lunedì 25 settembre 2017

Paul Riedel,l'ufficiale tedesco sepolto in un cimitero civile

Ho pensato di raccontarvi questa storia, di cui sono venuto a conoscenza grazie al mio amico Stefano, una sera durante il viaggio sul pullman verso Perugia, quando al tramonto, tra le dolci colline di nuovo verdi dopo un estate torrida ed i colori rosa, viola, rosso e blù del tramonto vedevo le linee dei monti scure al contrasto con il sole calante ed ho ripensato a monte Tezio, che segna il territorio di Perugia sul versante nord.
E’ questa una terra meravigliosa, dolce, dai profumi inconfondibili e dalla gente cordiale e ospitale.
La sua campagna oltre ad essere disseminata di cipressi; sottili pennellate nello sfondo di un cielo azzurro, che segnano strade, cancelli e angoli di fede è ricca di manufatti medievali; torri, castelli e borghi a volte piccolissimi, dove il tempo scorre lento, nonostante tutto quello che vi accade intorno.
E in uno di questi piccoli borghi, sotto il monte Tezio, nei pressi di Perugia, che si svolge la storia che vi racconto. 
Migiana, frazione del comune di Corciano, popolata oggi da 200 anime, con il suo castello medievale, Castel Procoio e le sue poche case, tutte unite intorno alla chiesa.
In questo piccolo paese, nel giugno del 1944, giunsero dei soldati tedeschi in ritirata; si stabilirono e rimasero li fin tanto che il fronte non li raggiunse.
La storia è quella di un ragazzo di 25 anni, un soldato tedesco, un ufficiale, un uomo sensibile e buono che il corso degli eventi della vita lo videro indossare una divisa con l’aquila e la croce uncinata e combattere una guerra che il suo animo buono non riuscì a sopportare.
Paul Riedel nasce a Monaco di Baviera il 20 Agosto 1919 si arruola e parte per l’Italia nella ricostituita divisione “Hoch um Deutschmeister”, distrutta a Stalingrado.
Paul fu presente sulle colline di Terelle, durante i duri combattimenti nella prima battaglia di Cassino e vi rimase fino alla definitiva ritirata del 17 maggio 1944.
Il suo reparto fu aggregato alle truppe che dovevano rallentare l’avanza del nemico, le Sicherungsgruppe, gruppi di sicurezza, che con abili azioni riuscirono a rallentare l’avanza degli alleati nel settore del fronte che va dalla linea Gustav alla linea Gotica.
Il 19 giugno del 1944, con la liberazione di Perugia da parte dell’8° armata Britannica il gruppo di soldati comandati dal Ten. Paul Riedel, si attestarono a pochi chilometri di distanza, sulle pendici del monte Tezio, nel paese di Migiana, con lo scopo di garantire la ritirata delle truppe germaniche e procedere con l’attività di rallentamento delle truppe nemiche in avanzata.
Rimasero a Migiana per circa 10 giorni, nei quali il Ten. Riedel si fece ben volere da tutta la popolazione, allacciando un dialogo continuo con il parroco del paese, Don Erminio Mignini che divenne suo amico e confessore.
La popolazione rimase colpita da questo ragazzo di 25 anni, che nella sua divisa da ufficiale tedesco si comportava con un umanità e comprensione verso le difficoltà in cui versava la popolazione umbra di quel piccolo centro.
Paul ordinò ai suoi uomini di comportarsi con educazione e rispetto, lasciò liberi i cittadini di muoversi per le campagne ed i paesi.
Accortosi che la fame dilagava tra le donne i vecchi ed i bambini, fece dividere equamente le scorte che avevano. Il 25 giugno, fece macellare e dividere a tutta la popolazione un vitello ferito da una granata, come fece dividere anche le scorte di cibo trovate nella curia.

Nei giorni successivi intervenne punendo i suoi uomini che volevano fucilare un vecchio contadino per aver fatto fuggire il suo asino, cosa non vera, dato che l’animale era fuggito dalla stalla per effetto dei bombardamenti.
Irruppe in un casolare dove dei soldati avevano strappato la neonata dalle mani di una giovane mamma, forse con l’intento di violentare quest’ultima, ordinò ai soldati di uscire intimandoli di riferire tutto alla corte marziale e tornò nei giorni successivi in quella casa solo per tenere in braccio la piccolina e tranquillizzare la giovane mamma e la famiglia di lei.
Tutti questi fatti legarono la popolazione di Migiana al giovane ufficiale Tedesco, che vedevano passeggiare da solo per il paese con il suo diario, intento a scrivere poesie e descrivere il panorama bellissimo di un Italia ferita dalla guerra ma che amava sempre di più.
Alla fine di ogni sua passeggiata c’erano i dialoghi con il parroco al quale confessava il suo disagio nel vedere quanta sofferenza il suo popolo stava infliggendo all’Italia, che stava amando ogni giorno di più.
La sofferenza di quella sua personale condizione umana divenne un fardello troppo pesante quando le voci delle stragi naziste e delle rappresaglie delle truppe in ritirata divennero sempre più frequenti. Nulla poteva fare davanti a tanta cattiveria, salvo addolorarsi nell’animo e sperare che tutto finisse nel più breve tempo possibile.
E arrivò il 29 giugno del 1944…

(tratto da Marinella Saiella - "…ricordando la madre lontana…" Storia di un nemico diverso pag 35-36) :

“Le cose a un certo punto precipitarono: era la fine di giugno e gli alleati nel loro lento procedere da Perugia verso nord, erano ormai arrivati nei pressi di Migiana, pur con le difficoltà legate alle strade strette, polverose, in gran parte inagibili...Giunsero alla Forcella, dove c‟è il bivio che porta al paese e allora le bombe, i colpi di cannone e mitragliatrice si fecero sempre più vicini. Era il 29 giugno e i miei sentirono un gran vocio, un rumore di passi pesanti ed urla  frenetiche: i soldati litigavano fra loro e si rivolgevano con rabbia al loro comandante...In poco tempo rifecero gli zaini ed uscirono dalle case, dove rimase solo Paul che indicò agli abitanti della fattoria un rifugio sicuro dalla tempesta di fuoco che si stava sviluppando, una grotta scavata lungo le pendici del Tezio, che era stata già utilizzata con questo scopo. Andammo tutti lì e da quella posizione sopraelevata rispetto alla fattoria i rifugiati videro il tenente che, vestito di bianco, si muoveva nella zona del cortile, diventando un perfetto bersaglio per il fuoco nemico.
Infatti, quando si fermò la battaglia, alla sera, noi tornammo giù e lo trovammo riverso sotto un albero ( denominato l'albero del tedesco), coperto di sangue. Tutti lo circondarono, muti. Mia madre andò a prendere un lenzuolo per coprirlo: un atto di pietà riverente, che continuò nei giorni successivi, fino al funerale....”
“Si svestì della divisa e mise un completo chiaro, pantaloncini e maglietta, e con quelli si mise in una posizione favorevole per essere colpito da lontano....Voleva morire, evidentemente!”

Il suo diario fu trovato sotto il suo corpo, ancora aperto, forse era la sua unica arma...

L’affetto dei popolani fu ancora più forte quando seppero dal Parroco, Don Erminio Mignini, che Riedel aveva chiesto al sacerdote di essere seppellito in quel paesino, nel caso fosse stato ucciso in battaglia, perché innamorato di quei luoghi e dell’Italia. 
E questo fecero i popolani con tutto l’amore di cui furono capaci cercando di ripagare tutto l'affetto che lui ebbe per loro. Affetto che dura ancora oggi, dato che Paul Riedel è l'unico ancora presente nel vecchio cimitero di Migiana.
Offrirono tutti insieme una tomba per il giovane ufficiale nel cimitero, che rimase lì anche alla fine della guerra, quando la famiglia, in rispetto dei suoi ultimi voleri, decise di non riportarlo a casa ma di lasciarlo dove lui voleva, dedicandogli questa frase che si trova ancora oggi sulla sua piccola tomba in un cimitero quasi completamente vuoto ormai.

“Pace all’anima del L.T. Paul Riedel che per l’adempimento del dovere, combattendo in Italia e ammirando le sue bellezze, nella luce della Fede cattolica, desiderò che anche la sua tomba fosse in suolo italiano, pur ricordando la madre lontana”.




In un Blog nato per raccontare la storia di coloro che hanno combattuto la guerra di liberazione contro l’occupazione nazifascita il racconto della storia di Paul Riedel ci unisce ai vinti, in quell’abbraccio ideale che i nostri reduci, qualche anno fa, hanno voluto dare con la presenza al cimitero Tedesco di Caira. Dal loro insegnamento di quel giorno nasce la voglia di ricordare quei soldati che posti dall'altra parte della trincea hanno sofferto per le umane vicende dei più deboli in guerra.

Che suoni il silenzio in onore del Ten. Paul Riedel.



                                                                                                                              Foto: Stefano Piantoni

                                                                                                                   Foto: Stefano Piantoni





Cima di Monte Tezio





Soldati della "Hoch um Deutschmeister" a Terelle 

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