giovedì 29 ottobre 2015

Il nuovo libro di Alfio Caruso

Riceviamo dal dott. Alfio Caruso, amico del LI, la copertina e le informazioni relative al suo ultimo libro.

Con l'Italia mai!
 
 


Erano principi, conti, marchesi, duchi, baroni. Provenivano dalla Francia e dall’Austria, dalla Germania e dalla Spagna. Li univa un forte sentimento cattolico e una discreta avversione nei confronti della nuova Italia, secondo loro in mano alla massoneria. Poi c’erano i soldati di ventura olandesi e tedeschi attratti dal discreto soldo, c’erano gl’irlandesi giunti a Roma in odio all’Inghilterra protestante, c’erano i canadesi obbligati dai vescovi. C’era anche chi fuggiva dai guai con la legge come l’americano John Surratt accusato a Washington, assieme alla madre già impiccata, di aver partecipato alla congiura contro Lincoln. Dal 1860 al 1870 costituirono il nucleo principale dell’esercito del Papa. E nell’anno di porta Pia ne arrivarono un migliaio sicuri di ripetere le prodezze di Mentana.
E’ un filone impetuoso della nostra storia poco conosciuto e sul quale finora si è proceduto per luoghi comuni. Non erano mercenari, non erano ladroni, non erano cacasotto coloro che in quel decennio impugnarono le armi per difendere Pio IX. Appartenevano all’oltranzismo cattolico e pensavano davvero di fermare le lancette del tempo. A far compagnia tanti emiliani, toscani, marchigiani, laziali cementati da un odio profondo per l’unità d’Italia e convinti che l’unica forma di Paese accettabile dovesse coagularsi sotto l’egida del Pontefice.
Sullo sfondo i grandi avvenimenti che dal 1846 al 1870 segnarono il pontificato di Giovanni Maria Battista Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti con le sue scarse virtù nazionalistiche e con la sua impressionante capacità di segnare la Chiesa dell’epoca: dalla verginità della Madonna al Sillabo, dal lancio mondiale di Lourdes alla protezione accordata a don Giovanni Bosco, dalla nascita dell’Azione Cattolica al dogma dell’infallibilità papale. Intorno a lui gl’intrighi velenosi della curia; lo scontro feroce tra il segretario di Stato, Antonelli, e il ministro della Guerra, de Merode; la prima grande speculazione edilizia della Capitale.
Un quarto di secolo in cui a diversi ufficiali della milizia pontificia capitò di battersi nel ’48 accanto ai Savoia per un’Italia ancora confusa da immaginare, nel ’49 di difendere la Repubblica romana, nel ’60 di opporsi a Cialdini, nel ’67 di fermare Garibaldi, nel ’70 di arrendersi a Cadorna ed essere subito arruolati nell’esercito italiano.
 Da Cavour a Garibaldi il meglio del Risorgimento inseguì il sogno di Roma capitale fra compromessi internazionali e bagni di sangue nel Meridione. La conquista della Città Eterna si mescolò ai sussulti del brigantaggio. La presenza di Franceschiello a Palazzo Farnese fu un dito nell’occhio per i Savoia, le avventure di sua moglie Maria Sofia anticiparono di un secolo quelle di Diana d’Inghilterra con in più due gemelle nate fuori dal matrimonio.
 
Alfio Caruso.
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento