martedì 17 febbraio 2015

La Guerra dei Nostri Nonni, di Aldo Cazzullo


Qualcuno questa mattina, tra i pendolari che affollano la metro ogni giorno, si sarà chiesto chi era quel signore, che seduto nell'angolo estremo del vagone, chiudeva un libro, vi poggiava la mano sopra e con gli occhi rossi restava in silenzio a capo chino... ero io, 
ed avevo appena finito di leggere il capolavoro di Aldo Cazzullo, la Guerra dei Nostri Nonni.
Questa mattina avrei desiderato che la metro non arrivasse mai a destinazione, che le pagine continuassero a scorrere sotto le mie mani all'infinito e che tutti i soldati impegnati in quella guerra infame, in quella Grande Guerra, avessero potuto dire la loro, raccontare la loro storia, donarmi una traccia, un segno del loro passaggio attraverso le parole ed i racconti dello scrittore.
Sono uscito scosso dalla galleria, ho salito le scale della stazione e mi sono affacciato al sole, ma le cose non erano come la mattina precedente, i nomi dei valorosi, le loro storie, il loro sacrificio, i loro destini atroci erano intorno a me. Avevo appena chiuso un viaggio sul Pasubio, sull'Ortigara, sull'Isonzo, nella trincea delle frasche, sul Piave a Caporetto, sull'Adamello... migliaia di elmetti rintanati in trincee, migliaia di uomini immersi in un girone dell'Inferno che correva per tutta l'Europa fino ai Balcani.
Nel viaggio mi ero soffermato su alcuni di loro; avevano alzato la testa al cielo e mi avevano raccontato la loro storia, perché si trovavano li... della loro ultima lettera alla mamma o alla moglie, della loro fame, della speranza, della rassegnazione, ma tutti, tutti, alla fine mi dicevano di non dimenticarli; amici o nemici, mi supplicavano affinché la distrazione da tutto e da tutti, quella che vedevo intorno a me e che mi spingeva per raggiungere al più presto l'ufficio, non li cancellasse dalla nostra memoria, perché la Grande Guerra c'è stata e 650.000 soldati Italiani non sono tornati a casa.
Decisi di uscire dal flusso della gente che andava verso il grattacielo, di andare controcorrente, di sbattere contro di loro per svegliarli dal torpore, dalle pallette colorate che corrono nel videogioco e che li rincretinisce e mi sono ritrovato seduto in una panchina davanti ai laghetti dell'Eur, il libro ancora in mano, il sole alto, ed ho iniziato a rileggere il libro... per poterlo raccontare meglio a qualche bambino o ragazzo a cui avrò suscitato interesse e vorrà ascoltarmi...
Grazie Aldo, per la tua voglia di Onorare e Ricordare e per l'amore che hai dedicato alla ricerca di fatti, nomi e personaggi che altrimenti sarebbero caduti nell'oblio.
Per tutti voi, amici e lettori del Blog, il consiglio di non restare senza queste memorie.
 
Vostro, Blogger.
 

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