giovedì 14 aprile 2016

Jack Doyle, una pagina di storia.


Partendo da Castiglione del Lago, prendiamo via Vitellino, per la località Vitellino, proseguiamo per Gioiella, una volta raggiunta prendiamo la SP301 in direzione di Pozzuolo, al secondo tornante sulla sinistra troveremo un piccolo bosco e poco più avanti una strada che porta all’interno di questo boschetto. Al suo interno, Villa Paolozzi, che fu un comando tedesco durante la battaglia del Trasimeno e successivamente comando Inglese.

In questa casa la sera del 29 Giugno del 1944 arrivò una Jeep da cui scese Jack Doyle  con la sua radio ed il suo operatore, salì fino al solaio ed installò il ponte radio a pochi passi dalla linea del fronte.

Ma chi era Jack Doyle?

 
 
 

Era un pilota della Royal Air Australian Force (RAAF) pilotava cacciabombardieri Kittyhawks ed aveva operato lungo la costa orientale dell’Italia.
Nel 1942, partì volontario per il 3° Squadrone RAAF in Medio Oriente vicino a Tripoli in Nord Africa. Quando cadde Tunisi, nel maggio 1943, la guerra del deserto era finita e la squadra fu trasferita a La Valletta, a Malta.
Doyle ricevette la Distinguished Flying Cross nel marzo 1944 per le operazioni con 3° Squadron dopo aver condotto un attacco riuscito contro quattro cannoni 88mm a scomparsa e un deposito di munizioni.
Dopo la caduta di Roma, nel giugno del 1944 ,  operò senza sosta in condizioni meteorologiche eccezionalmente avverse. Doyle ricevette una barra aggiunta alla sua Distinguished Flying Cross  nel luglio dello stesso anno per " leadership eccellente in numerose operazioni " .
Dopo circa 14 mesi di attività gli fu assegnato un compito nell’ambito di Rover David.
Rover David era la sigla con la quale venivano sviluppate le operazioni di controllo dell’aria stando a terra durante la seconda guerra mondiale. Fu un progetto sviluppato appositamente per il periodo di guerra e solo la Royal Australian Air Force lo portò avanti. I progetto nasce durante la battaglia di Buna-Gona-Sanananda, che da metà novembre 1942 alla fine di gennaio 1943 vide gli australiani e gli americani conquistare la base  giapponese dopo una lotta durata tre mesi e che aveva auto le caratteristiche di un assedio.
Successivamente Rover David venne impiegato durante la guerra in Nord Africa e poi in Italia, dove, avendo raggiunto la superiorità aerea e programmando le missioni di attacco al suolo per tempo, si correva sempre il rischio  che determinati obiettivi in movimento avessero cambiato posizione nel tempo trascorso tra il decollo ed il raggiungimento della zona dell’obiettivo.
La soluzione a questo problema era “Rover” che scambiava informazioni sul bersaglio via radio da Brigata a Brigata poste sul fronte senza soluzione di continuità, dando al pilota costantemente l’esatta posizione dell’obiettivo, essendo il supporto radio stesso mobile sul terreno o posto in posizioni prossime alla linea del fronte.
Rover era in grado di cambiare l’obiettivo ai piloti di una quadriglia se le  necessità al suolo fossero cambiate, dando supporto immediato alle truppe, sia con l’ artiglieria che dal cielo.
Rover era un occhio in più per le truppe e per i piloti, l’anello di congiunzione tra fanteria, mezzi corazzati, artiglieria ed aviazione.
Gli americani in Italia furono impressionati da questo sistema e lo adottarono dopo averlo visto in funzione durante lo sbarco di Salerno.
Nota: a Cassino, durante la battaglia, il Rover David era su Monte Trocchio.
I segnali di chiamata per i Rovers erano "Rover Paddy" e "Rover David" per la RAF; i nomi erano quelli dei piloti da caccia che hanno avuto l'idea in origine. La versione americana è stata "Rover Joe". 
Nel caso degli Americani, “Rover Joe” non era un individuo, ma un gruppo ad hoc, composto da un pilota come controllore posto in avanti a tutti i velivoli, un controllore a terra con quindici uomini, compresi gli specialisti di comunicazione.
L'unità poteva spostarsi insieme con le forze di terra.

Divenne ben presto evidente che per gli attacchi aerei potevano essere utilizzati piccoli aerei da ricognizione che mantenevano costante il controllo ed i collegamenti radio tra gli aerei e le truppe di terra.
Una versione della nascita di Rover Joe parla di un L-5 Sentinel pilotato dal capitano William Davidson che per primo menziona il concetto di FAC Tactical Air Controller.



Un'altra versione della nascita racconta del colonnello Reichert che chiese al suo comandante di prendere in prestito un paio di aerei di collegamento dal generale Mark Clark per le operazioni di sorvolo delle aree.
Indipendentemente dagli ispiratori, i primi FAC furono lanciati il 28 giugno 1944, erano stati dotati di SCR-522 radio VHF, e pilotati da volontari piloti da caccia-bombardieri.
Ma torniamo al nostro Doyle ed alla sua unità mobile, quella sera arrivò alla villa con l’obiettivo di recarsi il più vicino alla linea del fronte per dirigere il pattugliamento aereo degli obiettivi speciali segnalati dall’esercito poco prima dell’attacco delle truppe di terra.
Accostò la Jeep alla grande scalinata, scese con l’operatore della RAAF e insieme con il suo Army Liaison Officer ed il suo radio-operatore entrarono nella grande casa e si recarono nell’attico dove rimossero alcune tegole, posizionarono le radio ed iniziarono a guardare la linea del fronte.
I quattro, come gli altri soldati Inglesi che avevano posto il comando nei piani inferiori e la servitù presente nella casa, che era rimasta quando i tedeschi erano fuggiti non erano a conoscenza che questi ultimi, fuggendo, l’avevano minata con una bomba ad orologeria.
Il 30 giugno, alle 15:30 del pomeriggio, la villa saltò in aria, uccidendo i due figli del conte Paolozzi, Piero e Giovanna, Renzi Maria che era della servitù, Lucio Bucci con la moglie e la figlia, uomini di fiducia del conte,
Nel diario di guerra del 4° reggimento esploratori si legge:
Alle 15:30 una mina o una carica a scoppio ritardato fece saltare la casa, incluso il comando e molti uomini del reggimento, la RAAF e undici civili restarono sepolti sotto le macerie. Alcuni furono recuperati vivi. Le perdite del reggimento ammontarono a 7 uccisi, 3 feriti ed un quarto che morì in seguito. Tutti i documenti e le mappe furono distrutte, compreso il diario di guerra completo di appendici.
Gli otto morti inglesi riposano ad Assisi, a questi sono da aggiungere anche due Inglesi, uno del Royal Signals ed uno del 2744 Squadroon della Royal Air Force Volunteer Reserve, entrambi sepolti in una tomba comune ad Assisi e probabilmente morti nella stessa esplosione.
Jack Doyle fu uno dei soli tre che riuscirono a salvarsi, precipitò dal solaio ma la caduta fu frenata da una trave che gli salvò la vita. Fu trasportato all’ospedale di Villa Cartoni, poi ad Orvieto ed infine a Napoli.
Cinquantacinque anni dopo Jack Doyle tornò in quei luoghi, aveva solo una fotografia aerea scattata il 22 Giugno da 26000 piedi e non ricordava più dove si trovasse quella villa.
Grazie all’aiuto di gente della zona, tra cui l’attuale proprietario di Casa di Pan, trovò quel posto e fu quasi malmenato da due cercatori di tartufi che lo scambiarono per un rivale nella ricerca e non lo fecero entrare.
Nei giorni successivi tornò in quei luoghi con l’aiuto di un ex carabiniere ed altre persone del luogo e riconobbe la casa, o quello che ne rimaneva, fu una grande emozione per lui.
L’unica richiesta che fece fu quella di una foto della villa, prima dello scoppio, ma non riusci ad averla e tornò a casa in Australia per vivere il resto dei suoi giorni.
Qualche tempo dopo a casa di Mr. Doyle arrivò una lettera, era dell’ultimo figlio del conte Paolozzi, Flavio, scampato allo scoppio, che seppe della visita di Doyle e volle scrivergli una bella lettera ringraziandolo della visita allegando nella missiva una foto della villa, prima di essere distrutta.
Per Doyle, rivedere quella foto deve essere stata una gioia immensa e tanti ricordi devono essergli tornati alla mente.
Doyle, ha raggiunto i suoi compagni di squadrone nel cielo nel 2009.
Villa Paolozzi, caduta in degrado, è in corso di recupero, abbiamo trovato un sito dove l'immobile è in vendita è c'è un progetto di recupero per diventare un resort.
Non sappiamo se è stato già ultimato o se ancora è in attesa di un acquirente.
Speriamo che in questo resort ci sia un angolo per questa storia e per una stele a ricordo dei caduti.
Saremmo felici se questo contributo serva allo scopo.
A Mr. Doyle un saluto ogni volta sentiremo un elica rombare nel cielo.
Vola Doyle, non fermarti più, il cielo è tuo adesso.
 


 
 
 

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