L’8 settembre 1943,
dopo il tragico annuncio dell’armistizio, che alcuni giorni più tardi rivelò trattarsi invece di resa senza condizioni, grazie alla levatura morale dei propri Ufficiali, il battaglione non si disunì ed ognuno, risolta la grave questione morale di un Italia divisa in due, onorò il proprio giuramento di fedeltà alla Patria.
Il battaglione, tra le poche unità italiane rimaste unite e compatte, già il 9 settembre, chiamato a soccorso dal Gen. Bellomo, venne impiegato per la liberazione del porto di Bari, prontamente occupato da due autocolonne tedesche che avrebbero voluto distruggere il più importante scalo marittimo dell’Adriatico, prima dell’arrivo delle truppe inglesi.
Ebbe così inizio la serie di operazioni che videro quei giovani allievi ufficiali, allora ventenni, accorrere, in particolare con la 3a compagnia motociclisti, nei paesi dell’entroterra barese ad ogni accenno di presenza di truppe tedesche, che in quei giorni non erano più alleate, ma non ancora nemiche.
Il LI° Btg Bersaglieri seppe mantenere il controllo di buona parte della Regione fino all’arrivo degli alleati in risalita da Sud garantendo indirettamente la difesa del Re e del Governo rifugiati a Brindisi.
Grazie alla coesione ed alla determinazione mostrata in terra di Puglia, il LI° Btg. Bersaglieri con il 67° Rgt Fanteria “Legnano”, fu chiamato a costituire il nucleo combattente attorno al quale nacque il “Primo raggruppamento motorizzato”, unità contingentata per volere degli alleati a non più di 5000 uomini, che procurò al Governo del Sud il diritto di cobelligeranza non contemplato dalla resa dell’8 settembre.
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