giovedì 3 luglio 2014

La battaglia di Cherburg - Normandia


La battaglia di Cherbourg (in inglese Battle of Cherbourg, in tedesco Schlacht um Cherbourg, in francese Bataille de Cherbourg) fu la battaglia avvenuta tra il 22 giugno ed 1º luglio 1944 tra le forze americane e tedesche durante la seconda guerra mondiale. La battaglia si svolse durante la battaglia di Normandia ed ebbe inizio due settimane dopo lo sbarco Alleato del 6 giugno. La città di Cherbourg venne isolata e successivamente occupata ma il suo porto, ritenuto strategicamente fondamentale dagli Alleati, venne reso inservibile dai tedeschi e solo dopo tre mesi poté essere utilizzato per lo sbarco dei materiali.

Preparando il piano per l'invasione della Francia, i pianificatori Alleati considerarono che sarebbe stato necessario occupare un porto dalle acque profonde, per permettere ai rinforzi di arrivare direttamente dagli Stati Uniti. Con un porto del genere, inoltre, l'equipaggiamento imballato sarebbe dovuto prima essere scaricato in un porto della Gran Bretagna, quindi disimballato e reso impermeabile per essere infine trasportato in Francia da alcune navi da sbarco. Cherbourg, alla fine della penisola del Cotentin, rappresentava il maggiore porto vicino alle future spiagge di sbarco.

All'inizio i pianificatori Alleati decisero di non far atterrare le truppe direttamente sulla penisola del Cotentin, in quanto questo settore e le zone degli sbarchi principali sarebbero stati separati separati dalla valle del Douve, fiume che i tedeschi avevano allagato aprendo le chiuse per impedire eventuali atterraggi nemici. Quando nel gennaio 1944 il generale britannico Bernard Law Montgomery fu nominato comandante delle forze di terra per l'invasione, decise di reintegrare gli atterraggi nella penisola del Cotentin sia per allargare il fronte ed impedire alle truppe di rimanere sigillate in una stretta striscia di terra e sia per garantire una più rapida cattura di Cherbourg.

Il 18 giugno 1944, la 9ª Divisione di Fanteria raggiunse la costa occidentale della penisola. Nel giro di ventiquattr'ore, la 4ª, la 9ª e la 79ª Divisione di Fanteria stavano già avanzando verso nord in un largo, compatto fronte. Sul fronte occidentale, non ci fu quasi nessun opposizione da parte dei tedeschi; sul fronte orientale, l'esausta difesa di Montebourg collassò. Gli Alleati ritrovarono diversi grandi depositi di missili V-1 e un'installazione di lancio dei più recenti V-2 a Brix.

Nel giro di due giorni, le divisioni americane erano a portata di tiro di Cherbourg. Il comandante della guarnigione tedesca, il Tenente Generale Karl-Wilhelm von Schlieben aveva a sua disposizione 21 000 uomini dei quali molti erano marinai frettolosamente arruolati oppure addirittura unità di lavoro. Le truppe che si erano ritirate fino a Cherbourg (fra le quali la 709ª Divisione di Fanteria tedesca, comandata dallo stesso von Schlieben) erano stanche e disorganizzate. C'era inoltre una penuria di cibo, armi, munizioni e carburante. La Luftwaffe provvide a paracadutare una piccola quantità di rifornimenti che si rivelarono costituiti quasi esclusivamente da oggetti inutili, come medaglie (Croci di Ferro, ad esempio), che sarebbero dovuti servire ad alzare il morale delle truppe. Nonostante tutto ciò, von Schlieben rifiutò l'offerta di resa ed iniziò a sabotare il porto – almeno gli alleati non lo avrebbero potuto sfruttare finché non fossero riusciti a bonificarlo.

Collins lanciò un assalto generale il 22 giugno. La resistenza tedesca fu dura all'inizio, ma gli americani riuscirono a conquistare progressivamente i bunker e le casematte di cemento occupate dai tedeschi. Il 26 giugno, la 79ª Divisione riuscì a conquistare Fort du Roule, che dominava la città e le sue difese; questo pose fine ad ogni possibile tentativo di difesa organizzata da parte dei tedeschi: von Schlieben stesso fu catturato e le difese del porto e dell'arsenale furono costrette ad arrendersi in pochi giorni, dopo una resistenza puramente simbolica. Le ultime sacche di resistenza tedesche furono definitivamente conquistate il 1º luglio.

I tedeschi avevano così gravemente ostruito e minato il porto di Cherbourg che Hitler stesso premiò con Croce di Cavaliere della Croce di Ferro l'Ammiraglio Walter Hennecke il giorno seguente alla sua resa per "un'impresa senza precedenti negli annali della difesa costiera"[2]. Il porto non fu in grado di sostenere nemmeno un traffico limitato fino a metà agosto; le prime navi in grado di accedere arrivarono invece alla fine luglio. Nonostante ciò, i tedeschi avevano subito una pesante sconfitta causata della rapida costituzione del fianco occidentale del fronte Alleato e dei rigidi ordini di Hitler

Il comandante della 7ª armata tedesca, il generale Friedrich Dollmann, si suicidò il 29 giugno, a seguito della richiesta di corte marziale da parte di Hitler dopo la caduta di Cherbourg, ed il comando dell'armata fu assunto dal comandante del II. SS-Panzerkorps, l'Oberstgruppenführer Paul Hausser.

Fonte dati Wikipedia


Foto di inizio guerra, ufficiali Inglesi in ritirata dalla Francia, fatti prigionieri in attesa a Cherburg accanto al Gen. Rommel


Postazione mitragliatrice ad un incrocio, molto rilassata.


Truppe americane avanzano verso Cherburg


Foto costruita ad arte dal reporter


Truppe Usa entrano a Cherburg


Manifesti della propaganda nazista


I primi tedeschi si arrendono, scendendo dal forte verso valle.




Lungo il molo di Cherburg



L'attesa della liberazione, stupendamente immortalata dal reporter


Il porto di Cherburg




La distruzione del porto




Il porto prima della guerra.




Le batterie costiere a difesa del Porto


Il forte di Cherburg
 


La resa








Festa! Cherburg è liberata


Quante bambine, divenute un giorno donne e mamme ricorderanno ai figli momenti simili a questi, la mia lo fece..






Il cibo iniziava a girare di nuovo, targato US


Prossime lettere d'amore dal fronte.






 
 
 
Più che il valore, il gesto.
 







 

Tutto è finito, ma la vita è salva per questo soldato che si è arreso.


Cherburg oggi


Il museo della liberazione a Cherburg, dentro il forte.























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