Nel viaggio di ogni giorno per raggiungere l'ufficio, prima in treno e poi nella metro; le letture riguardanti i fatti accaduti nella storia che a noi interessa di più, sono la compagnia di ogni giorno.
E' in questo tragitto che spesso nascono idee, progetti, si sottolineano pagine di libri, si prendono appunti che poi saranno utili per altri progetti.
Oggi però tutto questo non è avvenuto, non ho letto, ma ascoltato.
Ho ascoltato il papà di un ragazzo che in questi giorni sta facendo gli esami della terza media.
Il suo racconto riguardava appunto il figlio, che per l'esame ha portato una ricerca sulla Prima Guerra Mondiale, soffermandosi molto sui patimenti dei soldati in guerra.
Di certo era una ricerca originale per un ragazzo della sua età, ma la spiegazione del motivo dell'interesse di questo bambino per i fatti della guerra mi ha emozionato.
Era uno dei ragazzi che vennero a visitare la mostra "Volti di Guerra" qualche tempo fa; forse uno di quelli più curiosi che ricordo mi fecero tante domande davanti al manichino con la divisa estiva di un Bersagliere.
Rimase scioccato dalla vista di tutti quei volti di soldati, prima sorridenti e poi sempre più scuri, tristi, fino a sembrare dei vecchi.
Il papà mi ha confidato che per giorni ha continuato a fargli domande, fino a chiedergli di essere accompagnato in qualche museo; fino al premio di questa estate: un viaggio nel nord Italia, a visitare i luoghi della Prima Guerra Mondiale.
Una volta salutato il papà e tornato sui miei passi, mi sono fermato a ragionare sulla nostra missione e sul messaggio che vogliamo e dobbiamo dare a coloro che verranno dopo.
La riflessione di quel bambino non è stata attratta dalle armi, dai mezzi, ma dall'uomo libero, divenuto soldato per cause spesso a lui ignote ed alle sofferenze a cui è stato sottoposto. Questo era il taglio che ho voluto dare alla mostra; il messaggio che volevo cogliessero i visitatori e nel caso di questo bambino ha funzionato.
E' un seme, un piccolo seme, piantato nella mente di un ragazzo che apre gli occhi alla realtà che lo circonda.
Un seme che sta dando una pianta che cresce e che spero darà i suoi frutti.
Tutto il lavoro che facciamo da questo Blog, dal sito Internet, dalle manifestazioni che organizziamo; dai vari progetti che alcuni dei nostri soci portano avanti, come Der Funker (il marconista) hanno questo scopo e tutte le cose che ci vedranno protagonisti nel futuro avranno questo scopo.
Scuotere la mente di chi ci viene a trovare, piantargli un seme; nel racconto delle storie di ragazzi divenuti uomini all'interno di guerre più grandi di loro. Per onorare e ricordare.
Attendo il ragazzo un prossimo pomeriggio di sabato per fargli vedere tutte le divise della collezione e gli altri oggetti che ho raccolto, se lo merita, come un libro dei Diari del Cinquantunesimo ed un prossimo invito alla manifestazione per i ragazzi "Der Funker".
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