Prologo
Caduta Cassino, e perduta Roma il 4 giugno
1944, le armate germaniche avevano iniziato su tutti i settori del fronte
italiano un metodico movimento di ritirata verso nord avvalendosi di quella
strategia di difesa che consiste nel retrocedere combattendo. Il terreno si
presentava ottimamente alla strategia dei tedeschi, favoriti in ciò dal corso
dei fiumi, tutti paralleli al fronte, e dai contrafforti appenninici. Lungo una
linea che si estendeva dal Tirreno all'Adriatico, i tedeschi schieravano la 10°
Armata (dall'appennino centrale all'Adriatico) e la 14° Armata (versante
tirrenico). In avanzata da sud, gli alleati fronteggiavano i tedeschi con la V°
Armata americana (versante tirrenico) e 8° Armata britannica (dall'appennino
centrale all'Adriatico). Entrambe le armate alleate erano un mosaico di
nazionalità e di razze; infatti, con americani e inglesi combattevano polacchi,
italiani, francesi, marocchini, algerini; poi canadesi, neozelandesi, indiani
ed altre unità del vasto impero britannico.
I tedeschi avevano come principale scopo il graduale ed ordinato
ripiegamento delle proprie armate sulla linea Gotica. Su questo formidabile
sistema difensivo essi intendevano resistere ad oltranza come a Cassino, per
tenere la guerra il più lontano possibile dai confini della Germania. Gli
alleati tendevano logicamente ad impedire che su questa linea le armate
germaniche si consolidassero e sbarrassero così tutti gli accessi alla valle
Padana e al Nord Italia. V'era inoltre un problema logistico. Ora che gli alleati
stavano avanzando, diventava sempre più difficile continuare a rifornire le
armate dalle basi meridionali di Taranto, Bari e Napoli. Si rendeva necessaria,
pertanto, la conquista di alcuni grandi porti più a nord, quali Livorno sul
Tirreno e Ancona sull'Adriatico. Il fronte, nel settore adriatico, si mosse l'8
giugno 1944, conseguentemente alla ritirata tedesca su tutta la linea.
L'avanzata alleata fu condotta inizialmente dal 5° corpo britannico con
la 4° e la 10° divisione indiana e il Corpo Italiano di Liberazione. Poi, per
imprimere una maggiore velocità alle operazioni, il II° corpo polacco sostituì
le due divisioni indiane, mentre il Corpo Italiano, restando in linea, fu
inserito in una zona intermedia tra la costa adriatica e l'Appennino, a stretto
contatto con il corpo polacco ad oriente e l'ala destra del 10° corpo
britannico ad occidente.
Il mattino del 21 giugno la 3° divisione Carpatica, colonna di punta del
II° corpo polacco avanzante lungo il litorale adriatico, venne a contatto con
truppe germaniche sistemate a difesa sulla riva nord del fiume Chienti. Più ad
ovest in marcia lungo la rotabile Ascoli-Macerata, il Corpo Italiano di
Liberazione, che manovrava le proprie unità in collaborazione con le vicine
forze polacche, sostenne brevi scontri con retroguardie tedesche a Sarnano,
Abbadia di Fiastra e Colbuccaro. Ogni tentativo di espugnare d'assalto le
difese sul Chienti fallì e, colti di sorpresa dall'improvviso irrigidimento
della ritirata tedesca, polacchi ed italiani dovettero prima riorganizzarsi,
poi concordare un nuovo piano di attacco.
Il corpo polacco richiamò in linea la 5° divisione Kresowa, fino ad
allora tenuta in riserva, inserendola tra la 3° divisione Carpatica e il Corpo
Italiano, che a sua volta fece serrare sotto alcuni battaglioni della divisione
Nembo, non potendo disporre di tutte le sue unità, rimaste distanziate per
mancanza di mezzi di trasporto.
Attraverso un solido sistema di linee di resistenza disposte a ridosso
delle alture al di là del Chienti, con centri particolarmente attivi a
Camerino, Tolentino, Sforzacosta, Morrovalle e nella zona di Civitanova Marche,
i tedeschi riuscirono ad arrestare per nove giorni l'avanzata alleata. Poi, in
due notti, tra il 28 e il 30 giugno, cercando di cogliere sul tempo polacchi e
italiani in procinto di sferrare l'attacco, evacuarono la linea del Chienti
riprendendo il loro movimento di ritirata verso nord. Quando, fin dal primo
mattino del 30 giugno, fu evidente ai polacchi che i tedeschi avevano
abbandonato le posizioni ed erano retrocessi su tutta la linea, il comando del
corpo polacco dispose che la 3° divisione Carpatica e la 5° divisione Kresowa,
su due direttrici di marcia, si ponessero all'inseguimento del nemico
agganciandone le retroguardie ed impegnandolo in combattimento. Similmente,
sulla sinistra del corpo polacco, il Corpo Italiano di Liberazione costituite
le avanguardie del gruppo tattico Nembo iniziò a tallonare il nemico puntando
su Macerata ed il fiume Potenza.
All'estremo ovest, colmato il vuoto di settore tra il Corpo Italiano e
l'ala destra del 10° corpo britannico, operavano i partigiani della Brigata
Maiella e formazioni patriottiche locali. L'intero fronte adriatico era dunque
in movimento; polacchi e italiani tallonavano da vicino i tedeschi, anche se
non riuscivano a colpire con decisione il nemico sgusciante ed imprevedibile.
30 Giugno, Domenica
Verso le cinque del mattino, una piccola
colonna tedesca, isolata, raggiunse Filottrano, si fermò e bloccò le strade
d'accesso. Circa trenta soldati, agli ordini di un ufficiale, furono
sguinzagliati per le vie con il preciso compito di rastrellare uomini. In
gruppi di quattro o cinque prelevarono a caso dalle abitazioni, escludendo
vecchi e ragazzi, diversi cittadini, ammassandoli su un autocarro. Alcune
squadre che operavano lontano dall'automezzo, conducevano a piedi altri fermati
nel luogo prestabilito, un crocevia vigilato da un autoblindo. Alle ore 6
furono trattenuti definitivamente dieci uomini. L'ufficiale comandante chiese
di parlamentare con l'autorità civile e religiosa del paese e quando, poco
dopo, gli furono condotti davanti il Podestà e il Capo del Clero cittadino, li
informò laconicamente, in stentato italiano, dell'imminente esecuzione. Quindi
si pose al centro della strada e ordinò di condurre avanti, contro un greppo, i
dieci uomini, mentre un plotone di circa 15 soldati si schierava davanti a
loro, dall'altro lato della via. Poi, in rapida successione, comandò il fuoco.
Lo schianto della raffica risuonò fragoroso e l'eco dei colpi rimbalzò tra le
case. Il paese fu percorso da un'ondata di paura e vi fu un fuggi fuggi
generale. Il reparto tedesco, intanto, radunatosi attorno agli automezzi e
all'autoblindo, lasciò rapidamente l'abitato allontanandosi verso la strada di
Jesi. Sul luogo dell'eccidio, affisso alla porta di una casa, un bando
dattiloscritto affermava che un autocarro tedesco era stato fatto segno a colpi
di arma da fuoco e che pertanto dieci innocenti cittadini erano stati passati
per le armi, per rappresaglia, i loro corpi dovevano restare a disposizione
dell'autorità tedesca per ventiquattr'ore a monito ed esempio per la popolazione.
1 Luglio, Lunedì
Totalmente smobilitata la linea del Chienti ed una temporanea linea sul
fiume Potenza, i tedeschi si apprestarono a resistere sulle nuove posizioni
allestite per la difesa di Ancona. Posizioni dominanti del fronte erano i grossi
centri abitati di Cingoli, Filottrano, Osimo, e Castelfidardo. I riferimenti
geografici della linea erano il torrente Fiumicello, il fiume Musone e il Monte
Conero. Le forze tedesche, poste a difesa di questa linea, erano costituite da
due divisioni di fanteria: la 278ª e la 71ª granatieri, entrambe agguerrite
unità, seppur incomplete negli organici, in difetto di mezzi corazzati e quasi
del tutto sprovviste di copertura aerea. Il mattino del 1° luglio, pronte a
sostenere l'imminente battaglia, le due divisioni erano così schierate: la 71ª
divisione dalle montagne fino a Filottrano; la 278ª da Filottrano fino al mare.
Gli ordini impartiti erano: "tenere Ancona quanto più a lungo possibile, senza farsi colpire in
forma distruttiva...". Sull'opposto
fronte il Corpo polacco, che conduceva le operazioni con energica
determinazione, e il Corpo Italiano di Liberazione (d'ora in poi
"C.I.L.") che gli copriva il fianco sinistro, si disposero senza
indugi al combattimento.
I presupposti tattici della battaglia che andava a incominciare erano
questi: se il Corpo polacco e il C.I.L. avessero concentrato il massimo dello
sforzo nella zona di Filottrano, puntando nella direzione Jesi-Chiaravalle,
avrebbero avuto la prospettiva di chiudere in una morsa e annientare la 278ª
divisione tedesca presso Ancona; se invece i polacchi avessero sfondato con la
massa delle loro forze a est di Osimo, li avrebbe allora allettati la rapida
conquista del porto di Ancona, importante per i rifornimenti. Solo il corso
assunto delle operazioni sul campo di battaglia avrebbe palesato la soluzione.
Le truppe tedesche effettuavano dal canto loro le ultime manovre di
schieramento allestendo una linea difensiva lungo il torrente Fiumicello
facendo, inoltre, saltare in aria i ponti che lo attraversavano. Poche ore più
tardi completarono l'occupazione degli edifici considerati
"strategici" all'interno di Filottrano senza risparmiare l'ospedale
ed il convento di Santa Chiara, mentre Villa Centofinestre venne adibita a
comando di battaglione
Nella zona di Filottrano, il primo scontro tra le due forze contrapposte
avvenne a S. Biagio. Il 15° reggimento Ulani di Poznan, avanguardia della 5ª
divisione polacca Kresowa che muoveva nell'entroterra, mentre attraversava il
Fiumicello, venne fatto segno a un intenso tiro di sbarramento di artiglieria e
a un nutrito fuoco di fucileria e mortai proveniente dalle alture di S. Biagio
e Centofinestre di Filottrano.
La reazione degli Ulani polacchi fu immediata e l'attacco alle
sovrastanti posizioni tedesche violento e ostinato. Durò dal 17 alle 20 e
terminò con la conquista dell'abitato di S. Biagio. Più ad ovest, a contatto
con il Corpo polacco, il Gruppo Tattico Nembo del C.I.L., su due colonne,
muoveva nel suo tallonamento delle retroguardie tedesche avanzando a cavallo
della rotabile Macerata-Filottrano.
2 Luglio, Martedì - (vedi tavola
di illustrazione 1)
Le notizie dei combattimenti nella zona di S. Biagio e la successiva
caduta in mano polacca del piccolo villaggio filottranese, destarono allarme
nel Quartiere Generale della 278ª divisione; si temeva lo sfondamento in un
punto sensibile della linea tedesca. Nel tentativo di tamponare la falla, lo
stesso comandante della divisione, generale Hoppe, all'alba del 2 luglio, si
portò sul fronte di Filottrano e predispose un contrattacco in direzione di S.
Biagio. All'azione presero parte le locali riserve del II° battaglione
granatieri e una compagnia cannoni d'assalto, ma il contrattacco fallì e si
profilò nel settore una grave crisi. Fu mobilitata la riserva divisionale, un
battaglione fucilieri, che fu incuneato in quel tratto di fronte, stabilizzando
temporaneamente la situazione. Mentre i polacchi, da S. Biagio, lanciavano
all'attacco la loro fanteria e i loro carri armati verso Centofinestre, nel
settore del C.I.L. il Gruppo Tattico Nembo iniziò a muoversi verso il nemico.
Il XV battaglione del 183° reggimento prese contatto con il nemico lungo le
sponde del Fiumicello trovandosi dopo pochi minuti sotto un nutrito fuoco di
armi automatiche e mortai. Per rinforzare l'azione del XV battaglione anche al
XVI venne ordinato di avanzare verso il torrente mentre alla loro sinistra il
CVXXXIV guastatori avanzava sino a raggiungere la località Campo di Bove. A
questo punto le unità italiane, schierate su due colonne (quella di destra
formata dal 183° reggimento e quella di sinistra dal CVXXXIV battaglione
guastatori), iniziarono a muoversi in direzione dell'abitato. Le unità del 183°
reggimento (colonna di destra) oltrepassarono in parte (XVI battaglione) il
torrente Fiumicello, mentre le truppe polacche tentavano una manovra avvolgente
alla destra delle unità italiane. Alla sera due compagnie del XVI battaglione
giunsero a poca distanza dalla Contrada Santa Maria e dall’Imbrecciata, mentre
una compagnia del CVXXXIV battaglione guastatori (colonna di sinistra)
oltrepassato il torrente raggiungeva Colle della Saltregna (quota 203). Il XV
battaglione si sistemava intanto a caposaldo sulle posizioni di quota 123 sulla
destra del torrente (a sud di Santa Maria).
3 e 4 Luglio, Mercoledì e Giovedì
- (vedi tavola di illustrazione 1)
Sotto la spinta incalzante dei battaglioni della divisione Kresowa,
Centofinestre cadde in mano polacca e i tedeschi fluttuarono all'indietro
arroccandosi intorno a Filottrano. Reiterati tentativi polacchi di attaccare la
città furono però vanificati da un'accanita resistenza tedesca. Sul fronte del
C.I.L., a sud di Filottrano, il XVI° battaglione paracadutisti, che aveva dato
il cambio in linea al XV°, punta su Imbrecciata, preceduto da un plotone
esploratori. Questo plotone, intercettato dai tedeschi poco oltre Imbrecciata,
si rifugia in una casa colonica dove viene circondato, senza poter dare notizia
di sé per 24 ore. Il XVI° battaglione,
con due compagnie, raggiunse comunque Imbrecciata e si apposò tra le case,
avendo sentore della vicinanza del nemico ma non della sua consistenza numerica.
Venne distaccata una pattuglia, ma anche di questa non ebbero notizie fino a
notte, quando un unico superstite, ferito e datosi per morto, riferì che la
pattuglia era stata proditoriamente attaccata e annientata. Si tentò di
recuperare i corpi dei caduti quando si scatenò, circa alle tre di notte del 4
luglio, il contrattacco tedesco.
Per la veemenza di questo contrattacco, una compagnia del XVI° battaglione paracadutisti venne travolta è
costretta a ripiegare oltre il Fiumicello, mentre l'altra resistette
tenacemente per tutta la notte; poi, esauritasi la spinta dell'attacco tedesco,
a giorno fatto, giunse l'ordine di riguadagnare le linee di partenza anche per
questa compagnia, mentre il plotone esploratori, dato per disperso, riuscì a
rompere l'accerchiamento nemico e a fuggire, finendo fuori settore, in zona
polacca. Il contrattacco tedesco interessò anche la zona tenuta dal battaglione
guastatori, ad ovest di Imbrecciata, ma venne validamente contenuto. Ad oriente
di Filottrano, nel tratto di linea Centofinestre-Montoro, furono invece i
polacchi ad attaccare e dopo un violento combattimento durato tutto il giorno
conquistarono Montoro, aprendosi la strada verso il fiume Musone.
5 Luglio, Mercoledì
Mentre l'ala orientale del Corpo polacco era impegnata in durissimi
combattimenti per la conquista di Castelfidardo e Osimo, sul fronte di
Filottrano, subentrata un pò di calma, i polacchi consolidano le posizioni
raggiunte sul tratto Centofinestre-Montoro, mentre il CIL, lungo i Fiumicello,
fa serrare sotto verso la prima linea le fanterie e le artiglierie rimaste
distanziate lungo le strade delle Marche. A dare man forte agli italiani, sulla
sinistra delle due colonne del Gruppo Tattico Nembo, si immette quale copertura
da occidente il 12° reggimento Ulani di Podolia, motorizzato e corazzato. Anche
sul fronte tedesco c'è del movimento. Cadute Castelfidardo e Osimo, il fronte si era pericolosamente
allungato e la 278ª divisione non poteva più tenere Filottrano, per cui cede la
città alla contigua 71ª divisione che dispone la sua occupazione e difesa con
il proprio primo battaglione del 211° reggimento granatieri.
6 Luglio, Giovedì - (vedi tavola
di illustrazione 2)
Dalla breccia di un toro i polacchi irrompono sul Musone e di creare una
testa di ponte, mentre elementi di un battaglione tentano, senza riuscirvi, un
largo movimento aggirante a tergo delle difese tedesche di Filottrano.
Contemporaneamente, lungo l'asse Centofinestre-Filottrano un nuovo attacco
polacco cerca di far cadere l'importante caposaldo da est, ma conquista solo la
quota di villa nuova dopo un duro combattimento e notevolissime perdite. Nel
settore del CIL, lungo il Fiumicello, il gruppo tattico “Nembo”, disposto su
due colonne, iniziava a muoversi verso l'abitato. La colonna di destra (183°
reggimento fanteria paracadutista), superato il Fiumicello, avanzò lungo la
direttrice est di Imbrecciata - quota 189, lanciando pattuglie anche su
Montepulciano e presso Casa Polenta. La colonna di sinistra (CLXXXIV
battaglione guastatori), ricevuto il cambio sulle posizioni che occupava dal
XIII battaglione del 184º reggimento si raccolse verso Osteria Nuova e quindi
si mise in movimento verso l'abitato. Il XIII battaglione (che aveva dato il
cambio al CLXXXIV battaglione guastatori) si schierò nella zona di Villa Campo
di Bove a protezione del fianco sinistro del gruppo tattico. Nonostante la
feroce reazione del nemico all'avanzata dei nostri reparti verso le ore 20:00 i
primi elementi del XV battaglione (183° reggimento) raggiunsero quota 189. Più
a occidente, il 12° reggimento Ulani di Podolia, in armonia con il movimento
dei reparti italiani, avanza con elementi autoblindati lungo l'asse
Fiumicello-S.Ignazio per saggiare la resistenza tedesca in quel settore.
7 Luglio - (vedi tavola di illustrazione
2)
Anche il giorno successivo, quello del 7, i tedeschi continuarono ad
ostacolare fortemente l'avanzata dei nostri reparti, forti dei vantaggi loro
offerti dalla natura del terreno e dallo stesso abitato. Ciò nonostante, verso
le ore 12:00 due compagnie del XV battaglione occuparono le posizioni a cavallo
della strada per Villanova (est di Filottrano), mentre un'altra compagnia (la
45ª) raggiunse nelle stesse ore la località Montepulciano. Da quel momento,
considerata la tenace resistenza opposta dalle truppe tedesche, i rispettivi
comandi alleati ritennero opportuno rimandare al giorno successivo l'azione sul
Filottrano con l'intento di raccogliere maggiori informazioni sul nemico e
consentire in tal modo un'adeguata organizzazione dell'attacco. A tal proposito
il comandante del C.I.L., generale Utili, ed il comandante della divisione
“Kresowa”, generale Sulik, incontratisi in località Centofinestre,
concordarono:
a) che l'attacco su Filottrano
sarebbe stato eseguito dai nostri reparti secondo questo concetto d'azione:
manovrare esercitando lo sforzo maggiore da est sulla destra, in corrispondenza
della direttrice Villanova-Filottrano, e sussidiare tale sforzo con un attacco
concomitante da sud.
b)che l'azione sarebbe stata
effettuata dall'intera divisione "Nembo" articolata in due colonne e
una riserva:
- colonna di destra, la più forte, costituita dal 183° reggimento di
fanteria paracadutista col XV battaglione in 1° scaglione e il XVI battaglione
in 2° scaglione; compito: attaccare da est a cavallo della rotabile
Villanova-Filottrano;
- colonna di sinistra, costituita dal solo
XIII battaglione paracadutisti del 184° reggimento fanteria (il battaglione
sarebbe stato autotrasportato nella notte sull'8 dalla zona di Villa Campo di
Bove); compito: effettuare un'azione sussidiaria, rispetto alla colonna di
destra, attaccando Filottrano da sud a cavallo della rotabile
Imbrecciata-Filottrano.
- riserva divisionale, costituita dal
CVXXXIV battaglione guastatori e dal XIV battaglione paracadutisti del 184°
reggimento fanteria (battaglione in arrivo per la sera del 7); compito:
gravitare verso destra dove si sarebbe svolto l'attacco principale;
c) che l'attacco alle posizioni di
Filottrano avrebbe avuto inizio l'indomani 8 luglio alle ore 7:00, dopo un'ora
di preparazione di artiglieria;
d) che l'attacco sarebbe stato
appoggiato come appresso:
- I° gruppo da 75/27 e II° gruppo da
100/22 del 184° reggimento artiglieria "Nembo", in appoggio specifico
alla colonna di destra;
- IV° gruppo da 75/18 dell'II° reggimento
artiglieria, in appoggio specifico alla colonna di sinistra (doveva anche
essere orientato a muovere per assumere uno schieramento più avanzato, previ
accordi col comandante della colonna);
- I° gruppo da 105/28, II° gruppo da
100/22 e III° gruppo da 75/18 dell'II° reggimento artiglieria - schierati
rispettivamente sul costone S.Antonio del Forone, nella zona di Casa Staffolani
e in quella di Casa Antonini - e il CLXVI gruppo da 149/19, con schieramento in
zona Osteria Nuova, avrebbero costituito "artiglieria massa di
manovra", assumendo come direttrice di tiro "quella determinata
dall'ambito di Filottrano".
Quanto al nemico era stato accertato che i due battaglioni presenti
all'interno dell'abitato appartenevano entrambi al 994º reggimento fanteria ed
avevano una forza: uno di circa 300 uomini e l'altro intorno ai 250. Questi
risultavano essere, malgrado il numero ridotto, perfettamente armati (in
termini di armi automatiche e mortai) e rinforzati da 3 carri armati, 4 o 5
autoblinde ed un numero imprecisato di pezzi controcarro. Contro di essi il
solo C.I.L. schierò cinque battaglioni di fanteria (della forza di 400-500
uomini ciascuno) e sette gruppi di artiglieria (due gruppi del 184º reggimento
artiglieria, quattro gruppi dell’II° reggimento artiglieria ed un gruppo da
149/19). Oltre a questi andava considerata l'artiglieria della 6° brigata
polacca rinforzata da due gruppi di medio calibro e da cinque carri armati
"Sherman" tutti appartenenti alla divisione “Kresowa”.
8 e 9 Luglio - (vedi tavola di
illustrazione 3)
L'otto luglio alle ore 6:00 cominciò il tiro di preparazione
dell'artiglieria che in circa 90 minuti riversò contro le postazioni nemiche
fino ad allora conosciute circa 4500 granate di medio e grande calibro. Alle
7:30 fu l'ora della fanteria. Gli uomini della divisione “Nembo” iniziarono a
marciare in direzione del paese incontrando, nonostante l'intenso fuoco operato
dall'artiglieria, una tenace resistenza da parte tedesca. Ciò nonostante, dopo
circa tre ore di duri scontri, gli attaccanti riuscirono a portarsi fino al
margine orientale di Filottrano dando così inizio ad un combattimento casa per
casa per snidare i nuclei nemici asserragliati al loro interno. Verso le ore
15:00, i tedeschi sferrarono un contrattacco con l'appoggio dei carri e dei
semoventi, costringendo i reparti avanzati del XV battaglione a retrocedere.
Nel ripiegamento, tuttavia, la 45ª compagnia fu lasciata a caposaldo nel
fabbricato dell'ospedale. Verso le 19:00, due compagnie di paracadutisti,
appoggiati dai carri "Sherman" della 5° divisione polacca “Kresowa”,
diedero vita ad un impetuoso contrattacco che gli permise di riprendere
contatto con la 45ª compagnia che poté in tal modo sganciarsi dal nemico. Una
nuova azione dei blindati tedeschi ed il sopraggiungere dell'oscurità rese,
tuttavia, impossibile mantenere gli obiettivi raggiunti in quel frangente.
Durante la notte le restanti aliquote dei due battaglioni nemici abbandonarono
l'abitato coperti nella loro ritirata verso il fiume musone da un intenso fuoco
delle proprie artiglierie. Fu così che, verso le ore 6:00 del 9 di luglio, le
prime pattuglie del XIII battaglione (184º reggimento fanteria paracadutista)
spinte in avanti per saggiare la situazione, s'imbatterono in una debole
resistenza operata da elementi ritardatori tedeschi che in breve vennero messi
in fuga o catturati. Poco dopo il XIV battaglione entrò in Filottrano issando
il tricolore sul paese tanto tenacemente conteso.
Le perdite
Le perdite subite da entrambe le
parti nelle giornate del 6, 7, 8 e 9 luglio (comprese quindi le operazioni
preliminari), furono gravi. Le perdite da parte del C.I.L. ammontarono
complessivamente a 56 morti e a 231 feriti; inoltre 59 furono dati per
dispersi, la maggior parte dei quali si ritenne fosse costituita da feriti
sgombrati su formazioni sanitarie polacche o anche da Caduti non ancora
accertati. Due carri armati "Sherman" polacchi e un pezzo controcarro
italiano furono messi fuori combattimento. Per il nemico, le perdite
risultarono ancor più gravi: furono accertate circa 90 salme di tedeschi;
inoltre, da dichiarazioni di civili del luogo, i tedeschi – a prescindere dallo
sgombero dei feriti fatto nelle giornate di combattimento – avrebbero
sgomberato nella notte dall'8 al 9 tre autocarri carichi di salme recuperate.
Nel combattimento persero la vita anche quattro Bersaglieri.
http://www.labattagliadifilottrano.it/Battaglia - Comune di Filottrano
L'Ass. LI Btg. Bersaglieri AUC "Montelungo1943"
sarà presente alla manifestazione.
Ringraziamo gli organizzatori per averci fornito
la locandina della manifestazione.
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