Foto dedicate alla memoria di Giuseppe Cederle, 67° Fanteria Legnano, nel 75° anniversario della sua azione su Montelungo
Studente
all'Università Cattolica di Milano, nel corso di Lettere e Filosofia, viene arruolato nel 1941
con destinazione 61º Reggimento Fanteria motorizzata, a Nocera Inferiore.
Dopo
l'8
settembre,
si arruola nel 67º Reggimento fanteria "Legnano"e
inquadrato nel
1º
Raggruppamento Motorizzato al Comando del gen. Dapino.
L'8 dicembre
1943 muore alla guida del suo reparto durante la prima battaglia di Monte Lungo
nei pressi di Caserta. Enzo Santarelli
nel suo libro Mezzogiorno 1943-1944, lo ricorda come un giovane al quale gli
altri commilitoni facevano riferimento per prendere decisioni di vitale
importanza e riporta una sua frase che rende perfettamente lo spirito che
guidava molti dei giovani in quei momenti
«... Anche
se sbagliamo lo facciamo per l'Italia...»Studente
all'Università Cattolica di Milano, nel corso di Lettere e Filosofia, viene arruolato
nel 1941
con destinazione 61º Reggimento Fanteria motorizzata, a Nocera Inferiore.
Dopo
l'8
settembre,
si arruola nel 67º Reggimento fanteria "Legnano"e
inquadrato nel
1º
Raggruppamento Motorizzato al Comando del gen. Dapino.
L'8 dicembre
1943 muore alla guida del suo reparto durante la prima battaglia di Monte Lungo
nei pressi di Caserta. Enzo Santarelli
nel suo libro Mezzogiorno 1943-1944, lo ricorda come un giovane al quale gli
altri commilitoni facevano riferimento per prendere decisioni di vitale
importanza e riporta una sua frase che rende perfettamente lo spirito che
guidava molti dei giovani in quei momenti
«... Anche
se sbagliamo lo facciamo per l'Italia...»
L'8 dicembre 1943 muore alla guida del suo reparto durante la prima battaglia di Monte Lungo nei pressi di Caserta.
«Benché appartenente a reparto non impegnabile, otteneva di essere inquadrato in prima linea al comando di un plotone che conduceva all’assalto contro i tedeschi sistemati in caverne in terreno difficilissimo, sotto micidiale tiro di mitragliatrici e bombe a mano. Con un braccio fracassato, incitava i suoi uomini a contenere il contrattacco nemico gridando: "Ho dato un braccio alla Patria, non importa, avanti per l’onore d’Italia". Colpito a morte trovava ancora la forza di trarre di sotto la giubba una bandiera tricolore che scagliava in un supremo gesto di sfida contro il nemico additandola ai suoi soldati perché la portassero avanti»
Quota 243 di Monte Lungo (Mignano), 8 dicembre 1943
Nel 75° anniversario del tuo sacrificio, noi non ti dimentichiamo.
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