martedì 5 giugno 2018

La notte del D-Day ...

Quello che vedete in foto è il Tenente Colonnello Robert Wolverton, C/O 3 Btn, 506 Reggimento Fanteria Paracadutisti, 101a Divisione Aviotrasportata.
La foto è stata scattata la sera del 5 giugno 1944. 
Robert controlla la sua attrezzatura prima di salire sul C-47 "Dakota", 8Y-S, "Stoy Hora" del 440th trasporto truppe, presso un campo d'aviazione a Exeter, in Inghilterra. 
Quella sera, nel giugno del 1944, radunò i suoi uomini in un frutteto adiacente a quello che ora è l'aeroporto di Exeter e disse: 

"Uomini, non sono un uomo religioso e non conosco la vostra opinione in proposito, ma vi chiederò comunque di pregare con me per il successo di questa missione, più che per noi stessi. E mentre preghiamo, mettiamoci in ginocchio e, con lo sguardo non fisso a terra ma rivolto verso il Cielo, guardiamo in faccia il Signore e chiediamogli la Sua benedizione per quanto stiamo per fare: 
Dio onnipotente, tra poche ore scenderemo in battaglia contro al nemico. Tuttavia, noi non scenderemo in battaglia impauriti. Noi non stiamo chiedendo favori o indulgenze, ma che Tu possa, secondo la Tua volontà, fare di noi degli strumenti per operare il bene e riportare la pace nel mondo. Noi non sappiamo e non cerchiamo di sapere quale sarà il nostro destino. Noi chiediamo solo questo, che se dobbiamo morire, di morire come dovrebbe morire ogni uomo, senza rimorsi, senza suppliche, con la coscienza di aver fatto del nostro meglio in quanto ritenevamo giusto. 
Oh Signore, proteggi i nostri cari, sii vicino a noi in battaglia e con noi ora che rivolgiamo a Te questa preghiera."

Wolverton e gli uomini del 506º Reggimento paracadutisti sarebbero stati lanciati dagli aerei, insieme ad altre unità, la mattina del 6 giugno 1944 per poi atterrare nel territorio della Penisola di Cotentin. 
Lo scopo del lancio era quello di offrire protezione e supporto alle truppe da sbarco americane impegnate sulle spiagge Omaha e Utah, per impedire che i soldati venissero investiti dal contrattacco tedesco una volta sbarcati. 
Il Colonnello Wolverton non riuscì a sopravvivere all'attacco della mattina del 6 giugno 1944. 
Dopo essersi lanciato insieme ai suoi uomini, mentre erano ancora in fase di volo con il paracadute, fu investito dai colpi di mitragliatrice tedeschi, i quali non gli lasciarono scampo.  
Rimase ucciso ancora prima di toccare terra, il suo paracadute si impigliò ad un albero in un albero a nord della cittadina di Saint-Côme-du-Mont, lasciandolo appeso. 
Successivamente i soldati tedeschi utilizzarono il suo cadavere come bersaglio: secondo quanto riportano i soldati americani che recuperarono il corpo dopo l'avvenuto sbarco, 

"il Colonnello presentava i segni di 162 colpi d'arma da fuoco e svariate ferite da baionetta". 

Del gruppo con cui si lanciò dall'aereo, 5 rimasero uccisi (incluso egli stesso), 7 vennero catturati dai soldati tedeschi (alcuni dei quali riuscirono a fuggire) e 3 combatterono con successo secondo quanto era stato loro ordinato prima del lancio. Dichiarato ufficialmente morto solamente nel 1945, fu decorato postumo della Legion of Merit, consegnata personalmente alla vedova dal generale Maxwell D. Taylor, comandante della 101st Airborne Division, il 10 settembre dello stesso anno.

Le sue parole vennero citate anche dal Presidente americano Ronald Reagan nel 1984 in occasione del quarantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, oltre ad essere incluse in numerosi libri, giornali, riviste tra cui Newsweek e riprese dall'Associated Press.

Dopo la Guerra, il Colonnello Robert Lee Wolverton è stato commemorato con un monumento nella cittadina di Saint-Côme-du-Mont, in Normandia, proprio nel luogo dove perse la vita.

Cimeli del colonnello Wolverton sono esposti presso il D-Day Esperience Museum. 

 (la foto è stata ricolorata da Johhny Sirlande, Belgio)








A te dedico il brano: what is there di Chihei Hatakeyama Void X, credo che mai suoni risultino migliori per restare in meditazione su quanto ti è accaduto, la copertina, sembra incredibile, riporta una lunga spiaggia con un sole al mattino, per quanti volessero cercarlo è disponibile su You Tube.

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