Oggi alle 17,30 il Consiglio comunale di Udine
conferirà il “Sigillo della città” alla MOVM prof.ssa Paola Del
Din “Renata”.
Si intende così riconoscere alla Patriota, originaria di
Pieve di Cadore ma cittadina udinese sin dal 1933, la dedizione alla causa
della Libertà, il profilo sociale e culturale, nonché l’impegno in prima linea
durante il periodo della Resistenza, motivazioni queste che le valsero il
conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare, massimo riconoscimento
militare.
L’Associazione LI Btg Bersaglieri A.U.C. “Montelungo 1943”,
onorata di annoverare tra le sue fila la MOVM Paola Del Din, costante presenza
di Patriota sempre senza paura e figura quanto mai attiva nel divulgare i
valori di Patria e Libertà, si unisce alla decisione della città di Udine che
contribuisce a tenere alta l’attenzione sui valori espressi nella guerra
di Liberazione e della Resistenza.
Complimenti "Renata"!
Paola Del Din
Nata a Pieve di Cadore (Belluno),
nel 1923, insegnante, Medaglia d'Oro al Valor Militare, presidente della FIVL.
Si era appena laureata in Lettere
all'Università di Padova quando, sopravvenuto l'armistizio, entrò nelle file
della Resistenza veneta con il fratello Renato, di un anno più vecchio di lei e
che sarebbe caduto pochi mesi dopo a Tolmezzo, durante una temeraria azione
contro una caserma della milizia fascista. Dopo la morte del fratello, Paola
s'impegnò ancor più nella lotta antifascista. Con il nome di "Renata"
assolse numerosi e rischiosi incarichi, come staffetta ed informatrice, sino a che
non riuscì a raggiungere fortunosamente gli Alleati a Firenze, latrice
d'importanti documenti. Una volta nell'Italia liberata, la ragazza chiede di
frequentare un corso per paracadutisti, per poter tornare più facilmente al
Nord, ancora occupato dai nazifascisti. La sua determinazione è tale che viene
accontentata ed addestrata a San Vito dei Normanni. "Renata" prende
parte ad undici voli di guerra. Chiede ed ottiene che gli inglesi liberino e
facciano tornare in Italia il padre Prospero, ufficiale degli alpini
prigioniero in India. Alla vigilia della Liberazione si fa portare in aereo su
una zona del Friuli, dove deve prendere contatto con una Missione alleata;
tocca terra in malo modo, si frattura una caviglia, ma riesce faticosamente a
raggiungere i partigiani e a consegnare a chi di dovere i documenti che ha con
sé. Negli ultimi giorni della guerra di liberazione, ancora claudicante, Paola
Del Din attraversa a più riprese le linee di combattimento, per portare
messaggi ai reparti alleati in avanzata. Dopo la Liberazione, vinta una borsa
di studio, se ne va negli Stati Uniti. All'Università di Pennsylvania consegue
il titolo di "Master of Arts". Tornata in Italia, la Del Din si
dedica all'insegnamento nelle scuole medie. Nel 1957 riceve la massima ricompensa
militare italiana, nella cui motivazione si legge: "Bellissima figura di
partigiana, seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile
ardimento i compiti affidatile, dimostrando sempre elevato spirito di
sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà". Ormai
ottuagenaria, Paola Del Din non si è messa del tutto a riposo. Nel 2002 ha
fatto da madrina, a Milano, agli allievi del corso "Ferrari II" della
Scuola militare "Theulié". Sino alla sua riconferma, nel febbraio del
2007, alla presidenza nazionale della Federazione Italiana Volontari della
Libertà, è spesso stata presente a cerimonie militari e a manifestazioni della
Resistenza.
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