domenica 27 ottobre 2019

Caporal Maggiore Bersagliere Alfredo Aguzzi

Caporal Maggiore Bersagliere
Alfredo Aguzzi, di Roma

LI battaglione A.U.C. 3a Compagnia motociclisti.


La sera del 7 dicembre del 1943, raggiunse le pendici di Monterotondo per l’attacco previsto il giorno seguente verso le colline di Montelungo. Sotto un pesante bombardamento aereo e di mortai si riparò con gli amici Bersaglieri nella zona del monte tenuta dagli americani fin dai primi giorni di novembre. Fu trafitto da una scheggia che si conficcò nel cuore e lo uccise all’istante. Fu il primo caduto del Battaglione, il primo caduto della Battaglia di Montelungo uno dei primi caduti del Secondo Risorgimento Italiano.


Così descrive la sua morte Rosolo Branchi 
Bersagliere AUC della 3a Compagnia:

“era sdraiato tra i cespugli accanto a me e Gianni; parlando sottovoce perchè il nemico era vicino, si diceva convinto che dopo l’attacco del raggruppamento i bersaglieri sarebbero arrivati in 10 giorni a Roma, la sua città. Sarebbe andato sul lungotevere e, chiamata la sua ragazza alla finestra, le avrebbe detto di aspettarlo mentre andava a casa a salutare i suoi e “mettersi in borghese”. Ad un tratto si udì uno scoppio seguito da un sommesso lamento, “ahi”, come se Aguzzi fosse stato punto da un insetto. Gli chiesi cosa fosse accaduto, ma egli non rispondeva. Per sollecitarlo gli toccai il braccio destro e lo sentii inerte. Era morto così in un attimo, mentre sottovoce descriveva il suo felice ritorno a Roma. Una scheggia di mortaio gli aveva trapassato il braccio sinistro e si era conficcata nel suo cuore ventenne. Spaventati e sgomenti eravamo rimasti ammutoliti e trovammo un pò di voce solo per chiamare i portaferiti, che nella notte avevano raccolto con le barelle altri bersaglieri della nostra compagnia feriti. Sentii crescere dentro di me un'impetuosa collera. Per la prima volta avvertivo il nascere il sentimento assai simile all'odio per il nemico, mi sentivo capace di uccidere chi aveva stroncato la vita di quel ragazzo innocente che sognava solo di tornare a casa, che non aveva mai sparato nemmeno un colpo contro i tedeschi".



                                       La mamma di Aguzzi

martedì 22 ottobre 2019

The Land of Medals,




Pettinari Enrico Dionigi
Portaferiti 51° Nucleo Sanità
Medaglia d'Argento al Valore Militare
Battaglia di Montelungo.



Nasceva a Caslpusterlengo (allora provincia di Milano, ora Provincia di Lodi) il 22 novembre 1916 primo figlio di Luigi e Galleani Luigia.
La famiglia era ulteriormente composta dai fratelli e sorelle: Pietro Angelo cl. 1918, Andrea cl. 1921, Maria cl.1923, Teresina cl.1929, Vincenzo Carlo cl.1931 (vivente) e Carlo cl.1933.
Il padre, luigi (cl.1893) svolgeva il mestiere di lavorante giornaliero alla segheria.
Nel 1921 la famiglia si trasferiva nel comune di Santo Stefano al Corno (ora Lodigiano) provincia Lodi da dove faceva ritorno a Casalpusterlengo il 27 ottobre del 1922, andando ad abitare in una modesta casa in via L. Bernardinelli.
Enrico Dionigi frequentava le elementari elementari sino alla classe V, poi avviato al lavoro come apprendista meccanico. Continuerà in seguito con il mestiere di meccanico.
Tra il 1936 e 1937 veniva chiamato per il servizio militare in un reggimento di Fanteria.
Nel maggio del 1940 veniva chiamato in servizio per l’imminente scoppio della guerra.
Nel settembre del 1943 a seguito a seguito degli avvenimenti legati all’Armistizio dell’8 settembre, si trovava col proprio reparto nell’Italia Meridionale.
Passerà coi commilitoni il 28 settembre 1943 nel neo costituito 1° Raggruppamento Motorizzato,51°Nuclao di Sanità, sotto la guida del Generale Umberto Utili, Esercito Italiano di Liberazione, con l’incarico di soldato-portaferiti.
Dopo in periodo di addestramento il reparto si portava il 5 dicembre 1943 sul fronte di Mignano Montelungo. Nelle giornate del 15-16 dicembre veniva coinvolto nei combattimenti contro le truppe tedesche. Pettinari Enrico Dionigi decedeva il 16 dicembre per ferite causate da schegge per scoppio di granate di artiglieria o deflagrazione di mina anticarro, colpito nell’adempimento della sua missione.
La motivazione della concessione della medaglia d’argento “sul campo” testimonia l’alto spirito di sacrificio dei componenti del 51° Nucleo di Sanità.
“portaferiti di un Nucleo di Sanità, già distintosi in precedenti azioni di guerra, durante una violenza azione tedesca, accortosi che un compagno ferito era rimasto oltre le linee, accorreva prontamente in suo aiuto. Ferito una prima volta non desisteva dal suo nobile proponimento e raccolto il compagno esanime, tentava di iniziarne il trasporto nelle nostre linee. Colpito una seconda volta a morte, immolava la giovane vita nell’eroico e sublime atto di abnegazione”.
Zona di Montelungo, 16 dicembre 1943 – Concessione Roma, 30 giugno 1945
Veniva sepolto nel cimitero di guerra in Valle Lauro. Successivamente inumato nel Sacrario Militare di Roccione di Valle Lauro, tomba 22.
Nel dopoguerra le spoglie su richiesta dei genitori, facevano rientro nel paese natio di Casalpusterlengo.
Il fratello, soldato-aviere Andrea Pettinari cl.1921, appartenente al Comando Aeronautica dell’Egeo, prigioniero tedesco, dopo gli avvenimenti dell’8 settembre del 1943, decedeva, disperso di guerra in mare, il 12 febbraio del 1944 a seguito dell’affondamento del piroscafo Oria, presso l’isola di Gaidaro nel Mar Egeo, con cui i tedeschi lo stavano portando verso l’internamento in Germania.
Il cugino, caporal maggiore mitragliere, Guerrino Pettinari cl.1915, Medaglia d’Argento al valore militare, cadde eroicamente il 17 settembre del 1943 nei combattimenti nell’Isola di Cefalonia, appartenente alla Divisione Aqui.


51a Sezione Sanità nei pressi di Montelungo


I ragazzi della 51a Sezione Sanità a Montelungo
(da notare su alcune divise lo stemma Sabaudo)