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lunedì 13 marzo 2017

Quel lungo viaggio per la Liberazione d'Italia 3

Come anticipato qualche giorno fa, iniziamo oggi a percorrere il viaggio di un soldato Italiano, dalla chiamata alle armi all'8 settembre per poi proseguire nella guerra di liberazione.
Aggiorneremo sempre questo Post, per dare modo ai lettori di seguire  tutta la storia e tutta la strada percorsa.
Utilizzeremo, dove possibile, immagini di Google, unendole ad immagini storiche, mentre alla fine del Post aggiorneremo una cartina dell'Italia, segnando, di volta in volta, il tragitto.
Bene, si parte...


Come tutti i ragazzi in età per la chiamata alle armi, alle fine di gennaio del 1943 arrivò la cartolina ad Ernani Costantini; il ragazzo si trovava nella sua casa natale a Venezia ed aveva da poco terminato gli studi.
La prima destinazione fu il distretto militare di Mestre, in via Alessandro Poerio,  oggi utilizzato per altre attività.


Al distretto militare di Mestre apprese di essere stato assegnato al I° Granatieri di Roma, sito in viale Giulio Cesare. Una grande struttura, ancora oggi, in parte, utilizzata dall'esercito Italiano.
Il primo febbraio 1943 il treno iniziò il suo viaggio per Roma.


Da Roma, dopo i primi 20 giorni di addestramento, il primo ordine di trasferimento; una caserma appena ultimata a Forlì.



I giorni successivi l'arrivo a Forlì videro il nostro soldato impegnato nell'addestramento presso il 17° battaglione AUC Granatieri, la vita era quella della caserma.
15 marzo: in caserma
  2 aprile: in giro per Forlì
20 aprile: uscita in marcia e visita a Predappio



16 maggio 1943: in caserma
23 maggio 1943: in caserma
25 maggio 1943: in caserma il cibo viene razionato
27 maggio 1943: in caserma
12 giugno  1943: esercitazione tiri artiglieria
15 giugno  1943: in caserma





(non conosciamo la data di stampa delle cartoline)

Superata la prima fase addestrativa, in caserma, per il nostro soldato iniziava il periodo delle esercitazioni e dei campi in esterno.
Uno dei luoghi più frequentati fu Bagno di Romagna.

di questo periodo sono le seguenti tappe:

11 luglio 1943 Bagno di Romagna
16 luglio 1943 Bagno di Romagna
20 luglio 1943 Bagno di Romagna

Era un posto immerso nella natura e nel verde, dove alle esercitazioni militari si univa la contemplazione di scenari naturali incontaminati.


finita questa parte di addestramento al combattimento il reparto fu inviato a Gioia del Colle in Puglia.
La loro base operativa era un liceo classico nel centro del paese, il Publio Virgilio Marone, in via Leonardo da Vinci. Alloggiarono nell'aula della IIIa B


fu in quest'istituto che il 9 settembre del 1943 arrivarono i tedeschi ed imposero a tutti i soldati di deporre le armi e gettarle, tutte insieme, nel centro del cortile sito all'interno di quest'istituto.
Per i giovani soldati italiani era un'onta, un oltraggio alla bandiera, alla nazione, alla loro divisa. Uscirono dall'istituto a piedi, aprendo il cancello e ritrovandosi da soli, per poi nascondersi in un seminterrato di una casa, luogo suggerito dal parroco per la paura di rappresaglie su di loro, da questo momento la loro vita è vissuta nei sotterranei, stando attenti a non essere scoperti e nella continua e incessante ricerca di cibo, che arrivava ogni giorno verso le 12 dalle mani caritatevoli dei parrocchiani; una zuppa di ceci.

Era il 15 settembre del 1943, vi restarono fino al 30 settembre, il giorno in cui i tedeschi lasciarono il paese.

Il giorno dopo, nel primo pomeriggio, sui muri del paese apparivano dei manifesti che richiamavano tutti gli allievi ufficiali a presentarsi nelle loro rispettive basi operative; l'aula della IIIa B del liceo Publio Vigilio Marone ...



Vi restarono fino ai primi giorni di Ottobre, quando un camion militare italiano li venne a prendere con destinazione Bari.
Una grande caserma nel centro del paese.


Vi restarono fino al 7 Ottobre, quando i nostri soldati si mossero in direzione Sud, verso Oria.
I racconti di questi giorni sono spensierati e pieni di piaceri ma anche di dubbi e incertezze sulle scelte che dovranno essere fatte.
Le memorie esprimono con viva e cristallina bellezza la vita di ragazzi che dovevano in pochi giorni decidere il loro futuro; e in molti si arruolarono al grido di Viva l'Italia!
Furono alloggiati in un grande capannone poco fuori Oria. Per ritrovarlo è bastato chiamare il comando dei vigili di Oria e trovare persone cordialissime e disponibilissime ad ascoltare le mie richieste particolari.. ed ecco il luogo.

12 Ottobre 1943: Oria
18 Ottobre 1943: Oria
26 Ottobre 1943: Oria






In questo capannone, probabilmente, tutti i resti dei reparti confluiti vennero uniti sotto la sigla di un nuovo reparto: Raggruppamento AUC Curtadone e Montanara, l'idea del Secondo Risorgimento Italiano prendeva piede tra quelle finestre prendendo spunto da passato.
Di quei giorni, alcuni particolari sono così vivi e belli che abbiamo voluto ricercare i luoghi dove avvennero, sempre con l'aiuto del comando locale di Vigili, che ancora ringraziamo.

E quindi di seguito le immagini dell'unico cinema dove si riunivano in quei giorni durante la libera uscita.



ma anche l'osteria dove fecero il primo incontro con il  vino di manduria, oggi il locale si chiama "Trattoria e pizzeria Corrado"





Sempre di questi giorni è la visita ripetuta ad un frantoio ed una piccola azienda di confezionamento di fichi secchi, che non siamo riusciti ad identificare con precisione, dove con i pochi soldi a disposizione si acquistavano olive e fichi per integrare il rancio povero di quei giorni di carestia.
L'addestramento ed i tiri venivano comunque sempre fatti presso un poligono, ancora attivo oggi il contrada S. Cosimo alla Macchia.


22 Novembre 1943 presso il capannone di Oria 

Ai soldati viene comunicato di essere stati aggregati al 67° Rgt. Fanteria della Divisione Legnano.





3 Dicembre 1943 presso il capannone di Oria ai soldati viene comunicato di appartenere al 1° Raggruppamento Motorizzato e viene fissata la partenza per il giorno successivo.


Il giorno 6 Dicembre erano a Dugenta, nei pressi di un castello diroccato, dopo esser passati per Sant'Agata dei Goti, sede del comando del I° Raggruppamento Motorizzato.
Nel tragitto ebbero per la prima volta le razioni K americane.







A Dugenta, nei pressi del castello, compresero di essere stati aggregati alla 5A Armata Americana.






il giorno successivo sarebbero partiti tutti insieme con destinazione
Montelungo. La notte del 7 si accamparono un una zona nei pressi di Mignano Montelungo, dalla foto sulla sinistra un fusto di benzina militare riutilizzato indica che il punto è corretto..






La mattina dell'8 dicembre del 1943 si mossero all'attacco di Montelungo....





















giovedì 9 marzo 2017

Hans e Sophie Scholl, "la rosa bianca"

Pochi giorni fa, ricorreva un anniversario, un piccolo anniversario, di quelli che a volte passano inosservati, forse nelle zone limitrofe agli accadimenti. 
Quando lessi per la prima volta la storia mi lasciò una grande meraviglia ed un senso di ammirazione per questi ragazzi.
Per questo, anche se a distanza di alcuni giorni, voglio raccontarvi la loro storia.
Che cosa ha fatto Sophia Magdalena Sholl? è stata semplicemente un'eroina della resistenza anti nazista in Germania, avete capito bene, in Germania!
Cosa ci può essere di più coraggioso che cercare dall'interno di illuminare il proprio popolo e la propria nazione dal delirio imperante del nazismo e cercare di svegliarlo dalla distruzione a cui stava andando inconsapevole? 
Sophia sentiva dentro di se questo bisogno e questo fu il veicolo delle sue azioni.
Quarta di sei figli, aveva un carattere schivo, ma era stata educata all'amore per la Patria dal padre, sindaco del paese e liberale convinto.
La frequentazione della gioventù Hitleriana all'età di 12 anni gli fece comprendere l'assurdità di quella dottrina tanto da farla confluire nella "Die Deutsche Jungenschaft" un gruppo giovanile vietato dal regime che aveva avuto la nascita dalle idee di Eberhard Kobel.
Il proseguimento degli studi classici e la dottrina della chiesa furono le basi della formazione di Sophie; 
per Lei la fede cristiana doveva essere liberata da ogni commistione col potere politico.
Fu di questo periodo la triste esperienza dell'arresto del fratello maggiore, Hans, per le sue idee anti naziste e per la militanza nella Deutsche Jungenschaft, la sua famiglia ormai era segnata. 
Questa esperienza fu per lei uno stimolo ad un impegno sempre più attivo contro la dittatura, all'azione diretta ed alla divulgazione delle sue idee ad un pubblico più vasto.
Questa ricerca dell'azione la portò ad entrare nel Quickborn (sorgente di vita), un giovane movimento cattolico guidato dal sacerdote Romano Guardini, che predicava Cristo come la sola guida della gioventù.
Il 1940 vide Sophie prima come maestra d'asilo e poi costretta a fare l'ausiliaria in un istituto statale.
Il 1941 fu l'anno dell'incontro con Carl Muth e Theodor Haecker, due intellettuali cattolici anti-nazisti, futuri membri del gruppo Rosa Bianca, al quale aderì anche Sophie nell'estate del 1942, dopo essersi iscritta all'università di Monaco, alla facoltà di Filosofia dove c'era anche il fratello.

Di questo periodo è la sua frase:

« Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? »

Il 18 febbraio Sophie esce allo scoperto e distribuisce volantini nell'Università di Monaco, fino a farsi arrestare insieme al fratello.
Per quattro giorni furono torturati dalla Gestapo, riconosciuti colpevoli di alto tradimento e processati insieme all'amico Christoph Probst arrestato successivamente.
Non fecero i nomi del resto del gruppo della Rosa Bianca, presero sulle loro spalle tutta la responsabilità e la pena che gli sarebbe stata data.
Il 22 febbraio del 1943, in un processo farsa indetto dal regime nazista, con a capo il giudice Roland Freisler, furono condannati e condotti alla prigione Stadelheim.
Furono ghigliottinati tutti e tre lo stesso giorni nel cortile della stessa prigione.

Nel volantino c'era scritto:

"Ma cosa fa il popolo tedesco? Non vede e non ascolta. Segue ciecamente i suoi seduttori verso la rovina. "Vittoria ad ogni costo!", hanno scritto sulla loro bandiera. "Lotterò sino all'ultimo uomo" dice Hitler, ma intanto la guerra è già persa. Tedeschi! Volete, voi e i vostri figli, subire lo stesso destino toccato agli ebrei? ..... Dobbiamo essere per sempre un popolo odiato e allontanato da tutto il mondo? No. Perciò dividetevi dalla subumanità nazionalsocialista... La parte migliore del popolo lotta con noi. Strappate il velo di indifferenza nel quale avete avvolto il vostro cuore. Decidetevi, prima che sia troppo tardi!"

Nel volantino tutto il loro coraggio, il popolo Tedesco dovrà meditare a lungo su questi giovani eroi e loro memoria non dovrà essere mai dimenticata.

Fonte dati:
Maria Pia Bernicchia - La Porta della Memoria
Paolo Ghezzi - La Rosa Bianca non vi darà pace
Portale Wikipedia
















mercoledì 8 marzo 2017

8 Marzo, un ricordo per le donne di Birkenau


Questa mattina ci ho pensato un po prima di postare questo scritto di Maria Pia Bernicchia, poi ho pensato che c'è un triste filo conduttore che lega questa data di ieri ad oggi, è la violenza sulle donne, vittime innocenti della follia umana.

Per questo, abbracciando idealmente tutte le donne e salutando in particolar modo le donne della nostra associazione, riporto quello che successe la notte dell'8 marzo a Birkenau.


"8 marzo 1944 a Birkenau
La liquidazione del campo per famiglie di Terezin.
E’ una ferita che mai si rimarginerà, sanguina solo a sfiorarla. Sono giorni che la portadellamemoria stenta ad aprirsi per raccontare questo indimenticabile massacro.
Vi porto al settore BIIb di Birkenau, nel campo per famiglie del ghetto di Terezin.
Erano arrivati a Birkenau da Terezin il giorno 8 settembre 1943. Erano 5006 persone: uomini, donne bambini. Avevano potuto tenere il loro bagaglio. Rimasero insieme, illusi fino alla fine... Rimasero sei mesi in quell’inferno.
Dei 5006 arrivati l’8 settembre 1943 ne erano morti circa 1140. A marzo 1944 i rimasti in vita erano oltre 3800...
Nel frattempo i nazisti inscenano un’altra delle loro perfide azioni. Per far credere al mondo e soprattutto alla Croce Rossa Internazionale che gli ebrei del Ghetto modello di Terezin erano vivi , fecero scrivere agli ebrei stessi delle cartoline da inviare a parenti ed amici, raccontando una falsa verità, dicendo che stanno bene, che tutto va bene... e datandole con una data retroattiva. Questo infame inganno passa alla storia con il nome suadente che gronda sangue di “Postkarten-Aktion” operazione cartoline...
E’ l’8 marzo, è sera, sono circa le 20. Arriva Thilo Heinz, arrivano SS con i cani, arrivano rinforzi. Si separano gli uomini dalle donne. I sani vengono mandati nel settore BIIa, si ordina una Lagersperre. Con la scusa di rendere la cosa più agibile si sollecitano le persone a lasciare il bagaglio pesante e si assicura che verrà caricato dopo, si fanno arrivare 12 camion coperti da teloni, si racconta ai detenuti che andranno alla stazione, vengono caricate 40 persone per volta, per illudere che si andrà alla stazione i camion girano non a sinistra che era la via diretta verso i crematori, ma girano a destra.... le persone intanto cominciano ad innervosirsi, verso le due di notte alcuni hanno capito e urlano, altri per sperare di infondere la calma intonano un canto. Le SS ordinano di tacere e minacciano di interrompere il trasporto e sparano anche alcuni colpi in aria.
Gli uomini vengono portati al Krematorium III le donne al Krematorium II... Gli spogliatoi nei crematori sono stati sistemati in modo tale che i detenuti in attesa hanno fino alla fine la speranza di andare in un campo di lavoro. Ma quando viene dato l’ordine di spogliarsi...
E ad un certo punto, improvvisamente, le donne già nude nella camera a gas, che aspetta di essere riempita, iniziano a cantare l' Aktivà, e poi l’inno nazionale ceco e poi un canto partigiano
E’ la liquidazione del campo BIIb, il campo per famiglie del Ghetto di Terezin
3791 i cadaveri all’alba
E poi solo nuvole di fumo a riempire il cielo grigio di Birkenau...
....

Sempre l’8 marzo la ditta DEGESCH emette una fattura di 1.050 RM per una fornitura di 210 Kg di gas Zyklon B intestata all’ufficio amministrativo del Lager di Auschwitz."

SCRITTO DA:
MARIA PIA BERNICCHIA 
BLOG: LA PORTA DELLA MEMORIA





giovedì 2 marzo 2017

Quel saluto che unisce ieri ed oggi

Molti di voi, quelli che ci seguono su questo Blog, ricorderanno il lavoro fatto per onorare Maurice Lee Britt, medal of honor, ed il monumento dedicato a lui, eretto nel comune di San Pietro Infine in collaborazione con il comune, a pochi passi dalla collina di Monterotondo. Per quelli che non lo ricordano suggeriamo di rivedere il nostro Post del 10 Ottobre 2016.
Era una storia che ci aveva appassionato, un viaggio fantastico nella vita di Maurice ed in quella di Floid, l'altro soldato americano che ha meritato la medal of honor su quella collina.
Proprio ieri pensavo di tornare su quei luoghi per una passeggiata, per nuovi rilievi e ricerche.
Ed oggi accade che sento squillare il tablet, era il suono dei messaggi, quelli di Facebook... era di un ragazzone americano che scopro essere C.W. Britt... un nipote di Maurice.
Mi ringrazia per il lavoro fatto, per il pensiero avuto per suo nonno, ci segue adesso sul Blog e spera di venire al più presto in Italia, per un viaggio sulle tracce del nonno famoso.
Dopo le notti passate a ricercare informazioni, dopo le sensazioni provate durante quei lunghi mesi e tutte le persone conosciute affinche un piccolo sogno diventasse realtà, ecco l'ultima sorpresa, quella che unisce idealmente la storia di ieri a quella di oggi.
Ci stiamo scrivendo mail, lui ha grandi progetti e noi siamo qui, per onorare e ricordare, sempre.