Mignano ML, 8 dicembre 2013
Signore, Signori, Autorità
Se siamo qui, a distanza di 70 anni, a
ricordare il valore dei combattenti
della battaglia di
montelungo che furono poi protagonisti nella guerra di Liberazione, vuol
dire che quei giovani sono entrati a pieno titolo nella storia della nostra
Nazione.
Non voglio qui dilungarmi sulla ricostruzione
dei fatti bellici, già più volte ricordati che, sebbene importanti per
comprendere il valore di quei combattenti,
primi fra i primi qui impegnati in prima linea, non risulta sufficiente per
comprendere appieno l’altissimo valore
morale e storico che ci è stato lasciato in eredità.
Ricordo solo che quei giovani hanno speso i
loro vent’anni per ideali che chiamavano lealtà, impegno, onore, senso del
dovere e della giustizia e che oggi chiamiamo Italia.
Alcuni
giorni fa durante un colloquio
telefonico, un Reduce mi raccomandò di ricordare a tutti voi che l’essenza del
loro agire è rappresentata da quella frase che rimane scolpita su una pietra
sul Montelungo……a ricercare la Patria smarrita…..
Si perché l’Italia e gli Italiani in quei
giorni, dopo tre anni di guerra estenuante, condotta su ogni fronte con mezzi
impari, guerra sbagliata sia sul piano tattico che su quello militare, avevano
smarrito la loro identita, la loro dignità, il loro onore!!
Le severe imposizioni di una resa
incondizionata ci avevano infatti costretti a subire l’ occupazione militare della totalità del territorio nazionale; ciò che restava delle Istituzioni,
rifugiato nelle Puglie, stentava a riprendere i comandi militari già dissolti
come neve al sole e l’economia già flebile, non si giovava di certo dal baratto e dal mercato nero!!
Eppure, pur in queste condizioni di assoluto
degrado materiale e morale si seppe prontamente reagire e ritrovare la giusta
via della Liberazione.
Quel 8 dicembre 1943 dovrebbe essere ricordato
come il dies natalis del secondo risorgimento; da lì partì la riscossa di una
nazione che sebbene sconfitta ed umiliata volle e seppe dimostrare alla platea
mondiale, la via del riscatto!!
La storia ci dice che la scelta fu vincente;
gli anni dell’immediato dopoguerra
trovarono una Nazione economicamente depressa ma moralmente ricca di principi e
di valori; gli stessi che furono poi abilmente
trascritti nella Carta Costituzionale, mirabile esempio di equità sociale e di unione
nazionale.
Ma proprio a partire da quegli anni non si
seppe o non si volle riconoscere ai
combattenti il diritto al più elementare
dei sentimenti: la riconoscenza storica. E quando dico combattenti penso a
tutti coloro che chiamati su ogni fronte al senso del dovere e della Patria
seppero in ogni condizione resistere ai disagi della guerra, della
prigionia o dell’esilio.
Citando
questi mi viene logico chiedermi a quanti di quei valori oggi, dopo
settant’anni, abbiamo saputo conservato
come indelebile patrimonio nazionale.
Le notizie che ci arrivano ogni giorno dalla
politica, dall’economia, dalla situazione dello stato sociale indicano lo stato
di salute della nostra democrazia e non
ci consentono di guardare con serenità all’immediato futuro.
Si sente oggi forse come ieri, la necessità
di una nuova presa di coscienza dei valori fondanti la nostra società.
Oggi forse come ieri è giunto il momento di
recuperare la nostra dignità di persone e di popolo davanti al soccombere del
senso civico, del dovere collettivo e del senso di appartenenza alla Patria,
sempre più minate dall’ interesse personale o di parte e dal dilagante vuoto
culturale quotidianamente profuso da ormai
potenti e incontrollabili sistemi di informazione.
Eppure ho motivo di pensare che forse una via
da indicare rimane.
L’esperienza maturata in questi ultimi quattro giorni
accogliendo e parlando dei valori nazionali nati dalla guerra di Liberazione ad
oltre 900 studenti dai dieci ai 18 anni, ci conforta e ci dice che è nostro dovere
guardare avanti gettando il cuore come le bombe a mano dei nostri genitori sul
Montelungo.
Abbiamo ritrovato in questi giovani curiosità
ed interesse per la storia, senso civico, sensibilità sociale e capacità di
apprendere. Tutti sentimenti che ci fanno ragionevolmente pensare che il senso
della Patria sia ancora vivo e che valga ancora la pena di spendere energie per
coltivarlo.
Ed è anche per questo, che oggi, a 70 anni di
distanza, noi figli dei bersaglieri del LI°, eredi di quel mirabile esempio di
fedeltà, sacrificio, senso della Patria e dello Stato siamo qui, dove la loro
epopea ebbe inizio, affinché la
lungimirante dignità del loro agire sia consegnata alla Storia della
Nazione come esempio di riscatto per le future generazioni.
Claudio Vigna
Presidente dell’Associazione
LI°Btg Bersaglieri AUC Montelungo 1943
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