Pochi giorni fa, ricorreva un anniversario, un piccolo anniversario, di quelli che a volte passano inosservati, forse nelle zone limitrofe agli accadimenti.
Quando lessi per la prima volta la storia mi lasciò una grande meraviglia ed un senso di ammirazione per questi ragazzi.
Per questo, anche se a distanza di alcuni giorni, voglio raccontarvi la loro storia.
Che cosa ha fatto Sophia Magdalena Sholl? è stata semplicemente un'eroina della resistenza anti nazista in Germania, avete capito bene, in Germania!
Cosa ci può essere di più coraggioso che cercare dall'interno di illuminare il proprio popolo e la propria nazione dal delirio imperante del nazismo e cercare di svegliarlo dalla distruzione a cui stava andando inconsapevole?
Sophia sentiva dentro di se questo bisogno e questo fu il veicolo delle sue azioni.
Quarta di sei figli, aveva un carattere schivo, ma era stata educata all'amore per la Patria dal padre, sindaco del paese e liberale convinto.
La frequentazione della gioventù Hitleriana all'età di 12 anni gli fece comprendere l'assurdità di quella dottrina tanto da farla confluire nella "Die Deutsche Jungenschaft" un gruppo giovanile vietato dal regime che aveva avuto la nascita dalle idee di Eberhard Kobel.
Il proseguimento degli studi classici e la dottrina della chiesa furono le basi della formazione di Sophie;
per Lei la fede cristiana doveva essere liberata da ogni commistione col potere politico.
Fu di questo periodo la triste esperienza dell'arresto del fratello maggiore, Hans, per le sue idee anti naziste e per la militanza nella Deutsche Jungenschaft, la sua famiglia ormai era segnata.
Questa esperienza fu per lei uno stimolo ad un impegno sempre più attivo contro la dittatura, all'azione diretta ed alla divulgazione delle sue idee ad un pubblico più vasto.
Questa ricerca dell'azione la portò ad entrare nel Quickborn (sorgente di vita), un giovane movimento cattolico guidato dal sacerdote Romano Guardini, che predicava Cristo come la sola guida della gioventù.
Il 1940 vide Sophie prima come maestra d'asilo e poi costretta a fare l'ausiliaria in un istituto statale.
Il 1941 fu l'anno dell'incontro con Carl Muth e Theodor Haecker, due intellettuali cattolici anti-nazisti, futuri membri del gruppo Rosa Bianca, al quale aderì anche Sophie nell'estate del 1942, dopo essersi iscritta all'università di Monaco, alla facoltà di Filosofia dove c'era anche il fratello.
Di questo periodo è la sua frase:
« Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? »
Il 18 febbraio Sophie esce allo scoperto e distribuisce volantini nell'Università di Monaco, fino a farsi arrestare insieme al fratello.
Per quattro giorni furono torturati dalla Gestapo, riconosciuti colpevoli di alto tradimento e processati insieme all'amico Christoph Probst arrestato successivamente.
Non fecero i nomi del resto del gruppo della Rosa Bianca, presero sulle loro spalle tutta la responsabilità e la pena che gli sarebbe stata data.
Il 22 febbraio del 1943, in un processo farsa indetto dal regime nazista, con a capo il giudice Roland Freisler, furono condannati e condotti alla prigione Stadelheim.
Furono ghigliottinati tutti e tre lo stesso giorni nel cortile della stessa prigione.
Nel volantino c'era scritto:
"Ma cosa fa il popolo tedesco? Non vede e non ascolta. Segue
ciecamente i suoi seduttori verso la rovina. "Vittoria ad ogni
costo!", hanno scritto sulla loro bandiera. "Lotterò sino all'ultimo
uomo" dice Hitler, ma intanto la guerra è già persa. Tedeschi! Volete, voi
e i vostri figli, subire lo stesso destino toccato agli ebrei? ..... Dobbiamo
essere per sempre un popolo odiato e allontanato da tutto il mondo? No. Perciò
dividetevi dalla subumanità nazionalsocialista... La parte migliore del popolo
lotta con noi. Strappate il velo di indifferenza nel quale avete avvolto il
vostro cuore. Decidetevi, prima che sia troppo tardi!"
Nel volantino tutto il loro coraggio, il popolo Tedesco dovrà meditare a lungo su questi giovani eroi e loro memoria non dovrà essere mai dimenticata.
Fonte dati:
Maria Pia Bernicchia - La Porta della Memoria
Paolo Ghezzi - La Rosa Bianca non vi darà pace
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