Riprendo questo post di qualche tempo fa, per dire che se è vero che siamo pochi ad onorare e ricordare, questi pochi sono capaci di offrire emozioni come nessun altro.
A volte vivono nel silenzio, non amano apparire, il loro piacere sta nelle piccole cose che diventano grandi per loro che le vivono e grandi per coloro che le ricevono.
Ho fatto questa introduzione perché oggi mi sono collegato di nuovo nella pagina dell'eroe dell'aviazione americana Robert Howard Ellis, ed ho trovato due foto della sua lapide.
Un nostro amico americano, che non conosciamo, ha raccolto il nostro desiderio di andare a trovare Robert ed ha voluto condividere con noi due scatti.
E' rimasto nel silenzio, ha recepito il nostro desiderio di onorare e ricordare e ci ha donato due immagini di Robert.
Lo ringraziamo e condividiamo con Voi le sue immagini.
Una lapide, forse può sembrare triste, ma non lo è per coloro che vedono in quel marmo bianco il nome di colui che ha combattuto per la libertà.
E' un immagine che ci lega ancora di più alla vita, che ci fa apprezzare tutto quello che abbiamo intorno, la libertà che abbiamo nello scegliere il nostro destino, il nostro credo, il nostro orientamento sessuale.
Quelle lapidi bianche sono il sacrificio di chi ha voluto che fossimo liberi di scegliere che vita avere e se a distanza di 72 anni decidiamo di averli ancora accanto a noi e per onorarli e ricordarli.
Un saluto, dal Blog del LI° Btg. Bersaglieri "Montelungo1943"
Quella che vi racconto è una
bella notte passata a rincorrere nei corridoi del web un immagine, che alla
fine non ho trovato, ma che mi ha regalato, nel
lungo peregrinare di una notte, tante emozioni e tante sorprese che non
potevo non condividere con tutti voi.
Tutto nasce da un’asta vinta all’ultimo
secondo per aggiudicarmi una scatola, contente la storia di un aviatore
americano; la sera, quando finalmente da Londra è arrivata la scatola, sono
arrivate anche le mille domande che ci facciamo quando abbiamo una traccia che
ci riconduce ad un combattente della Seconda Guerra mondiale.
Aperta la scatola ed aperto il
cofanetto blu all’interno spiccavano subito le medaglie di questo aviatore, bellissime, nei
loro colori dedicati alla guerra nel Pacifico.
Mi accomodai sulla poltrona e
nella penombra della lampada sulla scrivania i chiaroscuri generati dalla luce
rendevano le medaglie ancora più suggestive…
Una stretta di mano, dopo che si
è dato il riposo, l’apertura del cofanetto per la consegna della medaglia e di
nuovo il saluto militare… tutto alla fine si svolge in pochi attimi…. Ma per averla meritata… gli stessi attimi
furono interminabili.
Urla dall’interfono, grida,
mitragliate, avversari intorno, manovre spericolate e quella tacca di mira che
non riesce ad allinearsi al velivolo avversario, poi il fuoco ed il fumo e la
speranza che l’altro pilota di fronte a me riesca a lanciarsi con il paracadute
e poi di nuovo fumo, bossoli incandescenti, feriti, carte geografiche che
svolazzano nella carlinga ed un nuovo avversario in coda che non molla, il
secondo pilota ferito, il motore in avaria, l’ala che si tiene per un miracolo,
il puntatore che riesce a far collimare il tutto e poi di nuovo verso casa dopo
aver seminato morte e distruzione mentre la contraerea fa di tutto per buttarci
giù. Fino all’atterraggio in cui ringrazio il cielo per essere ancora vivo, mi
tirano fuori dall’abitacolo perché ho ferite dappertutto o conto i ragazzi
riversi nella carlinga che non ce l’hanno fatta.
Tutto scorre in un attimo nella
mente di un aviatore quando stanno per donarti una medaglia e poi resterà
fisso nella mente in tutte le notti di
pace che la vita gli avrà riservato quando sarà tornato civile a guerra finita.
Quelle medaglie stavano
raccontandomi tutto questo, me lo dicevano sin da quando le avevo viste nella
pagina della casa d’aste e adesso erano con me, quel piccolo pezzo di storia
finale delle gesta di un aviatore era davanti a me.
Iniziai a prendere il resto dei
documenti presenti nella scatola e brillò subito alla luce la sua piastrina, che
presi con assoluta delicatezza… si
chiamava Robert H. Ellis e per essere più precisi:
SGT. AAF Robert H. Ellis,
matricola 13140196 ora avevo il suo nome…
Dalla scatola man mano uscirono
il Combat Crew Pass relativo al suo equipaggiamento, il certificato del suo
paracadute, nr. 42-1056353, poi il Phisical Record card ed altri documenti tra
cui l’ultimo che mi diceva che le medaglie erano appartenute ad un aviatore del
19th Bomb. Group
Iniziai a pensare che la notte
sarebbe stata lunga, mi accomodai meglio, presi carta, penna e tastiera, la
copertina di lana, perché la notte la temperatura scende e mi preparai ad un
viaggio nel tempo, ero sicuro che gli americani avessero inserito tante
informazioni nel web sul mio nuovo amico Robert.
Il 19 th bomb. Group nasce nel
1932, fu uno dei primi gruppi di bombardieri pesanti, le sedi operative erano
in Australia e Nuova Guinea, fu attaccato dai Giapponesi l’8 Dicembre del 1941.
Fu la prima unità aerea a colpire le forze Giapponesi. Partecipò alla battaglia
nel mar dei Coralli, all’invasione di Guadalcanal con i B17, questo per quanto
riguarda il reparto dove operò il nostro Robert.
Ma su di lui? Mi domandai, devo
cercare anche su di lui, e mentre le ore iniziavano a farsi sempre più piccole,
presagio dell’alba, iniziai a conoscere su vari portali quest’aviatore di cui
mi erano arrivate le sue gesta.
Robert Howard Ellis, nato a Philadelphia,
Pennsylvania il 7 Maggio 1926. A 18 anni, e per la precisione il 17
Marzo del 1944 si è arruolato come volontario.
Con il grado di Caporale entrò in
servizio come cannoniere di coda sui bombardieri B-29 Super-Fortress dell’ 881st Bomber Squadron.
Partecipò a sei missioni, nel 1945, di bombardamento a Toyama, 1 August 1945;
Yawata, 8 August 1945, e Osaka, 14 August 1945, fu fatto prigioniero dopo
essersi lanciato con il paracadute sul territorio nemico.
Insignito delle medaglie e del
grado di sergente alla fine del conflitto ha raggiunto gli altri aviatori nel
cielo il 27 Gennaio del 2005 all’età 79 anni.
Come sia finito il suo cofanetto
con i ricordi in una casa d’aste in Inghilterra lo ignoravo, però mi dispiaceva
che tali ricordi non fossero con Lui, o almeno insieme ai suoi cari di oggi, ma
le storie delle famiglie sono le più diverse ed il nostro Robert oggi potrebbe
non avere più parenti.
Ma, ed è questo il bel finale, ha
tante persone che si occupano di lui, sono le persone del Baltimore National
Cemetery, dove il nostro Robert riposa.
La mia ricerca si concludeva, con
gli occhi lucidi e non per il sonno, davanti al portone di questo cimitero degli
eroi, sul portale “find a grave” è possibile onorare i caduti anche on-line,
ricercando la loro tomba in tutti gli Stati Uniti con la possibilità di deporre un fiore on line
insieme con una frase accanto alla foto
del soldato (se disponibile).
La mia notte finisce qui, sono
registrato al Find a grave (trova una tomba) ho il numero di matricola 48671682
ed accanto al nome Robert Howard Ellis c’è una bellissima margherita ed una
frase che gli ho dedicato con tutto il cuore.......
La mattina arrivò presto, nel
riflesso del finestrino del treno che mi portava a Roma, pieno di gocce di
pioggia che correvano mosse dal vento, il mio volto era contento; mi sentivo
fortunato per tutto quello che la storia mi aveva regalato nella notte
precedente.
Robert Howard Ellis, avrò cura
delle tue medaglie ed un giorno verrò a trovarti nel Maryland, promesso.
5501 Frederick Avenue
Baltimore
Baltimore City
Maryland USA
Postal Code: 21228
Phone: 410-644-9696 - Robert Howard Ellis - section 2c - site 18
Se siete arrivati fino a qui.. buona notte!!
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