Qualche tempo fa, nella triste giornata dell'addio a Giorgio Carducci pubblicammo il suo tesserino del 1° Raggruppamento Motorizzato.
Un documento quasi unico, visti i pochi soldati che si unirono in quel raggruppamento.
Pochi avranno osservato in fondo al tesserino il nome della tipografia, noi si, e vi raccontiamo la storia della Tipografia Pergola di Avellino che, in zone ancora occupate in parte dai Tedeschi stampava per gli Alleati...
E' un pezzo di storia Italiana che la scorsa estate ha compiuto 130 anni.
Nel giorni delle commemorazioni di Montelungo vogliamo ricordare anche loro, nella speranza di stabilire con loro un contatto e unire idealmente ieri ad oggi.
Era il 10 aprile del 1888 quando
ad Avellino nasceva la Tipografia Pergola, ovvero il laboratorio di pensieri,
cultura e comunità che ha segnato in maniera indelebile la storia di questa
città e, con essa, quella della provincia di Avellino. La prima sede fu per il
Corso, poi fu trasferita, anni più in là, nella storica sede di Piazza
Solimena, dove sono passati davvero tutti, da Guido Dorso ad Alfonso Gatto,
dove è stata fatta la storia politica di questa provincia ed in qualche misura
d’Italia.
Una storia straordinaria che
coincide con la storia di una famiglia la cui eredità, oggi, è tutta sulle
spalle di Giuseppe Pergola, che ne rappresenta la quarta generazione e che, con
grande passione guida un laboratorio di grafica e di comunicazione che già da
anni si è imposto come riferimento, per dinamismo e professionalità, nel
panorama provinciale e regionale. Giuseppe è in primo luogo un caro amico di
chi vi scrive, condividiamo un amore viscerale per questa città, ed è proprio
con lui che celebreremo questo anniversario, provando ad andare oltre la mera
retorica della memoria per provare a cogliere il valore di questa storia
straordinaria e la lezione che da essa potrebbe e dovrebbe discendere per
questa comunità smarrita.
«La tipografia era un luogo magico
– ci dice Giuseppe – chiunque voleva fare cultura, chiunque aveva un’idea, un
progetto di natura politica, culturale o sociale passava di lì. Era un luogo di
comunità, non un luogo elitario ma intimamente popolare, un luogo che vive
ancora oggi nei ricordi di tanti, un luogo dove c’era posto per tutti. Io ho
avuto la fortuna, grazie a mio padre, di vivere sin da piccolissimo le riunioni
di redazione, di trascorrere le mie giornate tra quelle mura, di ascoltare i
discorsi, di respirare quell’aria».
Il Corriere dell’Irpinia di Guido
Dorso nacque lì, così come lì fu stampato “Isola” di Alfonso Gatto, lì nacque
persino Tele Nostra. Lì si stampavano i manifesti, lì si discuteva di politica,
si costruivano intese ed alleanze, si ragionava, si litigava, si pensava, lì,
per diversi decenni, si elaboravano pensieri e linee politiche che avrebbero
condizionato il dibattito politico e sociale della Nazione: «Il Corriere era il
giornale della città, si aspettava il sabato mattina per il compimento di un
rito laico al quale non si poteva rinunciare e l’elaborazione del giornale
segnava la quotidianità di quel luogo che ogni giorno accoglieva la città in
tutte le sue sfaccettature. Il punto è che tra quelle mura nasceva e si
consolidava, mutando di pari passo con i tempi, la visione complessiva della
comunità. Basterebbe chiedere ad Enzo Venezia, ex sindaco, quanti giovani con
la passione per la politica sono passati per la Tipografia per farsi stampare
gratuitamente manifesti e volantini, quanti hanno mosso lì dentro i primi passi,
quanti si sono formati in quelle stanze, quanti litigi e quante nottate si sono
consumate in quello studio, dove l’aria si faceva irrespirabile per il fumo
delle sigarette, soprattutto quelle di Nacchettino»
I magnifici Sette nacquero nella
Tipografia Pergola, quello era il luogo dove quotidianamente si ritrovavano
quei ragazzi che avevano sposato il sogno eretico dell’apertura a Sinistra, i
figli di Sullo che sfidarono il Padre. Ma questa è una storia che ha radici
profonde, è la storia della prima Tipografia irpina ad acquistare, nel 1922, la
linotype, la tipografia dove generazioni di coppie avellinesi hanno stampato le
partecipazioni per il matrimonio, a partire dalle coppie del Centro Storico che
per il semplice fatto di appartenere allo stesso rione di Armando Pergola,
nonno di Giuseppe, venivano omaggiato. Nella tipografia Pergola è stata
stampata la storia, quella piccola e quella grande, di questa provincia, in
quel luogo quella stessa storia ha preso forma e, con essa, l’identità di
questa nostra comunità. Una identità sempre più sbiadita ma le cui tracce sono
sigillate, conservate maniacalmente negli archivi che Giuseppe custodisce con
cura e che sarebbe ben lieto di donare alla città: «Sarebbe bello ed importante
immaginare un museo dedicato alla storia della Tipografia, per far vivere
quella memoria, per offrire ai nostri figli l’occasione di ripercorrere la
storia vera di questa città che con il terremoto ha rinunciato a se stessa.
Sarebbe bello pensare ad una sala del Carcere Borbonico, così come sarebbe
bello ragionare di formazione anche con una Borsa di Studio. Sarebbe il giusto
tributo ad una storia che appartiene a tutti, sarebbe anche, se mi è
consentito, il modo migliore per onorare la memoria e la passione di mio padre,
che ha combattuto finché ha potuto contro l’incedere della modernità per tenere
in vita quel luogo»
Sarebbe, aggiungiamo noi, anche un
modo per offrire alla città un’occasione di riflessione e di riscoperta ed è
questo, in fin dei conti, il senso più profondo di questo nostro tuffo nel
passato. Non esistono più luoghi dove si produce pensiero e cultura, non
esistono più luoghi dove ci si riconosce e questo, per una città come Avellino,
è letale. E allora, forse, è dalla memoria di ciò che questa città è stata che
occorrerebbe muovere per restituire alla città di oggi un avvenire possibile e
diverso da questo grigio presente fatto di nulla se non di mediocrità e di
compassata rassegnazione.
Con questo auspicio, lasciando
alla penna del grande Alfredo De Marsico l’onere del congedo:
Scuole e tipografie sono i posti
di vedetta, di progresso intellettuale dei popoli. Le città dovrebbero sentirne
il vanto con lo stesso animo con cui si vantano dei monumento del loro passato.
Ed una tipografia che non abbia
per programma di bastare soltanto alle esigenze della sua clientela, ma
superarle provocandone l’elevazione e lo sviluppo, è due volte benemerita del
sapere.
Quella Pergola è tale. La passione
con cui da più decenni, di padre in figli, quest’azienda perfeziona la sua
attrezzatura e si adegua ai metodi ed al rendimento delle più note case
editrici, è un segno di nobiltà che non illumina soltanto una famiglia di
lavoratori intelligenti, coraggiosi e tenaci, ma Avellino e l’Irpinia.
Articolo tratto da: www.orticalab.it del 10 Aprile 2018
Foto tratte da: www.primativvu.it
(se la pubblicazione di questo articolo e delle foto dovesse ledere qualche esclusiva siamo pronti a cancellarlo)
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