Addentrarsi nel mondo della
Liebig è davvero un'impresa titanica perchè ci si trova dinnanzi uno scenario
davvero eterogeneo, che non si ferma alle sole figurine - collezione più famosa
- ma investe anche la reclamistica, le cartoline, i manifesti, i menu, i
segnaposti, i calendari, e rappresenta - per la varietà dei temi trattati, la
ricchezza numerica dei pezzi esistenti, e la varietà delle edizioni emesse per
ogni Paese - un capitolo a parte nell'universo del collezionismo. Tutto iniziò dopo la metà del XIX
secolo, nel 1860 circa, quando sulla clientela dei Grandi Magazzini francesi si
riversarono un'infinità di piccoli oggetti propagandistici che avevano lo scopo
di incrementare le vendite. Tra questi, grazie soprattutto all'utilizzo della stampa
a colori che ne permetteva la proAddentrarsi nel mondo della Liebig è davvero
un'impresa titanica perchè ci si trova dinnanzi uno scenario davvero
eterogeneo, che non si ferma alle sole figurine - collezione più famosa - ma
investe anche la reclamistica, le cartoline, i manifesti, i menu, i segnaposti,
i calendari, e rappresenta - per la varietà dei temi trattati, la ricchezza
numerica dei pezzi esistenti, e la varietà delle edizioni emesse per ogni Paese
- un capitolo a parte nell'universo del collezionismo. Tutto iniziò dopo la metà del XIX secolo, nel 1860 circa, quando
sulla clientela dei Grandi Magazzini francesi si riversarono un'infinità di
piccoli oggetti propagandistici che avevano lo scopo di incrementare le
vendite. Tra questi, grazie soprattutto all'utilizzo della stampa a colori che
ne permetteva la produzione di migliaia di copie, si diffuse l'uso di regalare
delle figurine pubblicitarie - cromo da ritagliare o rettangolini a colori con
scene varie, spesso ordinati in serie - che, ovviamente, reclamizzavano una
vasta gamma di articoli o di ditte. La prima figurina francese conosciuta è una
Bon Marché 1866. La sua datazione proviene dal calendario stampato sul retro.
Esistono infatti ricercatissime figurine-calendari che è facile datare, ma ve
ne sono altre la cui anzianità va ricercata in altre tracce. Bisogna poi
stabilire se si tratta di figurine o di che altro...Generalmente si parla di
figurine quando c'è anche della pubblicità. Il loro mercato comincia con le
mitiche "sedie" o "poltrone" - parole stampate sul retro
della cromolitografia o sotto la figura pubblicitaria a colori - che fanno la
gioia dei più sfegatati collezionisti. Di esse, però, non si sa molto: sembra
che nella Parigi dell'Ottocento vi fossero sedie e poltroncine disposte
all'aperto, in molte parti della città, in posizioni piacevoli, e per stare
seduti a guardare il passeggio bastava acquistare e consegnare all'addetto un
talloncino figurato e numerato, che lo stesso obliterava. Tuttavia, se ne
trovano altri, di produzione francese, soprattutto legati a servizi pubblici,
come quello dei tram, quello dei battelli fluviali, ecc. Anche in Italia,
intorno al 1865, la Società Romana dei Tramways emetteva tagliandi da 15
centesimi con sopra le vedute di Roma. Insomma, invece che figurine
bisognerebbe chiamarli biglietti, ma i collezionisti li definiscono normalmente
figurine. E' difficile infatti mettere dei limiti o stabilire confini o
classificazioni rigide. Alcuni sono solamente biglietti commerciali
strettamente legati all'attività di una determinata azienda e alle volte uno
stesso soggetto era stampato per ditte diverse, ma una parte della tiratura era
anonima e si poteva acquistare presso i mercanti di immagini. E' il caso del
Bon Marché di prima del 1866 e anche delle Liebig (16 pezzi) della serie numero
uno, con le immagini in varie tonalità di verde degli stabilimenti uruguayani.
Per tutto l'Ottocento furono poche le aziende che poterono permettersi una
tiratura personalizzata. Nel 1872 circa, il Barone Justus von Liebig adotto
tale forma di pubblicità per i suoi famosi prodotti, introducendone la
distribuzione gratuita ai consumatori o dandole in cambio di "punti":
dapprima regalando le figurine nei tipi "sedia", anche senza scritte
promozionali e, solo successivamente, nel Novecento, facendone stampare di
specifiche per la sua ditta e successivamente introducendo i primi oggetti di
alta reclamistica. Le figurine Liebig si distinguono da ogni altra per la
qualità della stampa in cromolitografia fino a 12 colori e la perfezione delle
immagini, in molti casi realizzate da artisti di notevole livello, che
documentano perfettamente il soggetto. Inoltre si tratta di serie di 6/12/18
esemplari, con una spiegazione/commento stampata sul retro. Quelle di fine '800 inizi '900, presentano la
pubblicità del prodotto sul davanti, arricchita dalle volute e dai ghirigori
del Liberty. Quelle del '900 sono più pulite, più semplici, e la pubblicità è
limitata ad una scritta sulla cornica con la firma di Justus in un angolo; la
stampa è sempre molto accurata. Esistono più serie dedicate ad uno stesso tema
e variano in ogni campo. Storia sacra e profana, Musica, Vita di illustri
personaggi, Regno della natura (con una varietà incredibile di fiori e
animali), Scienza, ecc. Le figurine più apprezzate sono quelle olandesi o
tedesche. Quelle italiane, sotto il marchio Compagnia Italiana Liebig -creata
appositamente per il nostro mercato- iniziano dalla serie n.1280 del catalogo
Sanguineti, il più famoso estimatore e collezionista dell'universo Liebig.
Durante la I Guerra, la distribuzione venne effettuata tramite la Svizzera che
era neutrale, mentre, durante la II Guerra Mondiale, la produzione e la
distribuzione continuarono ininterrottamente sino al 1972, anno in cui la
pubblicazione cessò, con la serie n.1866, dedicata al Regno Animale. In totale
vennero emesse 1900 serie circa, nell'arco di un secolo.
fonte dati: Patrizia Roca
Ed ecco qui la nostra cartolina, pubblicata negli anni '50 per raccontare, tra le battaglie famose della fanteria, quella di Montelungo.
La scena riprodotta segue filologicamente gli accadimenti dello scontro e rende viva l'immagine a colui che di seguito leggerà la storia di quanto accaduto.
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