Raccontavo lo scorso anno della mia tradizione per la notte di Natale. Sarà così anche la notte del prossimo 24 dicembre. Per questo motivo, per i nostri nuovi lettori e per coloro che ci seguono da tanto tempo, pubblico di nuovo il post.
Mi accade ogni anno nella notte di Natale, prima di uscire per andare dai parenti per la cena in un clima di festa, di ripassare per un angolo della libreria...
so di trovarlo sempre lì... è un libro dal dorso di copertina giallo; c'è scritto "Storia della Brigata Maiella".
Mi accade ogni anno nella notte di Natale, prima di uscire per andare dai parenti per la cena in un clima di festa, di ripassare per un angolo della libreria...
so di trovarlo sempre lì... è un libro dal dorso di copertina giallo; c'è scritto "Storia della Brigata Maiella".
Una lettura che mi ha appassionato, divorata in pochi giorni e che mi ha portato a conoscere la storia dell'ufficiale Inglese Lionel Wigram che mi ha strappato più di una lacrima.
Ad ogni Natale ripenso a loro... ai ragazzi della Maiella e all'ufficiale Inglese; è una sensazione che arriva da sola, come un regalo da scartare ed io lo scarto ogni anno, puntuale.
Prendo il libro, mi avvicino alla finestra, lo sfoglio, ne sento il profumo della carta che ormai si fa vecchia, ritrovo i passi sottolineati e li rileggo, sentendomi subito diverso.
Finite le letture lo ripongo nell'angolo, saluto i ragazzi della Maiella e Lionel Wigram, spengo la luce della stanza e vado oltre.
Poi come ogni Natale prendo pacchi e regali, esco in paese e saluto tutte le persone che incontro in strada, con alcune mi fermo a parlare e da ognuno cerco di far uscire un sorriso, infine guardo la strada che scende dal centro storico, dove vivo, fino alla piazza, dove sparisco tra la gente mentre mi godo la libertà che mi hanno donato.
Ero indeciso se condividerlo con Voi, ma poi mi sono detto, "al massimo sorridono"... e va benissimo.
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24 Dicembre 1944 - Notte di Natale
“Tutto il Gruppo, su mezzi forniti dagli Alleati, parte da Brisighella per raggiungere Modigliana.
Gli uomini sono in condizioni pietose. Il combattimento continuo su di un terreno estremamente difficile e sempre con
forze inferiori al nemico, le notti insonni nelle veglie per sventare sorprese
e imboscate fra le gole e gli anfratti dei monti, il continuo martellare del
mortaio o del cannone, l’insidia delle mine micidiali, dovunque sparse, hanno
prodotto un senso di nervosismo e di stanchezza su ogni combattente.
Pur tuttavia cantano i patrioti le solenni canzoni dei monti d’Abruzzo perché indomito è il loro spirito se pure le fatiche, la lotta con la natura e la guerra all'oppressore, hanno duramente provato il loro fisico.
I vestiti sono laceri , sporchi oltremodo di un fango attaccaticcio, fradici di pioggia, consumati dall’uso; scarpe sfondate, barbe ispide e incolte, corpi sudici infetti da scabbia e da insetti.
L’intensa attività del fronte non ha lasciato tempo e occasione per l’igiene; ma pur tanto difficile era trovare l’acqua e la calma nei rari accantonamenti rurali e nell’impegno della lotta.
Già dalla partenza la neve incomincia a cadere lenta e fitta. La colonna procede lentamente sulla strada sconvolta e viscida; sale ansimando sul Trebbio franoso con l’ansito dei motori.
A notte è costretta a fermarsi, tanta è la neve che il vento turbinoso e gelido ha ammassato a barriera.
Le macchine rallentano, provano con insistenza a superare l’ostacolo e si fermano, né valgono i lavori di sgombero della massa bianca che aumenta contro la volontà degli uomini che hanno vinto il fuoco.
Col misero fardello sulle spalle i patrioti si avviano marciando faticosamente verso Modigliana.
Giungono a notte, nel buio e nel freddo. Niente per loro è stato predisposto; né cibo né alloggio. I Comandi Superiori del Corpo Polacco hanno voluto dimenticare che anche i Patrioti della Maiella sono uomini e soldati come tutti gli altri! Ben altre sedi sono riservate ai reparti alleati di ritorno dal fronte, dove non manchi acqua, luce, in ambienti accoglienti.
All’ultimo momento nella bufera di neve, i patrioti della Maiella sono destinati al piccolo centro di Modigliana, assolutamente inospitale per un periodo di ben meritato riposo, di pulizia e di riorganizzazione, perché molto la guerra ha provato questo luogo, privandolo di ogni cosa indispensabile alla truppa stanca e sporca. La popolazione apre le case e dona ai reduci ristoro e fuoco.
Ognuno trova un cantuccio vicino al focolare e pensa ai suoi cari che casa e fuoco non hanno nella desolazione dei villaggi distrutti e delle baite sconnesse.
Si asciuga una lacrima e pensa quanto giusta e santa sia la Causa per cui combatte, soffre e spera”.
Pur tuttavia cantano i patrioti le solenni canzoni dei monti d’Abruzzo perché indomito è il loro spirito se pure le fatiche, la lotta con la natura e la guerra all'oppressore, hanno duramente provato il loro fisico.
I vestiti sono laceri , sporchi oltremodo di un fango attaccaticcio, fradici di pioggia, consumati dall’uso; scarpe sfondate, barbe ispide e incolte, corpi sudici infetti da scabbia e da insetti.
L’intensa attività del fronte non ha lasciato tempo e occasione per l’igiene; ma pur tanto difficile era trovare l’acqua e la calma nei rari accantonamenti rurali e nell’impegno della lotta.
Già dalla partenza la neve incomincia a cadere lenta e fitta. La colonna procede lentamente sulla strada sconvolta e viscida; sale ansimando sul Trebbio franoso con l’ansito dei motori.
A notte è costretta a fermarsi, tanta è la neve che il vento turbinoso e gelido ha ammassato a barriera.
Le macchine rallentano, provano con insistenza a superare l’ostacolo e si fermano, né valgono i lavori di sgombero della massa bianca che aumenta contro la volontà degli uomini che hanno vinto il fuoco.
Col misero fardello sulle spalle i patrioti si avviano marciando faticosamente verso Modigliana.
Giungono a notte, nel buio e nel freddo. Niente per loro è stato predisposto; né cibo né alloggio. I Comandi Superiori del Corpo Polacco hanno voluto dimenticare che anche i Patrioti della Maiella sono uomini e soldati come tutti gli altri! Ben altre sedi sono riservate ai reparti alleati di ritorno dal fronte, dove non manchi acqua, luce, in ambienti accoglienti.
All’ultimo momento nella bufera di neve, i patrioti della Maiella sono destinati al piccolo centro di Modigliana, assolutamente inospitale per un periodo di ben meritato riposo, di pulizia e di riorganizzazione, perché molto la guerra ha provato questo luogo, privandolo di ogni cosa indispensabile alla truppa stanca e sporca. La popolazione apre le case e dona ai reduci ristoro e fuoco.
Ognuno trova un cantuccio vicino al focolare e pensa ai suoi cari che casa e fuoco non hanno nella desolazione dei villaggi distrutti e delle baite sconnesse.
Si asciuga una lacrima e pensa quanto giusta e santa sia la Causa per cui combatte, soffre e spera”.
Brano tratto da: Storia della Brigata “Maiella” 1943-1945
Nicola Troilo
I told the last year of my Christmas evening tradition and it will also be the Christmas night of December 24th, for this reason, for our new readers and those who have been following us for a long time, I publish the post again.
It happens every year on Christmas night, before going out to go to the relatives for dinner to laugh and play, to go back to the corner of the bookshop ... I know I always find it there ... it's a book with a yellow back cover ; there is written "History of the Maiella Brigade".
A reading that has thrilled me, devoured in a few days and that led me to know the story of the English officer Lionel Wigram who tore me more than a tear.
At every Christmas I think back to them ... to the boys of the Maiella and to the English officer; it is a feeling that comes by itself, as a gift to be discarded and I discard it every year, on time.
I take the book, I approach the window, I flip through it, I smell the scent of paper that now becomes old, I find the steps underlined and I reread them, feeling immediately different.
After the readings I put it in the corner, greeting the boys of the Maiella and Lionel Wigram, I turn off the light of the room and go over.
Then like every Christmas I take packages and gifts, I go out in the village and greet all the people I meet on the street, with some I stop to talk and from each I try to get a smile, I finally look at the road that goes down from the historic center, where I live , up to the square, where I disappear among the people while I enjoy the freedom they have given me.
I was undecided whether to share it with you, but then I told myself, "at best smile" ... and that's fine.
Blogger.
December 24, 1944 - Christmas Night
I told the last year of my Christmas evening tradition and it will also be the Christmas night of December 24th, for this reason, for our new readers and those who have been following us for a long time, I publish the post again.
It happens every year on Christmas night, before going out to go to the relatives for dinner to laugh and play, to go back to the corner of the bookshop ... I know I always find it there ... it's a book with a yellow back cover ; there is written "History of the Maiella Brigade".
A reading that has thrilled me, devoured in a few days and that led me to know the story of the English officer Lionel Wigram who tore me more than a tear.
At every Christmas I think back to them ... to the boys of the Maiella and to the English officer; it is a feeling that comes by itself, as a gift to be discarded and I discard it every year, on time.
I take the book, I approach the window, I flip through it, I smell the scent of paper that now becomes old, I find the steps underlined and I reread them, feeling immediately different.
After the readings I put it in the corner, greeting the boys of the Maiella and Lionel Wigram, I turn off the light of the room and go over.
Then like every Christmas I take packages and gifts, I go out in the village and greet all the people I meet on the street, with some I stop to talk and from each I try to get a smile, I finally look at the road that goes down from the historic center, where I live , up to the square, where I disappear among the people while I enjoy the freedom they have given me.
I was undecided whether to share it with you, but then I told myself, "at best smile" ... and that's fine.
Blogger.
December 24, 1944 - Christmas Night
"All the Group, on vehicles provided by the Allies, leave from Brisighella to reach Modigliana.
Men are in pitiful conditions. The continuous battle on an extremely difficult terrain and always with forces inferior to the enemy, the sleepless nights in the vigils to foil surprises and ambushes between the gorges and ravines of the mountains, the continuous hammering of the mortar or cannon, the pitfall of mines deadly, everywhere scattered, they have produced a sense of nervousness and fatigue on every fighter.
Nevertheless the patriots sing the solemn songs of the mountains of Abruzzo because their spirit is indomitable even if the efforts, the struggle with nature and the war against the oppressor, have hardly tried their physical.
The clothes are ragged, extremely dirty with a sticky mud, drenched in rain, worn out by use; broken shoes, rough and uncultivated beards, dirty bodies infected with scabies and insects.
The intense activity of the front did not leave time and opportunity for hygiene; but it was difficult to find water and calm in the rare rural provisions and in the struggle of the struggle.
From the start the snow begins to fall slowly and dense. The column proceeds slowly on the distraught and slippery road; salt panting on the trebbio landslide with the gasp of engines.
At night it is forced to stop, so much is the snow that the swirling and icy wind has amassed as a barrier.
The machines slow down, try insistently to overcome the obstacle and stop, nor are worth the work of clearing the white mass that increases against the will of the men who have won the fire.
With the miserable burden on their shoulders the patriots start marching laboriously towards Modigliana.
They come at night, in the dark and in the cold. Nothing for them has been arranged; neither food nor lodging. The Superior Commands of the Polish Corps wanted to forget that even the Patriots of the Maiella are men and soldiers like all the others! Well other locations are reserved for allied departments returning from the front, where there is no lack of water, light, in welcoming environments.
At the last moment in the blizzard, the patriots of the Maiella are destined to the small town of Modigliana, absolutely inhospitable for a period of well-deserved rest, cleanliness and reorganization, because much the war has tried this place, depriving it of everything indispensable to the tired and dirty troops. The population opens the houses and gives the veterans refreshment and fire.
Everyone finds a corner near the hearth and thinks of his loved ones that house and fire do not have in the desolation of the destroyed villages and the broken huts.
He wipes a tear and thinks how just and holy is the Cause he fights for, suffers and hopes ".
Excerpt from: History of the "Maiella" Brigade 1943-1945
Nicola TroiloPartenza da Brisighella; foto tratta da "Fondazione Brigata Maiella" (http://www.fondazionebrigatamaiella.it/)
La Medaglia d'Oro al Valor
Militare alla Bandiera della "Maiella".
Il prestigioso risonoscimento fu
conferito il 14 novembre 1963.
Dal decreto di concessione della
Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Bandiera della "Maiella"
riportiamo la motivazione.
"In 15 mesi di asperrima
lotta sostenuta contro l'invasore tedesco con penuria di ogni mezzo, ma con
magnifica esuberanza di entusiasmo e di fede, sorretti soltanto da uno
sconfinato amore di Patria, i Patrioti della Maiella, volontari della Libertà,
affrontando sempre soverchianti forze nemiche, hanno scritto per la storia
della risrgente Italia una pagina di superbo eroismo. Esempio a tutti di alto
spirito di sacrificio, essi, manipolo di valorosi, nulla chiedendo se non il
privilegio del combattimento, hanno dato per primi largo e generoso contributo
di sangue per il riscatto dell'onore e della libertà d'Italia. Da Civitella a
Selva, a Pizzoferrato, a Lama, e poi, superata la Maiella madre, da CIngoli a
Poggio San Marcello, da Montecarotto a Pesaro e poi ancora, insatancabilmente,
da Monte Castellaccio a Brisighella, a Monte Mauro, a Monte della Volpe, al
Senio e, tra le primissime truppe liberatrici, all'alba del 21 aprile a
Bologna, il 1° maggio 1945 ad Asiago, dal 5 dicembre 1943 al 1° maggio 1945, di
battaglia in battaglia, essi furono sempre ed ovunque primi in ogni prova di
audacia e di ardimento. Lungo tutto il cammino una scia luminosa di abnegazione
e di valore ripete e riafferma le gesta più epiche e gloriose della tradizione
del volontarismo italiano. 54 caduti, 131 feriti di cui 36 mutilati, 15
medaglie d'argento, 43 medaglie di bronzo e 144 croci al valore militare,
testimoniano e rappresentano il tributo offerto dai Patrioti della Maiella alla
grande causa della libertà". Dal Sangro al Senio, 5 dicembre 1943 - 1°
maggio 1945.
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