Ho pensato di raccontarvi questa
storia, di cui sono venuto a conoscenza grazie al mio amico Stefano, una sera durante il viaggio sul pullman verso Perugia, quando al tramonto, tra le dolci colline di
nuovo verdi dopo un estate torrida ed i colori rosa, viola, rosso e blù del
tramonto vedevo le linee dei monti scure
al contrasto con il sole calante ed ho ripensato a monte Tezio, che segna il
territorio di Perugia sul versante nord.
E’ questa una terra meravigliosa,
dolce, dai profumi inconfondibili e dalla gente cordiale e ospitale.
La sua campagna oltre ad essere
disseminata di cipressi; sottili pennellate nello sfondo di un cielo azzurro,
che segnano strade, cancelli e angoli di fede è ricca di manufatti medievali;
torri, castelli e borghi a volte piccolissimi, dove il tempo scorre lento,
nonostante tutto quello che vi accade intorno.
E in uno di questi piccoli
borghi, sotto il monte Tezio, nei pressi di Perugia, che si svolge la storia che vi racconto.
Migiana,
frazione del comune di Corciano, popolata oggi da 200 anime, con il suo
castello medievale, Castel Procoio e le sue poche case, tutte unite intorno
alla chiesa.
In questo piccolo paese, nel
giugno del 1944, giunsero dei soldati tedeschi in ritirata; si stabilirono e
rimasero li fin tanto che il fronte non li raggiunse.
La storia è quella di un ragazzo
di 25 anni, un soldato tedesco, un ufficiale, un uomo sensibile e buono che il
corso degli eventi della vita lo videro indossare una divisa con l’aquila e la
croce uncinata e combattere una guerra che il suo animo buono non riuscì
a sopportare.
Paul Riedel nasce a Monaco di
Baviera il 20 Agosto 1919 si arruola e parte per l’Italia nella ricostituita divisione
“Hoch um Deutschmeister”, distrutta a Stalingrado.
Paul fu presente sulle colline di
Terelle, durante i duri combattimenti nella prima battaglia di Cassino e vi
rimase fino alla definitiva ritirata del 17 maggio 1944.
Il suo reparto fu aggregato alle
truppe che dovevano rallentare l’avanza del nemico, le Sicherungsgruppe, gruppi
di sicurezza, che con abili azioni riuscirono a rallentare l’avanza degli
alleati nel settore del fronte che va dalla linea Gustav alla linea Gotica.
Il 19 giugno del 1944, con la
liberazione di Perugia da parte dell’8° armata Britannica il gruppo di soldati
comandati dal Ten. Paul Riedel, si attestarono a pochi chilometri di distanza, sulle
pendici del monte Tezio, nel paese di Migiana, con lo scopo di garantire la ritirata
delle truppe germaniche e procedere con l’attività di rallentamento delle
truppe nemiche in avanzata.
Rimasero a Migiana per circa 10
giorni, nei quali il Ten. Riedel si fece ben volere da tutta la popolazione,
allacciando un dialogo continuo con il parroco del paese, Don Erminio Mignini
che divenne suo amico e confessore.
La popolazione rimase colpita da
questo ragazzo di 25 anni, che nella sua divisa da ufficiale tedesco si
comportava con un umanità e comprensione verso le difficoltà in cui versava la
popolazione umbra di quel piccolo centro.
Paul ordinò ai suoi uomini di
comportarsi con educazione e rispetto, lasciò liberi i cittadini di muoversi
per le campagne ed i paesi.
Accortosi che la fame dilagava
tra le donne i vecchi ed i bambini, fece dividere equamente le scorte che
avevano. Il 25 giugno, fece macellare e dividere a tutta la popolazione un
vitello ferito da una granata, come fece dividere anche le scorte di cibo
trovate nella curia.
Nei giorni successivi intervenne
punendo i suoi uomini che volevano fucilare un vecchio contadino per aver fatto
fuggire il suo asino, cosa non vera, dato che l’animale era fuggito dalla
stalla per effetto dei bombardamenti.
Irruppe in un casolare dove dei
soldati avevano strappato la neonata dalle mani di una giovane mamma, forse
con l’intento di violentare quest’ultima, ordinò ai soldati di uscire
intimandoli di riferire tutto alla corte marziale e tornò nei giorni successivi
in quella casa solo per tenere in braccio la piccolina e tranquillizzare la
giovane mamma e la famiglia di lei.
Tutti questi fatti legarono la
popolazione di Migiana al giovane ufficiale Tedesco, che vedevano passeggiare
da solo per il paese con il suo diario, intento a scrivere poesie e descrivere
il panorama bellissimo di un Italia ferita dalla guerra ma che amava sempre di
più.
Alla fine di ogni sua passeggiata
c’erano i dialoghi con il parroco al quale confessava il suo disagio nel vedere
quanta sofferenza il suo popolo stava infliggendo all’Italia, che stava amando
ogni giorno di più.
La sofferenza di quella sua
personale condizione umana divenne un fardello troppo pesante quando le voci
delle stragi naziste e delle rappresaglie delle truppe in ritirata divennero
sempre più frequenti. Nulla poteva fare davanti a tanta cattiveria, salvo
addolorarsi nell’animo e sperare che tutto finisse nel più breve tempo
possibile.
E arrivò il 29 giugno del 1944…
(tratto da Marinella Saiella -
"…ricordando la madre lontana…" Storia di un nemico diverso pag
35-36) :
“Le cose a un certo punto precipitarono: era la fine di giugno e gli
alleati nel loro lento procedere da Perugia verso nord, erano ormai arrivati
nei pressi di Migiana, pur con le difficoltà legate alle strade strette,
polverose, in gran parte inagibili...Giunsero alla Forcella, dove c‟è il bivio
che porta al paese e allora le bombe, i colpi di cannone e mitragliatrice si
fecero sempre più vicini. Era il 29 giugno e i miei sentirono un gran vocio, un
rumore di passi pesanti ed urla frenetiche: i soldati litigavano fra loro
e si rivolgevano con rabbia al loro comandante...In poco tempo rifecero gli
zaini ed uscirono dalle case, dove rimase solo Paul che indicò agli abitanti
della fattoria un rifugio sicuro dalla tempesta di fuoco che si stava
sviluppando, una grotta scavata lungo le pendici del Tezio, che era stata già
utilizzata con questo scopo. Andammo tutti lì e da quella posizione
sopraelevata rispetto alla fattoria i rifugiati videro il tenente che, vestito
di bianco, si muoveva nella zona del cortile, diventando un perfetto bersaglio
per il fuoco nemico.
Infatti, quando si fermò la battaglia, alla sera, noi tornammo giù e lo
trovammo riverso sotto un albero ( denominato l'albero del tedesco), coperto di
sangue. Tutti lo circondarono, muti. Mia madre andò a prendere un lenzuolo per
coprirlo: un atto di pietà riverente, che continuò nei giorni successivi, fino
al funerale....”
“Si svestì della divisa e mise un completo chiaro, pantaloncini e
maglietta, e con quelli si mise in una posizione favorevole per essere colpito
da lontano....Voleva morire, evidentemente!”
Il suo diario fu trovato sotto il suo
corpo, ancora aperto, forse era la sua unica arma...
L’affetto dei popolani fu ancora
più forte quando seppero dal Parroco, Don Erminio Mignini, che Riedel aveva chiesto al sacerdote di essere seppellito in quel paesino,
nel caso fosse stato ucciso in battaglia, perché innamorato di quei luoghi e
dell’Italia.
E questo fecero i popolani con tutto l’amore di cui furono capaci cercando di ripagare tutto l'affetto che lui ebbe per loro. Affetto che dura ancora oggi, dato che Paul Riedel è l'unico ancora presente nel vecchio cimitero di Migiana.
Offrirono tutti insieme una tomba
per il giovane ufficiale nel cimitero, che rimase lì anche alla fine della
guerra, quando la famiglia, in rispetto dei suoi ultimi voleri, decise di non
riportarlo a casa ma di lasciarlo dove lui voleva, dedicandogli questa frase
che si trova ancora oggi sulla sua piccola tomba in un cimitero quasi
completamente vuoto ormai.
“Pace all’anima del L.T. Paul Riedel che per l’adempimento del dovere,
combattendo in Italia e ammirando le sue bellezze, nella luce della Fede
cattolica, desiderò che anche la sua tomba fosse in suolo italiano, pur
ricordando la madre lontana”.
In un Blog nato per raccontare la
storia di coloro che hanno combattuto la guerra di liberazione contro l’occupazione
nazifascita il racconto della storia di Paul Riedel ci unisce ai vinti, in quell’abbraccio
ideale che i nostri reduci, qualche anno fa, hanno voluto dare con la presenza al
cimitero Tedesco di Caira. Dal loro insegnamento di quel giorno nasce la voglia
di ricordare quei soldati che posti dall'altra parte della trincea hanno
sofferto per le umane vicende dei più deboli in guerra.
Che suoni il silenzio in onore del Ten. Paul Riedel.
Foto: Stefano Piantoni
Foto: Stefano Piantoni
Cima di Monte Tezio
Soldati della "Hoch um Deutschmeister" a Terelle
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