A volte, leggendo alcune notizie, ci si ferma un attimo a
riflettere e ci si domanda “perché?”
In questi giorni “i perché” sono molti; viviamo un momento
difficile, con la guerra alle porte, con il terrorismo che minaccia la nostra
libertà; i morti di Parigi come quelli del Sinai e di tutti gli innocenti che
restano vittime di un idea della società contro la quale abbiamo combattuto la
Seconda Guerra Mondiale chiedono un “Perché?”.
Da qualche giorno a queste domande di difficile risposta si
è aggiunto un altro quesito, un altro “perché?”.
Perché organizzare i
mercatini di Natale con il bosco incantato nel luogo simbolo della Battaglia di
Cassino e del sacrificio di tanti giovani che si sono immolati per la nostra
libertà?
La notizia è di questi giorni e sta correndo nel Web, tra la
felicità di coloro che non conoscono la storia e coloro che vedono solo il
profitto.
“Vuoi far trascorre al
tuo bambino una giornata con Babbo Natale nella location magica del bosco
incantato e allo stesso tempo godere dello spirito del Natale in un oasi naturale
a due passi dalla famosissima Abbazia di Montecassino?”
e poi prosegue
“ … nei pressi dell’Abazia esiste un luogo
incantato che ospita il villaggio di Natale…”
Quel luogo nei pressi dell’Abazia e la fattoria Albaneta,
uno dei luoghi più contesi di tutta la
battaglia di Cassino, un luogo che vide centinaia e centinaia di giovani
soldati morire per due ideali, un luogo che è intriso del sangue di Tedeschi,
Polacchi, Americani, Indiani, Inglesi, Neozelandesi, Nepalesi e mi scuso se ho
dimenticato qualche nazione.
Tutto questo per Natale non diventa occasione di riflessione
per grandi e piccoli, non diventa, per la prima volta, luogo di
riconciliazione interculturale e interrazziale, diventa invece:
Villaggio di Natale,
giocare con il tiro con l’arco,
incontrare Pony e asinelli nani,
ascoltare concerti
live,
giocare nel bosco incantato,
visitare il presepe (€3)
Area ristoro
L’annuncio non ha un solo cenno su quel terreno che per mesi
fu conteso dagli eserciti di mezzo mondo, con leggerezza si invita la gente a
giocare e vivere il Natale sopra una terra che contiene le viscere, le
ossa ed i muscoli putrefatti dei soldati dispersi.
Ci domandiamo perché?C’era davvero quest’esigenza a Cassino?
Ha un significato tutto questo?
A noi non sembra che abbiano messo le case dei puffi nei boschi delle Ardenne, non ci sono gli ombrelloni e le sdraio a Iwo Jima, a Omaha non vendono sulla spiaggia le fette di cocco e le creme abbronzanti.
Che senso ha tutto questo? Qualche anno fa, nel 2007, fu impedito a dei reduci Tedeschi di tornare su quei luoghi per dire una preghiera ed oggi possiamo giocare nel bosco incantato dove morirono i loro fratelli e dove morirono tanti fratelli Polacchi.
Non è un bosco incantato quello dell’Albaneta; è il punto
cruciale di una Battaglia durata quasi sei mesi e che ha visto 250.000 tra
caduti feriti e dispersi.
L’Albaneta è il simbolo di un immane tragedia umana e l’idea
di associarci il Natale poteva essere stupenda se fosse stata fatta con vero spirito di fede Cristiana e di
speranza nella pace.
Bastava forse un Albero di natale al centro della pianura,
con tante candele, ed una processione di bambini ai quali far capire proprio in
questi giorni che cosa vuol dire conquistare la libertà e cosa vuol dire
mantenerla, proprio nei giorni in cui si celebra nel mondo Cristiano Dio che si è fatto uomo per
abitare in mezzo noi.
Lo zucchero a velo ed il bosco incantato avrebbero avuto un altro
sapore per quei bambini, avremo forse
seminato in quelle giovani vite il seme della memoria e del rispetto e lo avrebbero ricordato
un giorno ai loro figli ed il sacrifico di quei ragazzi avrebbe avuto un senso
a distanza di anni.
Così fa davvero male e proviamo un profondo senso di
tristezza per quei reduci Tedeschi, Polacchi, Inglesi, Neozelandesi che da
Facebook vedranno quale scempio è stato fatto per il dio denaro.
Per tutti noi, da queste poche righe, un messaggio:
pubblichiamo per tutto Natale su Facebook una caldela accesa con su scritto “ai
caduti dell’Albaneta” ogni giorno, per tutto il Natale,
tempestiamo e condividiamo tutti una candela, che il loro divertimento sia
accompagnato dalle candele accese di tutti i caduti dell’Albaneta, tutti,
nessuno escluso.
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