Oggi, 25
aprile 2020, festa nazionale della Liberazione dal nazifascismo, rivolgiamo un
pensiero riconoscente a chi soffrì e spesso diede anche la vita per far
dell’Italia un posto migliore. Ricordiamolo sempre perché fu pagato un prezzo
altissimo che unì ragazzi con le
stellette inquadrati nelle forze alleate risalenti dal sud a quelli che
animarono la lotta partigiana nel nord ancora occupato, alla popolazione che
pur non combattendo armi in pugno (ma avendolo fatto in molti casi, è bene
ricordarlo, Napoli per esempio liberandosi da sola dopo 4 giornate di
lotta) nascose ebrei, aiutò soldati
alleati a nascondersi e rientrare nelle loro linee, supportò i partigiani,
spesso pagando caro questo impegno. Viviamo tempi in cui c’è chi vorrebbe che
quel sacrificio venisse obliato, e purtroppo l’ignoranza inculcata scientemente
da alcuni decenni sta favorendo l’aumentare di questi fenomeni, ma il vero
antidoto all’ignoranza è tramandare la conoscenza dei fatti, ed in questo siamo
sempre stati in prima linea.
Noi del LI
abbiamo quest’anno un motivo in più per commemorare questa data poiché è il
decimo anniversario in cui, fedeli al motto “onorare e ricordare”, portammo a
compimento, da un lato, un grande impegno che da tempo ci eravamo prefissi e da
un altro ne iniziammo uno ancora maggiore.
I luoghi
della battaglia, quelli che videro gli allievi del LI Battaglione AUC
scontrarsi con i veterani della Goering, erano stati dimenticati. Per
sessant’anni non vi era stato interesse alcuno a metterli in risalto, a cercare
tracce. Solo grazie alla caparbietà di un reduce, Ugo Furlani di Gorizia, si
era creato un archivio privato di testimonianze e riscontri con foto, cartine e
schizzi d’epoca che avrebbe messo a frutto, nelle sue intenzioni, per scrivere
un libro su quei fatti e far sorgere un monumento sul luogo dello scontro. Non riuscì a veder realizzato nessuno di
questi due propositi, scomparve nel 2008, ma per sua fortuna ( e nostra..)
aveva avuto contatti stretti con alcuni di noi negli anni precedenti,
condividendo molte delle sue conoscenze e dei suoi documenti. Prendemmo così in
carico i suoi sogni e l’impegno a lavorare affinché venissero realizzati. Nel
2009 l’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, fece qualcosa di
assolutamente straordinario, decidendo di celebrare il 25 aprile al Sacrario di
Montelungo, annullando una contrapposizione storica fra Resistenza partigiana e
Guerra di Liberazione e chiedendo oltretutto scusa, durante la cerimonia, per
la colpa che avevano avuto le massime istituzioni nei decenni precedenti nel
non aver ricordato degnamente l’apporto delle Forze Armate Regolari nella
guerra al nazifascismo. Un evento
storico, che è rimasto indelebile per chi lo visse accanto a dei Reduci e
vedere la loro commozione. Nelle riflessioni che scaturirono immediatamente
dopo, fu quasi naturale dare impulso alla realizzazione, finalmente, di quel
monumento sognato da Ugo Furlani e prefissarsi come data di inaugurazione il
seguente 25 aprile, che d’ora in avanti si sarebbe impreziosito di un ulteriore
significato.
Il luogo,
totalmente abbandonato e pieno di alti rovi e sterpaglie, era sconosciuto anche
alla popolazione locale come sito della battaglia. Organizzamo in fretta un
concorso di forze diverse, il monumento seguì il disegno di Furlani,
l’Associazione fece una raccolta fondi straordinaria al suo interno per
finanziare l’impresa, il Comune di Mignano, la locale Sezione Bersaglieri e
persone volenterose si adoperarono
prodigandosi per la realizzazione. Il risultato fu all’altezza delle
aspettative ed inaugurato il 25 aprile 2010 alla presenza degli ultimi
Reduci, ancora oggi il pensiero di
quanto siano stati felici quel giorno mitiga tante amarezze dovute sopportare
in seguito.
Negli anni
seguenti è continuato il recupero di quei luoghi, creando il “Parco storico
della battaglia” sempre a nostre spese con segnaletica e cartelli esplicativi,
individuando il sito del primo cimitero, anch’esso dimenticato, ma fermando dal
2014 ogni sviluppo futuro poiché i tempi e le persone son quelli che sono e
noi, pochi e lontani, dobbiamo seguire un percorso indicato dai Padri fatto di
coerenza e regole morali che molti usano solo per sciacquarsi la bocca.
Continuiamo il cammino, che dura da 71 anni, anche
se pochi come lo erano Loro in quell’autunno del 43.
Paolo
Farinosi - Presidente