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martedì 2 ottobre 2018

Nè dolore nè rabbia, solo misericordia


Cari lettori di questo Blog, volevamo iniziare il percorso che ci porterà al 75° anniversario della Battaglia di Montelungo con un lungo viaggio attraverso tutti i nostri racconti, un viaggio che sarebbe partito da Marostica per finire davanti alla Madonnina di Montelungo.
Dobbiamo invece partire dalla fine, perchè è da questa fine che si può capire chi eravamo prima della guerra di liberazione, cosa ci hanno donato con la liberazione e cosa siamo oggi.

Partiamo dalla fine perchè ci hanno informato che a causa della mancanza di fondi il Sacrario di Montelungo sarebbe rimasto chiuso tutti i sabati e le domeniche salvo richieste particolari da inviare a.. etc etc etc e via dicendo.

Così per verificare e nella speranza che fosse una notizia falsa, sabato scorso ci siamo recati al Sacrario ed effettivamente era tutto chiuso.

Per i parenti che vorranno onorare i loro caduti e per i visitatori non resta che attendere le cerimonie ufficiali, prendere un giorno di ferie o compilare, chissà, il solito modulino per la richiesta di apertura di sabato...

Con la presente, io sottoscritto ..... parente di ....,  medaglia d'oro del rinato esercito Italiano, chiedo, alla direzione del Sacrario, l'apertura straordinaria il giorno sabato xx/xx/xxxx per poter rendere gli onori al caro parente caduto nella guerra di Liberazione Italiana.
Ringrazio anticipatamente per la cortese risposta.

Nel silenzio di sabato scorso rotto solo da qualche auto di passaggio e dal rumore del tricolore mosso dal vento, gli unici visitatori dei nostri eroi erano le lucertole e qualche farfalla bianca.

Sono rimasto qualche minuto davanti a quel cancello nero chiuso, un minuto interminabile, un minuto nel quale sono passati nella mente tutti i racconti di quei ragazzi: Bari, Avellino, Montelungo, Monte Marrone, Monte Mare, L'Abruzzo, le Marche, Filottrano, il Senio e Bologna, con l'Italia finalmente libera di decidere il suo futuro; la Repubblica.

Ed oggi, a settantacinque anni di distanza, la Repubblica non ha più soldi per loro, sono diventati un costo... già un costo.

Mi domandavo, in questo minuto interminabile, se questi mille sepolti qui avranno mai pensato che perdere la vita per la Patria era un costo troppo alto e forse non ne valeva la pena; ma  la scelta loro l'avevano fatta e la risposta era in quelle croci bianche che vedevo attraverso le sbarre.

Per questo me li sono immaginati uscire dalle tombe e disporsi in fila, allineati e coperti sotto il tricolore a cantare l'Inno d'Italia.

"C'han chiuso le porte, l'Italia ci amò
C'han chiuso le porte, C'han chiuso le porte
C'han chiuso le porte
L'Italia ci amò
Si!"

Applausi...

Chiaramente siamo sicuri che gli amici del sacrario, che da anni lo curavano con amore anche il sabato e la domenica, saranno dispiaciuti come noi.

Ma questo è quello che siamo stati capaci di fare per il 75° anniversario della Battaglia di Montelungo.

Un saluto bersaglieresco...






foto: luigi settimi






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