Dalle sue parole scopriamo che Castellan era cugino della sua nonna, la s.ra Schiavon, fu ordinato sacerdote il 30 giugno del 1935.
Alla fine della guerra, nel 1947, fu missionario in Cina.
Dalla Cina fu espulso il 3 dicembre del 1951 ed ha continuato la sua opera in Giappone dove morì il 29 luglio del 1978.
Attualmente è sepolto a Tokyo, non sappiamo dove.
Gilles ha contattato i Carmelitani Scalsi della Provincia di Treviso per avere ulteriori informazioni, ma anche noi ci muoveremo con le ricerche a Tokyo.
Grazie Gilles! speriamo di avere altre informazioni sulle ricerche che stai facendo tra i tuoi parenti.
Aggiorniamo con piacere questo Post, con le informazioni ricevute da due grandi amici del LI°, Alberto Priero e Massimo Garagnani.
La giacca della "Friuli" era di un cappellano militare.
Padre Ilario Guglielmo Castellan, fu Gaetano e di Erminia, nato a Lacan (Buenos Aires) - dati del 1946
Di seguito la motivazione della sua croce di guerra:
e alcune sue foto...
con la loro passione, la cultura e le informazioni che hanno raccolto nel tempo hanno ridato un' immagine ed un nome ad una giacca militare; la missione che noi abbiamo dentro, quella di Onorare e Ricordare, regala delle emozioni che non si possono descrivere.
Grazie Alberto, grazie Massimo!
Lo scorso settembre pubblicai questo post, raccontando dell'acquisto di una giacca militare appartenuta ad un tenente medico del gruppo di Combattimento Friuli; in realtà non si tratta di un tenente medico ma di un cappellano militare.
Rettifico quindi il mio scritto, grazie alla collaborazione dell'amico Alberto Turinetti di Priero, la sua vastissima conoscenza e la sua documentazione altrettanto vasta mi ha permesso di scoprire anche il nome del cappellano militare, Padre Guglielmo Castellan.
E' un emozione ancora più grande, aver dato un nome a quella giacca con il tricolore ed il simbolo della Friuli.
Se riusciremo ad avere maggiori informazioni aggiorneremo di nuovo questo post.
grazie.
Volevo raccontarvi, in questa prima notte fresca di Settembre, del nuovo ospite che ho a casa mia.
L'arrivo è stato quanto mai
inaspettato, dovuto alla bella amicizia nata con Stefano, collezionista di
oggetti militari della IIa Guerra Mondiale con il quale sono entrato subito in
sintonia.
Il bello di noi appassionati di
storia e di conservazione della memoria è che siamo uniti da comuni sentimenti,
strumenti a corda, dove basta il minimo pizzico per far scattare la melodia dei
racconti, dei ricordi, dei sogni e di tutto quanto circonda chi è dentro questa
passione.
Le divise, i mezzi, le armi, le
foto o la buffetteria, tutto è per noi memoria e conservazione.
C'è una differenza tra il
semplice mercante e colui che colleziona e vende, quest'ultimo è alla ricerca
delle fonti, non si limita ad avere un oggetto, una divisa, ma ne ricerca la
storia, il proprietario, i luoghi dove ha combattuto e tutto quanto possa
"raccontare" quell'oggetto.
Nella collezione di Stefano c'era
tutto questo ed anche di più, non vende l'oggetto, ma la storia che l'oggetto
rappresenta, quello che ricostruisce con le parole è un diorama fatto di
oggetti di luoghi di persone, di sangue, di lotta, di fatica, di onore e gloria
per i vinti e per i vincitori.
I suoi occhi divennero lucidi
quando aprì la divisa appartenuta ad un pilota del regio esercito caduto in
Africa, le sue mani tenevano con cura la foto in bianco e nero di
quell'ufficiale abbracciato alla fidanzata con indosso la divisa che io avevo
in mano.
Era un grande cerchio che si
chiudeva, la divisa, l'uomo, il soldato, la sua storia, ed era bello ascoltare
le sue parole e vedere con quale delicatezza le sue mani toccavano fregi e
mostrine.
In quelle due ore passate a
visionare la sua collezione ho viaggiato con la fantasia dal 1939 al 1944
rivivendo alcune battaglie attraverso le divise degli uomini; fino a quando non
fece uscire dall'armadio una divisa molto semplice e "povera"
rispetto alle altre ma dal grande significato per me.
Era la divisa del Gruppo di
Combattimento Friuli..
Stefano aveva da poco poggiato
sul tavolo un elmetto Italiano con il piumetto ed ora arrivava una giacca della
Friuli... comprese la mia emozione e mi concesse di vederla meglio alla luce
del sole e di poterle fare due foto.
Mille pensieri mi riempirono la
mente in quei pochi minuti, ricordavo qualche foto dei miei archivi, la storia,
le gesta, la battaglia sul Senio e l'ingresso a Bologna insieme ai Bersaglieri.
Davanti a me c'era un piccolo
pezzo della storia del Secondo Risorgimento Italiano, i colori delle mostrine
erano inconfondibili, 87° e 88° reggimento fanteria Friuli, le mostrine erano
di un tenente che aveva due nastrini, il primo, croce al merito di guerra, il
secondo per aver combattuto dal 1940 al 1943.
Una croce rossa indicava il
probabile medico di uno dei due reggimenti.
Riportai indietro la giacca, che
venne riposta nell'armadio, il prezzo era troppo alto per me, non potevo
acquistarla, ma avevo comunque le foto con me e avrei potuto ogni tanto
rivederla.
La giornata proseguì con altre
bellissime divise, un pranzo meraviglioso e tanti racconti di storia, di
oggetti trovati nel corso degli anni.
Al rientro, facendo compagnia
all'amico Marco, compagno di viaggio in quella giornata speciale, spesso la
memoria tornava all'incontro avuto con quella giacca, al futuro proprietario e
in quale teca o manichino sarebbe finita.
Sentii di nuovo, ma al telefono,
l'amico Stefano per invitarlo alla prossima manifestazione a Montelungo per il
71° della Battaglia, con la voglia di condividere con lui quelle giornate,
perchè appassionato come noi di un certo modo di raccontare la memoria e di
onorare e ricordare ed ebbi per regalo la conferma che se avessimo organizzato
in quei giorni qualche evento o qualche mostra, lui avrebbe portato un pò delle
sue divise più belle... chissà pensai, forse rivedo anche la "Friuli"
e la "Nembo" (perchè quel
giorno mi fece vedere anche quella...) ma non ebbi il coraggio di chiederlo.
Fu qualche giorno fa che, per
qualche alchimia strana o per il destino che spesso unisce la storia di un
oggetto a colui che ne sogna il possesso per custodirlo con amore, che mi
giunge un sms da Stefano con un prezzo speciale a me riservato.... la giacca
doveva venire qui, doveva passare il resto dei suoi giorni qui e farmi
compagnia nei ricordi, Stefano lo aveva capito e me ne faceva dono con un
prezzo speciale.
Accettai e da venerdì sera la
giacca di un tenente della sanità del Gruppo di Combattimento Friuli, decorato
con la croce al merito di guerra, che ha attraversato gli eventi bellici dal 40
al 43 mi fa compagnia in stanza, non so ancora a chi è appartenuta, ma lo
troverò, perchè il mio cerchio non è chiuso e vorrei mettere accanto a questa
giacca anche una foto in bianco e nero con il nome di colui che l'ha indossata
per l'onore d'Italia.
Notte a tutti.
Un pò di storia...
Il "Friuli" nasce dalla
Divisione fanteria "Friuli" (20^) trasferita dalla Sardegna nel
Sannio, agli ordini del generale Arturo Scattini, con i reggimenti 87° e 88°
fanteria e 35° artiglieria.
Il "Friuli" si schierò
a sud della via Emilia, svolgendo attività di pattugliamento e conquistando
importanti posizioni nelle linee degli avamposti nemici. Il 10 aprile 1945
varcò il fiume Senio, costituendo sulla sponda settentrionale una robusta testa
di ponte, dopo aver respinto violenti contrattacchi. Nel corso della
travolgente avanzata, liberò Castelbolognese e, dopo aspri combattimenti a
Casalecchio dei Conti, alle ore 8,00 del 21 aprile entrò in Bologna, tra il
tripudio della popolazione della città felsinea.
Le perdite per questa operazione
furono notevoli: 84 morti, 159 feriti, 15 dispersi. Quelle invece subite nel
corso dell'intera campagna furono di 242 morti, 657 feriti e 61 dispersi.
L'87° Reggimento Fanteria nasce
il 1° novembre 1884 a Milano. Inserito con il gemello 88° nella Brigata
"Friuli" invia personale per la campagna d'Eritrea nell'anno
successivo.
Nel 1911 - 1912 mobilita proprio
personale per la Guerra di Libia.
Nel periodo 1915-18 partecipa
alla 1^ Guerra Mondiale combattendo a Monfalcone, Monte Mosciagh e nella Conca
di Plezzo. Conclude la 1^ Guerra Mondiale in Val Lagarina.
Sciolto il 15 novembre 1926,
viene ricostituito il 9 marzo 1937 ad Arezzo per la XIX^ Brigata di Fanteria.
Destinato quindi a Scuola AUC, dal 15 settembre 1939 viene assegnato alla
Divisione "Friuli" (20^).
Allo scoppio della 2^ guerra
Mondiale si schiera alla fronte alpina e nel 1941 partecipa alla campagna
contro la Jugoslavia.
Rischierato in Corsica nel 1942,
il reggimento partecipa ai combattimenti del settembre 1943 contro i tedeschi.
Lasciata l'isola, viene
trasferito in Sardegna quindi in Puglia dove affronta il riordinamento per
entrare nel Gruppo di Combattimento "Friuli" a fine '44.
Con tale Grande Unità opera dai
primi del 1945 sul fronte del Senio e successivamente nella liberazione di
Bologna.
Rimane in forza alla ridenominata
"Divisione di Fanteria "Friuli" fino al 30 novembre 1958 quando
l'unità è ridotta a Brigata ed il reggimento soppresso.
A seguito della ristrutturazione
dell'Esercito del 1975, il 23 settembre dello stesso anno si ricostituisce, dal
II battaglione del 78° "Lupi di Toscana" in Pistoia, l'87°
battaglione motorizzato "Senio", per la Brigata Motorizzata
"Friuli".
Il battaglione opera inquadrato
nella Forza di Intervento Rapido (F.I.R.) e viene sciolto il 31 gennaio 1991.
La Bandiera di Guerra del
Reggimento è decorata di 1 Ordine Militare d'Italia ed una Medaglie d'argento
al Valor Militare.
87°: "Attacco, travolgo,
vinco"
88°: "Fedele ed audace"