Partendo da Castiglione del Lago, prendiamo via Vitellino,
per la località Vitellino, proseguiamo per Gioiella, una volta raggiunta
prendiamo la SP301 in direzione di Pozzuolo, al secondo tornante sulla sinistra
troveremo un piccolo bosco e poco più avanti una strada che porta all’interno
di questo boschetto. Al suo interno, Villa Paolozzi, che fu un comando tedesco
durante la battaglia del Trasimeno e successivamente comando Inglese.
In questa casa la sera del 29 Giugno del 1944 arrivò una
Jeep da cui scese Jack Doyle con la sua
radio ed il suo operatore, salì fino al solaio ed installò il ponte radio a
pochi passi dalla linea del fronte.
Ma chi era Jack Doyle?
Era un pilota della Royal Air Australian Force (RAAF)
pilotava cacciabombardieri Kittyhawks ed aveva operato lungo la costa orientale
dell’Italia.
Nel 1942, partì volontario per il 3° Squadrone RAAF in Medio
Oriente vicino a Tripoli in Nord Africa. Quando cadde Tunisi, nel maggio 1943,
la guerra del deserto era finita e la squadra fu trasferita a La Valletta, a
Malta.
Doyle ricevette la Distinguished Flying Cross nel marzo 1944
per le operazioni con 3° Squadron dopo aver condotto un attacco riuscito contro
quattro cannoni 88mm a scomparsa e un deposito di munizioni.
Dopo la caduta di Roma, nel giugno del 1944 , operò senza sosta in condizioni
meteorologiche eccezionalmente avverse. Doyle ricevette una barra aggiunta alla
sua Distinguished Flying Cross nel
luglio dello stesso anno per " leadership eccellente in numerose
operazioni " .
Dopo circa 14 mesi di attività gli fu assegnato un compito
nell’ambito di Rover David.
Rover David era la sigla con la quale venivano sviluppate le
operazioni di controllo dell’aria stando a terra durante la seconda guerra
mondiale. Fu un progetto sviluppato appositamente per il periodo di guerra e
solo la Royal Australian Air Force lo portò avanti. I progetto nasce durante la
battaglia di Buna-Gona-Sanananda, che da metà novembre 1942 alla fine di
gennaio 1943 vide gli australiani e gli americani conquistare la base giapponese dopo una lotta durata tre mesi e
che aveva auto le caratteristiche di un assedio.
Successivamente Rover David venne impiegato durante la
guerra in Nord Africa e poi in Italia, dove, avendo raggiunto la superiorità
aerea e programmando le missioni di attacco al suolo per tempo, si correva
sempre il rischio che determinati
obiettivi in movimento avessero cambiato posizione nel tempo trascorso tra il
decollo ed il raggiungimento della zona dell’obiettivo.
La soluzione a questo problema era “Rover” che scambiava
informazioni sul bersaglio via radio da Brigata a Brigata poste sul fronte
senza soluzione di continuità, dando al pilota costantemente l’esatta posizione
dell’obiettivo, essendo il supporto radio stesso mobile sul terreno o posto in
posizioni prossime alla linea del fronte.
Rover era in grado di cambiare l’obiettivo ai piloti di una
quadriglia se le necessità al suolo
fossero cambiate, dando supporto immediato alle truppe, sia con l’ artiglieria
che dal cielo.
Rover era un occhio in più per le truppe e per i piloti,
l’anello di congiunzione tra fanteria, mezzi corazzati, artiglieria ed
aviazione.
Gli americani in Italia furono impressionati da questo
sistema e lo adottarono dopo averlo visto in funzione durante lo sbarco di Salerno.
Nota: a Cassino, durante la battaglia, il Rover David era su
Monte Trocchio.
I segnali di chiamata per i Rovers erano "Rover
Paddy" e "Rover David" per la RAF; i nomi erano quelli dei
piloti da caccia che hanno avuto l'idea in origine. La versione americana è
stata "Rover Joe".
Nel caso degli Americani, “Rover Joe” non era un individuo,
ma un gruppo ad hoc, composto da un pilota come controllore posto in avanti a
tutti i velivoli, un controllore a terra con quindici uomini, compresi gli
specialisti di comunicazione.
L'unità poteva spostarsi insieme con le forze di terra.
Divenne ben presto evidente che per gli attacchi aerei
potevano essere utilizzati piccoli aerei da ricognizione che mantenevano
costante il controllo ed i collegamenti radio tra gli aerei e le truppe di
terra.
Una versione della nascita di Rover Joe parla di un L-5
Sentinel pilotato dal capitano William Davidson che per primo menziona il
concetto di FAC Tactical Air Controller.
Un'altra versione della nascita racconta del colonnello Reichert che chiese al suo comandante di prendere in prestito un paio di aerei di collegamento dal generale Mark Clark per le operazioni di sorvolo delle aree.
Indipendentemente dagli ispiratori, i primi FAC
furono lanciati il 28 giugno 1944, erano stati dotati di SCR-522 radio VHF, e
pilotati da volontari piloti da caccia-bombardieri.
Ma torniamo al nostro Doyle ed alla sua unità mobile, quella
sera arrivò alla villa con l’obiettivo di recarsi il più vicino alla linea del
fronte per dirigere il pattugliamento aereo degli obiettivi speciali segnalati
dall’esercito poco prima dell’attacco delle truppe di terra.
Accostò la Jeep alla grande scalinata, scese con l’operatore
della RAAF e insieme con il suo Army Liaison Officer ed il suo radio-operatore
entrarono nella grande casa e si recarono nell’attico dove rimossero alcune
tegole, posizionarono le radio ed iniziarono a guardare la linea del fronte.
I quattro, come gli altri soldati Inglesi che avevano posto
il comando nei piani inferiori e la servitù presente nella casa, che era
rimasta quando i tedeschi erano fuggiti non erano a conoscenza che questi
ultimi, fuggendo, l’avevano minata con una bomba ad orologeria.
Il 30 giugno, alle 15:30 del pomeriggio, la villa saltò in
aria, uccidendo i due figli del conte Paolozzi, Piero e Giovanna, Renzi Maria
che era della servitù, Lucio Bucci con la moglie e la figlia, uomini di fiducia
del conte,
Nel diario di guerra del 4° reggimento esploratori si legge:
Alle 15:30 una mina o una carica a scoppio ritardato fece
saltare la casa, incluso il comando e molti uomini del reggimento, la RAAF e
undici civili restarono sepolti sotto le macerie. Alcuni furono recuperati
vivi. Le perdite del reggimento ammontarono a 7 uccisi, 3 feriti ed un quarto
che morì in seguito. Tutti i documenti e le mappe furono distrutte, compreso il
diario di guerra completo di appendici.
Gli otto morti inglesi riposano ad Assisi, a questi sono da
aggiungere anche due Inglesi, uno del Royal Signals ed uno del 2744 Squadroon
della Royal Air Force Volunteer Reserve, entrambi sepolti in una tomba comune
ad Assisi e probabilmente morti nella stessa esplosione.
Jack Doyle fu uno dei soli tre che riuscirono a salvarsi,
precipitò dal solaio ma la caduta fu frenata da una trave che gli salvò la
vita. Fu trasportato all’ospedale di Villa Cartoni, poi ad Orvieto ed infine a
Napoli.
Cinquantacinque anni dopo Jack Doyle tornò in quei luoghi,
aveva solo una fotografia aerea scattata il 22 Giugno da 26000 piedi e non
ricordava più dove si trovasse quella villa.
Grazie all’aiuto di gente della zona, tra cui l’attuale
proprietario di Casa di Pan, trovò quel posto e fu quasi malmenato da due
cercatori di tartufi che lo scambiarono per un rivale nella ricerca e non lo
fecero entrare.
Nei giorni successivi tornò in quei luoghi con l’aiuto di un
ex carabiniere ed altre persone del luogo e riconobbe la casa, o quello che ne
rimaneva, fu una grande emozione per lui.
L’unica richiesta che fece fu quella di una foto della
villa, prima dello scoppio, ma non riusci ad averla e tornò a casa in Australia
per vivere il resto dei suoi giorni.
Qualche tempo dopo a casa di Mr. Doyle arrivò una lettera,
era dell’ultimo figlio del conte Paolozzi, Flavio, scampato allo scoppio, che
seppe della visita di Doyle e volle scrivergli una bella lettera ringraziandolo
della visita allegando nella missiva una foto della villa, prima di essere
distrutta.
Per Doyle, rivedere quella foto deve essere stata una gioia
immensa e tanti ricordi devono essergli tornati alla mente.
Doyle, ha raggiunto i suoi compagni di squadrone nel cielo
nel 2009.
Villa Paolozzi, caduta in degrado, è in corso di recupero,
abbiamo trovato un sito dove l'immobile è in vendita è c'è un progetto di
recupero per diventare un resort.
Non sappiamo se è stato già ultimato o se ancora è in attesa
di un acquirente.
Speriamo che in questo resort ci sia un angolo per questa
storia e per una stele a ricordo dei caduti.
Saremmo felici se questo contributo serva allo scopo.
A Mr. Doyle un saluto ogni volta sentiremo un elica rombare
nel cielo.
Vola Doyle, non fermarti più, il cielo è tuo adesso.
Nessun commento:
Posta un commento