Ma perché è così importante per noi Poggio Scanno ? Perché è stata l’ultima battaglia sostenuta dai Bersaglieri del Btg Goito prima di entrare a liberare Bologna e proprio lì fu assegnata l’ultima M.O.V.M. della Seconda Guerra Mondiale al Serg. Sbaiz.
Lo scorso 19 aprile 2015 è stato inaugurato il cippo, nel 70° Anniversario della Battaglia di Poggio Scanno ed ora su questa collina bolognese finalmente sventola il Tricolore accanto ad una Croce e ad una lapide con inciso i nomi dei Caduti. Fortemente voluto dalla Sezione A.N.B. “ Chiarini “ di Bologna e dalla ferrea volontà dei propri Soci che, a piedi, hanno attraversato campi coltivati per portare in cima alla collina, tutto il materiale da costruzione.
Sabbia, cemento, carpenteria, Croce, lapide, palo in ferro…quanto sudore, ma sempre con la gioia nel cuore e la grande soddisfazione di aver degnamente ricordato chi per la nostra libertà, ha donato la propria vita.
Grazie anche al Comune di Pianoro e al proprio Ufficio Tecnico, che ha supportato questi “ irriducibili “ Bersaglieri nelle ricerche per individuare l’esatto punto, rilevabile soltanto dalle carte topografiche e per aver concesso gratuitamente il terreno.
Ora il famoso passo della Preghiera del Bersagliere di Nino Tramonti in cui si ricordano “ coloro che dal Mincio al Don e dal Don a Poggio Scanno sul campo restarono “ ha un punto esatto in questa oasi di pace, per tutti quelli che vogliono portare un deferente saluto ai nostri Eroi Bersaglieri, caduti in nome della libertà.
(Bers. Rocco Paltrinieri – Pres. Reg. ANB E.Romagna)
Brano tratto dalle Memorie di Giovanni Recchi,
Bersagliere del LI Btg. Bersaglieri 1943
"Il 24 settembre 1944 il Corpo
Italiano di Liberazione venne sciolto, ma rimarrà sempre nei cuori di coloro
che ne hanno vissuto le indimenticabili vicende. Vengono costituiti i Gruppi di
Combattimento: il Legnano, il Friuli, il
Cremona, il Folgore e (in riserva), il Mantova . Sono in effetti delle vere
divisioni, di circa diecimila uomini ciascuna, con dotazione di armi
automatiche, mitragliatori e mortai, artiglieria e pezzi controcarro e
contraerei. Nella stessa data anche il 4° reggimento bersaglieri viene sciolto
e, con gli elementi più giovani, e
fisicamente più dotati, quasi tutti del
Nord – Italia, si costituisce il battaglione bersaglieri Goito, affidato
al comando del maggiore Romolo Guercio, che si dimostrerà ben presto ufficiale
colto, energico, preparato e valoroso combattente, reduce pluridecorato della
campagna di Russia. Con i vecchi del
cinquantunesimo, Nicola (Ruicci), Dario (Boschian), Gabriele (Luzi), Marco (Monteduro), Leone (Orioli), Sesto (Ciampiconi), Aldo (Capogna), Egidio (Sartorio), Rinaldo (Flaim) e
Alvaro (Mori), vengo assegnato
alla settima compagnia del Goito
(capitano Moiso, già del nostro LI°)
che, unitamente ai battaglioni alpini Piemonte e L’Aquila, una compagnia mortai e una
compagnia cannoni da 57/50, forma il
Reggimento speciale Legnano, al comando del colonnello degli alpini Galliano
Scarpa, inquadrato nell’omonimo Gruppo di Combattimento, affidato al generale Umberto Utili, reduce di Russia e già comandante del I°
Raggruppamento e del C.I.L. Veniamo dotati di uniformi inglesi che accettiamo
molto mal volentieri, stante la nostra volontà, dimostrata in modo energico, di
mantenere il grigio–verde: riusciamo comunque a conservare le nostre fiamme
cremisi e il piumetto. Anche l’armamento è inglese e inglese diviene la tattica, per cui necessita un particolare
addestramento. Il battaglione viene trasferito a Piedimonte d’Alife
(Benevento), attendato in un campo fangoso. I mesi di ottobre e novembre sono
particolarmente piovosi, ma l’addestramento, duro e spregiudicato, non conosce
sosta: manovre a fuoco, assalti all’arma bianca e lancio di bombe a mano a
“squadre contrapposte”. Alla sera, sotto il grande tendone dello spaccio, intrattengo
la compagnia raccontando barzellette e facezie varie, con grande gradimento dei
bersaglieri, ufficiali compresi, il che mi incoraggia a mettere insieme
un’orchestrina con Piero (Vigone) al clarinetto, Guerrino (Plazzotta) alla
tromba, io ai tamburi, ed altri a strumenti vari, tra i quali un alpino al
sassofono, ottenuti in modo
rocambolesco….
….20 marzo 1945 – il Legnano
entra in linea nell’alta Val d’Idice, a cinque chilometri a nord del Passo
della Raticosa. Il fronte è tenuto dagli alpini del Piemonte e dell’Aquila; il
Goito è in secondo scaglione, vicino allo schieramento dell’artiglieria
americana. Azioni di pattuglia nostre e degli alpini: in una di queste cade il
maggiore De Cobelli, comandante dell’Aquila……
…..19 aprile 1945 – il Goito si
sistema per l’attacco ormai prossimo, sulle posizioni di Casa Collina e del
Poggio e, scavalcando gli alpini su quota 363, assalta Poggio Scanno: la quinta
compagnia viene decimata e il plotone arditi arriva sulla quota con soli cinque
uomini. Cadono, tra gli altri, il sergente maggiore Fausti, già decorato di
medaglia d’argento al valor militare, e
l’eroico sergente Luigi Sbaiz, reduce
dal fronte russo: gravemente ferito, ordina a un suo bersagliere di recidergli
l’arto semitroncato e, agitando il piumetto, col quale chiede di essere
sepolto, ci rincuora e incita con le sue
ultime serene e nobili parole.
Meritatissima la medaglia d’oro
al valor militare. E scrive ancora il capitano Moiso:
Poggio Scanno è conquistato con
un violento attacco, tra il grandinare
dei proiettili e le salve di artiglieria,
con l’impeto e il coraggio della tradizione. A questo punto viene ordinato alla settima
compagnia di scavalcare la quinta e i resti del plotone arditi e di proseguire
verso Casola Canina e la via Emilia .
Ma il capitano D’Alò, con cruda
franchezza, ricorda anche, e lamenta,
che per il non perfetto coordinamento
dell’azione con l’artiglieria, a Poggio Scanno, anche diverse salve del
fuoco amico si abbatterono sui
bersaglieri.
Chi è stato in guerra sa che, in
guerra, questi dolorosi eventi
possono accadere, e accadono purtroppo. Altra cosa è disquisirne tra
specialisti, competentissimi naturalmente, comodamente seduti sulle poltrone di
un salotto.
Proseguiamo.
20 aprile 1945 -
puntiamo su Monte Calvo.
Dopo breve sosta, nuovo deciso
attacco su Casa Canina, che occupiamo in serata, sistemandoci in un prato per
la notte. Sono stanchissimo, ma non riesco a prendere sonno: sono troppo belle le stelle e dolce mi è la speranza
di poter tra poco rivedere i miei cari.
21 aprile 1945 - ore
6,30: ultimo attacco alla Gotica. Al
termine di uno strettissimo calanco, sul
Monte Calvo, sono con Leone
(Orioli), Mario (Capella), Egidio (Sartorio) ed altri, tra i quali il nostro cappellano Padre
Pomes; all’improvviso si alzano due
soldati tedeschi che Leone subito fa prigionieri.
Il capitano Moiso, chissà perchè, me li affida in custodia.
La Gotica è ormai frantumata e
ora è una
gioiosa corsa verso
Bologna, ove entriamo da
Porta Maggiore poco prima delle nove.
La città sembra impazzita, la
gente non crede ai propri occhi: sono
italiani, sono i bersaglieri, e tutti a soffocarci di abbracci festosi.
Il maggiore Guercio ordina alla
fanfara di dar fiato alle trombe e in piazza Re Enzo squillano le note delle
più trascinanti canzone bersaglieresche, in un repertorio terminato, tra le
ovazioni, con il flic-floc a passo di corsa."
A Poggio Scanno, anche quest'anno ad onorare i Bersaglieri non ci sarà il Labaro dei Bersaglieri del Cinquantunesimo.
Chiediamo scusa a Giovanni Recchi e tutti i Bersaglieri del Cinquantunesimo che hanno dato la vita per l'Italia libera e che non possono essere ricordati e onorati con accanto il loro Labaro.
La giustizia sta facendo il suo corso e col tempo verrà portata alla luce la verità e raccontata questa brutta e triste storia.
Questi sono i Bersaglieri che entrarono a Bologna, tra questi ci sono i padri di alcuni membri dell'attuale direttivo.
Esiste una sola memoria del Cinquantunesimo
Esiste una sola associazione, qui rappresentata.
Tutto il resto sono chiacchiere, distintivi e propaganda.
Ass. LI Btg. Bersaglieri A.U.C. "Montelungo 1943"
Per Onorare e Ricordare
Per Onorare e Ricordare
Foto di Poggio Scanno dello scorso anno
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