Addio comandante Denis Forman
di Antonio Bini
SCOMPARE UN
PROTAGONISTA DELLA GUERRA
LA WIGFORCE, ALLE ORIGINI DELLA BRIGATA MAIELLA
Il 24 febbraio 2013 è scomparso sir Denis Forman. Era nato a Cragielands
(Scozia) il 13 Ottobre del 1917. Con la sua morte viene meno un protagonista
della seconda guerra mondiale e un testimone fondamentale per la ricostruzione
delle singolari vicende della Wigforce, alle origini della Brigata Maiella. I
media britannici lo ricordano soprattutto come personaggio significativo per
l’industria cinematografica e televisiva britannica. Nel corso di un servizio
della Bbc, Peter Fincham direttore della ITV, ha detto che: “Sir Denis Forman
era un uomo straordinario, oltre che essere stato uno dei grandi pionieri della
televisione inglese”.
Nel ricostruire l’intensa vita di
sir Denis Forman non potevano mancare riferimenti alla sua partecipazione alla
seconda guerra mondiale, che qui maggiormente interessano. Il Telegraph del 25
febbraio, in un lungo articolo, ricorda come allo scoppio della guerra il
giovane Forman, nel considerare scarsa la preparazione militare del comando
scozzese, chiese ai suoi superiori di potersi formare nella Scuola di guerra di
Barnard Castle, di cui aveva sentito parlare. E’ in quest’occasione che il
giovane Forman conosce l’istruttore capo, Lionel Wigram, di cui diventerà
amico. Si ritroveranno nel settembre 1943 a Termoli, Forman proveniente dalla
Tunisia e Wigram dalla Sicilia, dove aveva svolto le funzioni di osservatore.
Quest’ultimo era stato da poco declassato da Montgomery da tenente colonnello a
maggiore, per una relazione critica su alcune strategie militari seguite allo
sbarco in Sicilia. L’eroico maggiore Wigram morirà a Pizzoferrato il 3 febbraio
1944, nel corso degli scontri tra la Wigforce – la formazione mista
italo-inglese – che Forman aveva contribuito a favorire – e la Wehrmacht.
Il Telegraph rivela come Forman
fu devastato da quella morte. “Lionel”, dichiarò Forman, “il mio amico e per
molti versi il mio eroe”. Lo stesso quotidiano racconta che Forman continuò ad
“essere ossessionato dalla morte Wigram, per il quale, senza una buona ragione,
si riteneva in parte responsabile”. Sulla questione interviene anche Philip
Pulser sul The Guardian del 25 febbraio per precisare che Forman scrisse “A
Reason why” (1991) per “difendere Wigram, che fu ucciso nel 1944 mentre
conduceva una schiera di partigiani italiani”. Sei settimane dopo la guerra
finì anche per Forman, che durante gli scontri di Cassino fu colpito ad una
gamba da una bomba, con successiva amputazione dell’arto.
Personalmente ricordo con
emozione e gratitudine, insieme all’editore, sir Denis Forman non soltanto per
aver gratuitamente concesso i diritti per l’edizione italiana del suo racconto
sulla guerra in Italia e sulla storia di Lionel Wigram e della Wigforce, ma per
il rapporto che si era venuto ad instaurare, per il desiderio di voler
comunicare la sua versione dei fatti in Italia, e in particolare in Abruzzo.
Quando venni a sapere del suo libro, scrissi un articolo sulla storia del
maggiore Wigram (n. 88, inverno, 2009). Dopo lunghe ricerche venni a sapere che
Forman era vivente. Riuscii ad avere il suo indirizzo di Goa in India, dove
l’ex maggiore trascorreva i mesi invernali e gli inviai copia della rivista.
Ricevetti poi una sua lettera densa di apprezzamenti per l’articolo e per la
stessa rivista. Continuai ad avere rapporti epistolari fino a quando venne a
concretizzarsi l’ipotesi dell’edizione italiana, con la collaborazione di Nino
Di Carlo, ragazzo nel lontano 1943 in quella Casoli sede dell’importante comando
inglese affidato a Forman.
Non posso che rimarcare la
signorilità, l’umiltà e la disponibilità di un personaggio dell’importanza di
Sir Denis nell’aderire alle mie richieste che tendevano al suo massimo
coinvolgimento nell’opera, sia nel titolo da scegliere per l’edizione italiana,
considerato che la semplice traduzione di “To reason why” poteva risultare poco
comprensibile, che per una nuova prefazione che fosse più funzionale per i
lettori italiani. Mi piace ricordare che “Wigforce story” (edito da
D’Abruzzo-Menabò) fu la sua prima ipotesi di lavoro e credo di poter dire che
la scelta – del tutto condivisa – sia da ritenere come l’estremo atto di
riconoscenza verso l’amico Lionel ed agli stessi morti della resistenza
abruzzese, con cui mantenne vivi rapporti, tornando nel 1947 a Casoli, dove
ricevette una “accoglienza regale”, mentre per raggiungere Civitella Messer
Raimondo gli furono messi a disposizione due cavalli, in un territorio ancora
fortemente ferito dalla guerra. Ed è a Civitella che si riferiscono le gesta di
un partigiano rientrato in Italia dopo anni di emigrazione a Chicago, finito in
copertina della prima edizione di “To Reason why”. Dietro il suo nome di
battaglia – Nick Williams – si celava uno dei cinque Nicola Di Guglielmo che
fecero parte della Brigata Maiella.
Forman tornò ancora nel 1966 e
infine nel 1990 senza ritrovare i partigiani che conosceva, scomparsi o
emigrati, ma compiendo il suo ultimo pellegrinaggio sui luoghi della battaglia
di Pizzoferrato. Il libro “Wigforce Story” ha suscitato un vasto interesse. E’
stato presentato nel marzo 2012 ad Ortona, Casoli, Pizzoferrato, Bologna e
Pescara, ad opera della Fondazione Brigata Maiella. Grazie alla preziosa
collaborazione di Bimbi Bellhouse, designer londinese che ha eletto Casoli come
seconda patria, è stato possibile coinvolgere i figli del maggiore Wigram,
Anthony e Michael Wigram, i quali positivamente colpiti dall’edizione italiana,
hanno organizzato un memorabile raduno in Abruzzo dal 12 al 15 luglio, con
figli e nipoti Wigram, sulle tracce della Wigforce. Un gruppo di 26 persone di
cui faceva parte il primo nipote maschio, Lionel Wigram, famoso produttore
cinematografico, che ha raggiunto i familiari volando da Los Angeles. A
Pizzoferrato sono stati accolti dalla banda locale con le note dell’inno
inglese e da Nicola Troilo (figlio del comandante della Brigata Maiella),
mentre il comune di Casoli ha voluto dedicare una sala del palazzo ducale, già
sede del comando inglese, all’eroico maggiore Wigram, amico dell’Italia.
Sir Denis era stato informato
degli eventi. Allo stesso è stato recapitato un fazzoletto della Brigata
Maiella donato da Antonio Rullo, vice presidente dell’Associazione Patrioti
della Maiella, per rinsaldare i legami di riconoscenza ed amicizia tra i
partigiani e lo storico comandante del presidio dell’VIII Armata di Casoli, che
rappresentò per tanti italiani (tra cui il futuro presidente Ciampi) e
prigionieri alleati una fondamentale via di salvezza a sud della linea Gustav.
Un percorso ancor oggi ricordato dal “Sentiero della Libertà” (Freedom Trial),
giunto quest’anno alla XIII edizione – http://www.ilsentierodellaliberta.it/.
Una volta acquisiti i due servizi
televisivi, ben curati da Maria Rosaria La Morgia, messi in onda da Rai 3 nei
mesi scorsi e relativi alla presentazione del libro e al ritorno dei Wigram in
Abruzzo, avevo spedito un dvd a sir Denis. Nella sua ultima lettera del 18
ottobre 2012, che si riproduce in allegato, manifesta il suo sentito
ringraziamento per quelle immagini della indimenticabile Maiella e per averlo
ancora ricordato, insieme agli apprezzamenti sull’edizione italiana, che aveva
fatto leggere ad amici con buona conoscenza della nostra lingua. Nello scorso
mese di gennaio gli avevo fatto sapere che il suo libro sarebbe stato
presentato presso l’Istituto Algeri Marino di Casoli, il 26 gennaio 2013, in
occasione della Giornata della Memoria. Da Bimbi Bellhouse ho appreso che nelle
ultime settimane il vecchio combattente, sempre lucido e pieno di interessi,
aveva smesso di lottare, lasciandosi andare.
Addio sir Denis, non dimenticheremo la sua
lezione di stile e di modestia e la ricorderemo aver aiutato la ricostruzione
di una parte significativa della nostra storia recente.
Articolo tratto dal sito:
22 Marzo 2013
Categoria : Storia & CulturaA seguito della pubblicazione di questo articolo, riportiamo il libro stampato nel 2012 e di cui si trovano ancora copie in vendita, un libro che è da poco arrivato nella nostra redazione e ci sta regalando tante emozioni e tante pagine di storia recente del nostro paese, forse dimenticate.
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