorni della nostra melanconia, possano esse aggiungerci il fascino del ricordo. Il quale fiorisce anche sui nostri più grandi dolori.
Questi giorni di sofferenza saranno stati invano? Forse.
Pure ci hanno dato la vittoria.
Che le gioie e le delusioni della vittoria non ci facciano dimenticare le ore povere. Più delle altre, esse hanno diritto a un grande posto nel nostro passato.
Appare sempre più vero che queste ore povere sono state le più curiose e originali che si siano potute vivere nell'epoca nostra.
L'idea che facessimo la guerra alla guerra, quest'idea che ci ha sostenuto, non era che un illusione?
E' possibile. Ma almeno abbiamo imparato che cos'era veramente la guerra.
Noi abbiamo vissuto prima del 1914 sopra un vecchio fondo di leggende eroiche.
Esse avevano impregnato i nostri spiriti, ci avevano foggiati, deformati, e hanno una grossa parte di responsabilità negli eventi crudeli che abbiamo veduto svolgersi davanti a noi.
Si può dire ch'esse sono state falciate dalle raffiche delle mitragliatrici, e che ormai agonizzano non avendo più nè corpo nè credito se non presso qualche fossile delle generazioni anteriori.
Stiamo vigili che l'antico spirito non risorga.
Ma se non abbiamo incontrato i fantasmi che c'eravamo creati, è inutile sostituirli con altri che sarebbero altrettanto pericolosi alle giovani generazioni.
L'immagine della vera guerra è più sobria, più smorta, più impastata di noia, di paura, di melanconia.
Essa è brutta e interessante, non soddisfa mai l'istinto di lotta e di combattimento che dorme nel cuore dell'uomo. Gli eroi sono uccisi senza gloria, senza sapere come e da chi, senza veder nulla, in uno scatenamento di forze oscure tra cui impera, unico, il caso.
Al contrario, la guerra mette a nudo il cuore degli uomini, ed è triste vedere tutto quel che può scoprirvi.
Gli elementi nobili delle nazioni si sono sacrificati a vantaggio degli altri, e la vera lezione che bisogna trarne è che i migliori hanno molto meglio da fare che non macellarsi vicendevolmente."

Max Deauville
Prefazione al suo libro: La boue des Flandres 1931 (il fango delle Fiandre)

A distanza di 85 anni le intuizioni del soldato-scrittore restano vive e attuali.





Portait de Maurice Duwez allias Max Deauville.  Source: Fonds Max Deauville




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