lunedì 3 ottobre 2016

Le storie dei soldati Italiani del secondo conflitto mondiale spesso non fanno notizia, come fosse un esercito minore, un esercito di sbandati. Ma sono storie anch'esse di uomini e quando qualche registra ne traccia il ricordo in un film ne esce spesso un oscar. 
I ben pensanti e politicamente corretti adesso balzeranno sulla sedia, "ma come?" "erano invasori!" "Fascisti" "vanno condannati a priori" ed a questi rispondiamo che avete ragione, ma poi andando in Inghilterra, Francia e Stati Uniti, vediamo nei musei che l'uomo soldato è rispettato sia esso conquistatore o conquistato ed anche a loro diciamo "avete ragione" e quindi parliamo ad entrambi.
Tornando all'uomo libero, nel suo lavoro  e nei suoi affetti, di una qualsiasi campagna, del sud o del nord, l'arrivo della cartolina con la chiamata militare era presagio di sventure e non partire voleva dire essere dati per traditori... ma non vogliamo riprendere questo discorso che in Italia non finirà mai; lasciamo a ognuno il proprio credo, la propria fede, per noi  la loro storia resta, celata dentro racconti che si tramandano in libri, che pochi eletti leggeranno, nei ricordi dei reduci, del prima e del dopo l'armistizio, tutti Italiani alla fine, dimenticati nei cimiteri, pieni di sterpi e rovi in Italia e puliti e ordinati negli altri paesi d'Europa dove riposano.
Letture, racconti, visite, viaggi, ricerche, come torrenti riempiono i fiumi dei nostri racconti davanti ad una pizza ed un bicchiere di vino rosso, mentre li ricordiamo stando insieme o sui campi di battaglia, quando da soli depositiamo corone ai vinti ed ai vincitori nel silenzio generale. 
I loro ricordi spesso vagano sulle bancarelle di mercati, mentre tutti cercano cimeli Americani e Tedeschi o ricordi del Fascismo.
Degli uomini-soldato poco interesse; del torinese diventato alpino, del siciliano diventato sommergibilista, del romano diventato artigliere cosa vuoi che importi?
La storia a volte è così, per questo il racconto di oggi è rivolto a quei pochi e soli, a quella banda di fratelli che sparsi in giro per l'Italia si emozionano alla vista di cose del Regio Esercito e del rinato Esercito Italiano; oggetti, storie, uomini, medaglie, valore.
Piccole cose che compongono la nostra memoria, la nostra identità e che ci fanno guardare una valle, un monte, una collina, sapendo che gli Italiani o per assolvimento del dovere o per la voglia di libertà, erano presenti e si sono battuti con onore.
 
La storia di oggi parte da alcuni oggetti, facenti parte di una ricca collezione che un socio del Cinquantunesimo ha recuperato dal dimenticatoio in un baule che la storia ci ha donato,  il baule di un Alpino con dentro la sue guerra personale, prima con il Regio Esercito e poi con il rinato Esercito Italiano.

La nostra storia racconta l'Alpino

Nicola Guarnieri
Reggimento Fanteria Speciale Legnano
Battaglione Alpini Piemonte
1a Compagnia Alpini


Di seguito le prime foto dei suoi ricordi di guerra, non senza prima dedicare questa raccolta al nostro amico di Torino, Alberto Turinetti di Priero, speriamo di averti con noi quando inaugureremo il manichino completo in una grande mostra a Roma.....



Ass. LI Btg. Bersaglieri AUC "Montelungo1943"
Progetto Cinquantuno    
 
 


Il suo anello


Il fodero della pistola ed il cinturone


La gavetta Gruppo Legnano

 
Le ghette


I Pantaloni


Particolari dei pantaloni
 

 


 E gli immancabili mutandoni

Per chi volesse saperne di più.
L’armistizio dell’8 Settembre 1943, trovò gli alpini lontani dalle loro montagne, sparsi su tutti i fronti, travolti anche loro dal disgregamento dell’esercito.
L’Italia si spezzò in due tronconi, ognuno scelse la propria strada.
Molti vennero deportati nei lager in Germania, altri si diedero alla macchia costituendo formazioni partigiane.
 
Nel Cuneese si formò il 1° Gruppo Divisioni Alpine, in Valcamonica si costituirono reparti di Fiamme Verdi, nel Veneto Brigate partigiane ebbero gli stessi nomi di battaglioni alpini
In Montenegro, la Divisione Taurinense diede vita alla Divisione Partigiana Garibaldi.
Sotto le insegne della Repubblica Sociale Italiana si costituì la Divisione Monterosa e altri reparti alpini operarono al Nord (trattati in altro saggio).
Anche nell’Italia del Sud occupata dagli Anglo-Americani furono presenti gli alpini.
A Bari, all’atto dell’armisitizio, si trovavano presso il locale Comando Tappa 287 tra ufficiali, sottufficiali ed alpini, in attesa d’imbarco per raggiungere la divisione Taurinense in Montenegro. A questi si aggiunsero circa centocinquanta alpini del battaglione Fenestrelle in ripiegamento dalle Bocche di Cattaro. Si accamparono a Nardò (Lecce), ove giunsero altri alpini dalla Balcania con i quali si formò il 28 Ottobre 1943 un reparto esplorante alpino che il 4 Dicembre diviene battaglione alpini Taurinense su tre compagnie ed una batteria con pezzi da 75/13. Il 1 Gennaio1944 ,con l'inserimento del Btg Monte Nero del 176° Rgt,assume la denominazione di battaglione Piemonte (nappina rossa) al comando del Maggiore Alberto Briatore .  Il 19 Marzo 1944 entra nel 1° Raggruppamento Motorizzato (poi Corpo Italiano di Liberazione), il 25 Giugno con il battaglione Piemonte ed il battaglione Monte Granero in arrivo dalla Sardegna,si costituisce per la Prima Brigata del CIL il 3° Reggimento Alpini. Sarà sciolto il 30 Settembre per formare il Reggimento di Fanteria speciale al comando del Colonnello Galliano Scarpa (su 2 btg alpini (Piemonte e L’Aquila) e uno di bersaglieri (Goito)) del Gruppo di Combattimento Legnano.
Aliquote di alpini costituivano inoltre reparti di salmerie e di servizi.
Il 31 Marzo 1944 il battaglione Piemonte, con un’ardita scalata notturna occupa di sorpresa Monte Marrone (mt 1805) ritenuto imprendibile dai tedeschi, e nei giorni seguenti difende la posizione dal contrattacco nemico. Di fatto questa azione con le successive occupazioni di Monte Mare e Monte Cavallo,forzò la linea Gustav sulla direttrice operativa della valle del Liri. Il 20 Luglio liberò Jesi. Il 19 Aprile 1945 conquistò quota 363 posizione chiave sul contrafforte tra la Val Zena e la Val Idice. Il 21 entra in Bologna, prosegue quindi coi reparti del Gruppo Legnano l’occupazione di grandi città del Nord sino alla fine delle ostilità.
Battaglione Piemonte - Medaglia d’Argento al VM (Campagna di liberazione 18/3/1944 - 8/5/1945)
"Costituito con elementi della Divisione  alpina Taurinense, che dai porti adriatici della Balcania riuscirono a raggiungere fortunosamente la Puglia dopo l'armistizio, partecipava a tutta la guerra di liberazione riconfermando la tempra intrepida delle genti della montagna. Alla gloria perenne delle nostre armi offriva due difficilmente pareggiabili esempi di fusione perfetta di perizia, valore e fortuna:prima a Monte Marrone, scalato di sorpresa per la ripida parete ed eroicamente difeso sull'orlo dell'abisso alle spalle;poi a quota 363 di Valle Idice,  strappata al nemico con una stoccata saettante e fulminea, spazzando la cerniera delle due Armate tedesche in Italia, donde poi traboccò su Bologna,"
Fonte dati vecio.it
 
 
 
 

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