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martedì 19 novembre 2013

Sala della Memoria


Sala della memoria
70° Battaglia di Montelungo


Un cubo, una stanza bianca, 
un sacello che conserva gli attimi di un massacro,
gli uomini.. i Bersaglieri, 
che vissero quelle tragiche ore, attaccando avversari più forti 
per l'onore dell'Italia.
I passi nel fango, i primi colpi, le grida, 
il mortaio che irrompe nella scena col suo carico di morte,
uno ad uno scorreranno davanti a voi i 20 nomi di coloro che
furono falciati dalle mitragliatrici e dai cecchini,
tutti, tranne uno, senza nome,
che in terra ricorda chi fu nella sfortuna più sfortunato
colui che in ogni battaglia resta senza un volto, senza un nome.
Colui che vive nei soli ricordi di chi lo aspetta, 
in quella casa in cui non entrerà più.
Colui che alla fine vivrà nel vostro ricordo, quando sarete usciti
e osserverete un lungo tricolore che conserva dentro di se le croci dei caduti
che le custodisce e le mostra a futura memoria.
Le croci spuntano dal manto verde bianco e rosso 
come tanti alberi in autunno,
rami vuoti in attesa della primavera,
le loro foglie sono le foto, sparse in terra,
sono foto di Bersaglieri, in tutti i teatri di guerra,
sono la memoria, che nel lento scorrere del tempo,
scandito dai vostri passi
vi ricorderà di quali sacrifici i Bersaglieri si sono fatti carico
per il giuramento dato.


l.s./p.f.




“Noi siamo ciò che ricordiamo di essere stati.

La memoria storica è un diario, un salvadanaio dello spirito, e racconta i fatti più pregnanti della vicenda umana: ecco perché la storia diventa la memoria vivente del mondo intero. Non c’è futuro senza memoria.

Distruggere la memoria equivale a distruggere la base della propria identità e della propria continuità nel tempo.

La memoria storica è testimonianza del passato: consiste, in estrema sintesi, nell’organizzare il passato in funzione del presente, insegna la fecondità del sacrificio e celebra il trionfo della spiritualità.”…

“Tutto ciò che oggi noi siamo ha le sue radici nel passato, e dimenticare queste radici è come condurre una vita priva di riferimenti. Si ha fame e sete di memoria storica, non per una sterile nostalgia del passato, ma perché essa orienta una visione positiva della vita e dei rapporti umani, educa alla convivenza pacifica.” ….

“..Fare storia, ricordare la storia, raccontare la storia è come predisporre un raccolto, un granaio, un patrimonio prezioso per l’attuale, durissimo inverno dello spirito. Rimembrare il passato non significa tanto tornare a riviverne minutamente ogni attimo, quanto piuttosto selezionarne i momenti più significativi, più eloquenti, più utili, più vivi per noi. Alle volte, l’antica pittura su tela, invecchiando, si fa trasparente. Quando questo accade è possibile vedere le linee originali di certi quadri: sotto un vestito di donna trapelerà un albero, una barca che non naviga più in mare aperto. Ora la pittura è invecchiata: noi volevamo vedere che cosa c’era per noi una volta, che cosa c’è per noi adesso.”


Brani tratti da :  A PROPOSITO DI MEMORIA STORICA

del Prof. Giovanni Greco
   università di Bologna



Sala della memoria
dall'1 al 8 Dicembre presso l'hotel Rocca
in sede fissa presso il museo Historicus di Caspoli









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